Giuditta Marvelli, Corriere Economia 25/6/2012, 25 giugno 2012
RICCHEZZA TORNERÀ A SALIRE, MA PIANO
D uemilaundici, la ricchezza delle famiglie non fa più boom. Si ferma e arretra nella vecchia Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e batte il passo in alcuni Paesi emergenti. In Italia, epicentro della crisi del debito e della paralisi occidentale, il segno meno complessivo (-1,3% rispetto al 2010) nasconde in realtà una curiosa polarizzazione: mentre i benestanti perdono colpi, gli ultra milionari sono in crescita. Il Global Wealth 2012 di Boston consulting group, che come di consueto fotografa le tendenze e lo stato attuale delle ricchezze familiari sul pianeta, offre l’ennesima testimonianza della crisi economica.
Misura
Nell’anno passato le fortune mondiali — misurate con gli investimenti mobiliari, comprese le assicurazioni e le riserve dei fondi pensione — sono cresciute appena dell’1,9%, portando il totale a 123 mila miliardi di dollari. Uno sviluppo asfittico, che si confronta con il +6,8% registrato nel 2010. Hanno perso terreno gli Stati Uniti (-0,9%) dove i portafogli delle famiglie sono più aggressivi e quindi più esposti alle perdite dei mercati in tempesta, ma anche l’Europa occidentale (-0,4%) e il Giappone, dove la contrazione tocca un record del 2%. E il Nuovo mondo? «Cresce ancora — spiega Monica Regazzi, partner di Bcg —. Ma a tassi spesso inferiori». Nel caso dell’Africa e del Medio Oriente la contrazione è pesante: +4,7% rispetto al +8% di un anno fa. Mentre l’Asia corre al 10,7% e non più al 12,8% e l’America Latina slitta al +10,6% dal precedente +11%.
Scomponendo la relativa frenata dell’Europa che ha visto i suoi patrimoni familiari erodersi solo dello 0,4% nonostante la recessione e le diverse austerity indotte dalla crisi dell’euro, si trovano situazioni molto diverse. L’Italia con il suo -1,3% è il fanalino di coda dell’euro. Fa il paio con la Gran Bretagna, che ha lasciato sul piatto l’1,9%. La Germania invece è cresciuta poco (0,4%), la Francia è salita addirittura dell’1,5%, mentre la Spagna è in rosso dello 0,8%.
«Secondo le nostre stime nei prossimi anni ci sarà un recupero molto lento — spiega Regazzi —. Una risalita faticosa, quantificabile in un 2% medio per il Vecchio Continente, mentre nel resto del mondo i tassi di crescita della ricchezza torneranno tra il 4 e il 5%».
Futuro
E l’Italia? «Il suo recupero potrebbe essere in linea con quello medio, quindi pari al 2% l’anno fino al 2016». Con una crescita più pronunciata per le azioni, l’asset più snobbato negli ultimi 12 mesi (-7,6%). Il portafoglio medio della ricchezza italiana oggi, secondo lo studio di Bcg, è composto per il 45% da cash e depositi, per il 47% da bond e per l’8% da azioni. Una ricetta molto prudente rispetto al resto del mondo e anche rispetto alle stesse abitudini italiane di cinque anni fa, quando la Borsa arrivava al 12%, i bond al 48% e la liquidità al 40%. L’altra peculiarità dell’Italia — fa notare Regazzi — è la diseguaglianza nelle dinamiche di crescita delle diverse fasce di ricchezza.
«Un fenomeno che si vedeva già lo scorso anno — dice Regazzi — e che ricorda i Paesi emergenti dove la concentrazione delle fortune in poche mani è molto forte».
Un segnale non incoraggiante in un’economia matura e, per il momento, incapace di crescere. I numeri infatti dicono che lo smottamento dell’1,3% è una media tra le perdite dei milionari di mezzo — cioè i titolari di patrimoni compresi tra 100 mila dollari e 5 milioni di euro che sono «dimagriti» nell’ordine del 5-6% — e l’arricchimento dei super milionari. Chi possiede da 5 milioni di euro in su, infatti, ha visto le sue fortune nel 2011 crescere nell’ordine del 6-7%. Non a caso l’Italia è in discesa nella classifica dei mono milionari — settimo posto al mondo con 270 mila famiglie contro le 274 mila del 201 —, mentre sale in quella di chi possiede 100 milioni di dollari. I mega Paperoni erano 319 l’anno scorso, oggi sono 333.
In crescita, ma soprattutto per effetto dell’impoverimento delle fasce superiori, anche i gruzzoli fino a 100 mila dollari (+4,8%).