Danilo Mainardi, Corriere della Sera 25/6/2012, 25 giugno 2012
COME È POTUTA FINIRE UNA TARTARUGA ALLIGATORE NELLE CAMPAGNE MILANESI?
Negli Stati Uniti tutti conoscono la tartaruga alligatore (Macroclemys temminckii) e la tartaruga azzannatrice (Chelidra serpentina), entrambe appartenenti alla famiglia Chelidridae e note per la loro pericolosità, per la fulmineità dell’attacco e per la presa robusta del rostro tagliente.
Sono rettili predatori di grossa taglia (raggiungono anche 100 Kg) e per ciò assai temuti da chiunque s’aggiri per laghi e paludi. In origine si incontravano solo nelle piane acquitrinose della Florida, la loro terra d’origine, ma poi, per la passione difficile da comprendere dei collezionisti di animali pericolosi ed esotici, se ne trovano un po’ in tutto il mondo. E così — prima o poi doveva pur succedere — un esemplare di tartaruga alligatore è stato scoperto ieri da un agricoltore nelle risaie tra Milano e Binasco. Il rettile, la cui commercializzazione e detenzione sono vietate in Italia e punite con multe fino a 100 mila euro, è stato portato al sicuro da Luca Re, veterinario che in città gestisce un pronto soccorso per animali esotici. Bisogna sapere che il traffico e l’abbandono di questi animali è un reato grave. Contro la biodiversità, perché mettono a rischio le specie autoctone e favoriscono il certo non auspicabile processo di globalizzazione della fauna; contro i diritti degli animali, in quanto sottoposti a lunghi viaggi e spesso trasportati in condizioni di grave sofferenza ed infine contro la sicurezza nostra e dei nostri animali domestici.
L’agguato è la strategia di predazione messa in atto da questi temibili rettili, che se ne stanno appostati, celati nel fitto della vegetazione acquatica in attesa di una preda. In Florida capita spesso che un cane venga ucciso da uno di questi rettili, che possono essere pericolosi anche per l’uomo.