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 2012  giugno 25 Lunedì calendario

L’Ue in crisi anche nella solidarietà - I membri della delegazione cinese al vertice del G20 a Los Cabos, la scorsa settimana, hanno lanciato una frecciata agli europei: «Dite di aver bisogno di aiuti, ma i vostri cittadini non stanno certo peggio di quelli del Sahel»

L’Ue in crisi anche nella solidarietà - I membri della delegazione cinese al vertice del G20 a Los Cabos, la scorsa settimana, hanno lanciato una frecciata agli europei: «Dite di aver bisogno di aiuti, ma i vostri cittadini non stanno certo peggio di quelli del Sahel». Come dire: dalla corsa al bancomat per ritirare tutti i propri risparmi alle lunghe camminate sotto il sole africano per riempire una brocca d’acqua. Dalla povertà relativa a quella assoluta. Ma l’Europa, stretta nella morsa di una crisi senza precedenti, quanto è generosa con il resto del mondo? Quali sono gli Stati che più dispensano aiuti internazionali? Sono stati mantenuti tutti gli impegni presi? La fondazione «One» – quella del cantante Bono Vox che si occupa di lotta alla povertà, soprattutto in Africa – ha stilato un rapporto in cui fotografa la solidarietà europea. E da cui emerge un risultato di cui il nostro Paese non dovrebbe andar fiero: la quota di aiuti stanziati da Roma nel 2011, in percentuale sul Reddito nazionale lordo, è una delle più basse. Nell’Europa dei 15, soltanto la Grecia (già, la martoriata Grecia) ha destinato una quota più bassa: lo 0,11% contro il nostro 0,17%. Spagna e Portogallo, che di certo non stanno meglio dal punto di vista economico e finanziario, hanno sborsato lo 0,29%. Nel dettaglio, lo scorso anno l’Italia ha stanziato 2,64 miliardi di euro di aiuti. Una quota ancora troppo bassa, considerato che l’impegno assunto per il 2010 era di raggiungere quota 0,51%. Però, e questa è sicuramente una nota positiva, l’Italia è anche quella che nonostante la crisi ha incrementato maggiormente i suoi aiuti: +24% rispetto al 2010. Grecia e Spagna, giusto per fare due nomi, li hanno ridotti rispettivamente del 39,3% e del 29,2%. Nella classifica dei Paesi più virtuosi, si può leggere una chiara spaccatura tra Europa settentrionale e meridionale: il primato spetta al Lussemburgo che, pur avendo un’incidenza minima (297 milioni di euro), destina alla solidarietà lo 0,9% del suo reddito nazionale lordo. A seguire, Svezia (0,98%), Danimarca (0,86%) e Olanda (0,74%). E la Germania regina del rigore? In termini assoluti è da Berlino che arriva la quantità maggiore di soldi (oltre 10 miliardi), ma lo sforzo non è certo dei migliori: solo lo 0,42%. Il timore è che soltanto pochi Paesi, Italia in primis, riescano a raggiungere l’obiettivo dello 0,7% che l’Unione Europea ha fissato per il 2015: l’Italia dovrebbe passare a 11,44 miliardi di euro. Vista l’attuale situazione economica dell’Eurozona, l’obiettivo sembra una «mission impossible». Del resto già le previsioni per il 2012 sono assolutamente negative: a Bruxelles si teme che l’Italia ridurrà il suo flusso di aiuti a 1,17 miliardi di euro, abbassando ulteriormente la quota a 0,12% «One» ha poi focalizzato la sua attenzione sulla destinazione degli aiuti, calcolando che nel 2011 l’Ue dei 15 ha destinato circa 20 miliardi (su un totale di 50) per l’Africa. «Servono sforzi maggiori» sottolinea il rapporto di One, che sollecita l’Ue a destinare il 5% del bilancio settennale europeo in favore della lotta alla povertà. Se ne discuterà a Bruxelles nei prossimi giorni. Oltre all’Euro c’è anche altro da salvare.