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 2012  giugno 24 Domenica calendario

18-24 GIUGNO

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Ogni giorno ci sono notizie dal mondo che non vengono pubblicate. Scalzate dall’attualità e da altre storie. Molte meritano una seconda chance. Ogni domenica, qui troverete le storie che non avete letto durante la settimana.

Hawaii, il ceo di Oracle si compra un’isola Larry Ellison, amministratore delegato e co-fondatore di Oracle, è divenuto con i software il sesto uomo più ricco del Pianeta, con un patrimonio stimato da «Forbes» in 36 miliardi di dollari. Ma per inventiva su come spendere tale fortuna si è guadagnato il primato fra i super-ricchi firmando un assegno da 600 milioni per acquistare Lanai, la più piccola isola delle Hawaii. Con 365 kmq di territorio, 3.200 abitanti e diversi resort, la «Pineapple Island» è destinata a diventare l’atollo personale nel Pacifico di Ellison che, in segno di rispetto per lo Stato delle Hawaii, si è limitato ad acquistarne il 98 per cento precisando che non apporterà «modifiche di rilievo». Ciò che muove Ellison, 67 anni, è la passione per gli acquisti da capogiro. In California ha speso 49 milioni per comprare 100 ettari a Palm Springs, aggiungendoli ai cinque di adiacenti proprietà rilevate per 65 milioni. Per muoversi in cielo ha un jet Marchetti, mentre sul mare usava fino al 2010 «Rising Sun», uno yacht da 300 milioni, e ne ha spesi altri 100 per finanziare la barca che ha conquistato l’America’s Cup nel 2010. Senza contare un garage di auto di extralusso a cominciare dalla Acura NSX, costo 100mila dollari, che ama regalare agli amici.

(Maurizio Molinari)

Spagna, il lato B di Letizia scatena le polemiche La principessa Letizia torna alla ribalta. Per una ragione poco regale: adora i pantaloni troppo aderenti che esaltano il suo «Lato B». La mania della Cenerentola, sposata con principe Felipe dal 2004, 40 anni a settembre, ex giornalista tv figlia di una infermiera e di un tecnico radiofonico, sfoggia un look così sexy che è cominciata in Internet una campagna per convincerla a desistere. «Il gusto di Letizia per i pantaloni è nota da tempo. E, contrariamente alle colleghe europee, l’asturiana li preferisce prima di osare con abiti più femminili come le gonne, più difficili da portare», osserva il pettegolissimo ed online Vanitatis. Ma c’è di più: il j’accuse impietoso contro la futura regina di Spagna continua accusando il suo derrière di «distrarre l’attenzione nelle cerimonie ufficiali» come è successo di recente durante un ricevimento offerto dall’ ambasciata spagnola di Lisbona. Scatenati, i «No Lato B di Letizia» stigmatizzano pure i marchi usati, popolari ed economici come Zara o Mango, «che non hanno fodere interne ed è per questo che sono i prediletti dalla principessa». Ad onor del vero, però, la principessa si dà da fare con il fondoschiena pure con i vestiti. È rimasta celebre la foto della sua performance in competizione con Carla Bruni.

(Gian Antonio Orighi)

Londra, troppo poveri per pagarsi il funerale Nel giorno del funerale della ottantaduenne Patricia Rushton la chiesta dell’Est End di Londra è deserta. Ci sono solo il parroco e un ex collega di lavoro appoggiato a un muro in fondo alla navata centrale. Il parroco dice che Patricia era una donna buona e bene educata. Benedice la bara e la congeda. Fine della storia di Patricia, inizio in Gran Bretagna di un dibattito amaro. Perché le amministrazioni comunali sono costrette ogni giorno di più a gestire e pagare le esequie di uomini e donne che se ne vanno in solitudine? I dati dell’ufficio nazionale di statistiche sono chiari: i «public health funeral» lo scorso anno sono stati tremila. Un aumento del 14% in 12 mesi. La metà sono di persone ultra sessantacinquenni, ma non è insolito trovare quarantenni e trentenni che spariscono senza un penny in tasca e una carezza sul viso. Negli anni della crisi e delle famiglie spezzate anche morire è diventato un lusso. La cremazione costa 2.700 sterline, la sepoltura 3.462. Sembra poco. Invece è moltissimo. «Ma noi non lasceremo solo nessuno», sussurra la responsabile dell’Hillingdon Council Deborah Lampard. La scelta pietosa di una società che cerca di affrontare con un residuo di dignità i segni vistosi del fallimento.

(Andrea Malaguti)

L’Arabia compra tedesco Ordinati 800 carri armati Altro che i 200-300 panzer di cui si parlò l’anno scorso: l’Arabia Saudita vuole comprare dalla Germania tra 600 e 800 carri armati nuovi del tipo Leopard 2. Lo hanno detto alla «Bild am Sonntag» fonti governative di Berlino. Immediate le critiche dell’opposizione tedesca. L’Arabia saudita non brilla per rispetto dei diritti umani. Nel marzo 2011, ad esempio, spedì i suoi carri armati nel vicino Bahrain per soffocare le proteste civili. L’affare violerebbe poi le linee guida tedesche sull’export, che vietano di spedire armi in zone di tensione. Per giunta il Bundestag è all’oscuro di tutto. Dare l’ok alla vendita spetta infatti a un organismo che si riunisce in segreto, il Consiglio per la sicurezza federale, formato da Angela Merkel e otto ministri. Una sua riunione, prevista a inizio giugno, è stata rinviata. Mentre Riad vorrebbe chiudere l’accordo entro il 20 luglio, giorno d’inizio del Ramadan, il governo tedesco è spaccato: la cancelliera e i ministri della Difesa e degli Esteri sono contrari all’intesa; il ministero dell’Economia spera invece di aiutare così le società tedesche Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall. L’affare, del valore di 10 miliardi di euro, sarebbe una delle più grandi commesse militari nella storia della Germania.

(Alessandro Alviani)