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 2012  giugno 25 Lunedì calendario

L’INCANTO DI WIMBLEDON ALLA PROVA DEL TURBO TENNIS


È passato poco meno di un secolo da quando Mamma e Papà, ospiti di Lord Hanbury, il fondatore del Tennis Club Alassio, mi portarono qui, e dovette confermarsi un destino che fece di me un pessimo giocatore, e poi uno scriba.
Tuttavia, ancora mi sorprendo, nell’ammirare, in una mattina piovosa, la fila dei ragazzi che montano le tende per essere i primi a incolonnarsi, questa mattina, ad acquistare i residui biglietti, quelli offerti al pubblico ignaro della prenotazione doverosamente sottoscritta insieme all’assegno di garanzia entro febbraio, prenotazione che avrà esito favorevole una volta su venti, dopo il
ballott,
il sorteggio che premia i fortunati: l’anno passato qualcosa come quattrocentonovantaquattromila settecentosessantuno.
Ci sono ancora aficionados, ogni anno, che mi domandano se posso acquistargli un biglietto. E, ogni anno — non è il mio anche un servizio civico? — la risposta è la stessa. Coda notturna, o bagarino: spesso arrestati, questi,
per ostacolo stradale, non prevedendo la consuetudine britannica un intervento a danno di una professione legalmente inesistente.
Rieccomi dunque a stupirmi, per la centesima volta,
dell’interesse della gente, ancor prima che dei media, in una giornata in cui tutto sarà, altrove, concentrato su un match di calcio.
Nella speranza di offrire questo pezzetto a poche migliaia
di aficionados, informo di non aver visto, sull’erba bagnata, gli allenamenti che potevano contribuire nel farmi errare i pronostici. Qualche allenatore, come Pistolesi, qualche collega, come l’americano
Mark Winters, mi dicono di aver visto molto bene Maria Sharapova, ostacolata forse dal fatto che l’ultima a vincere, dopo Roland Garros, Wimbledon, è stata, nel 2002, Serena Williams. Serenona,
ora Favorita (testa di serie, nell’orribile traduzione dal francese) N.6. Già che ho iniziato con le dame, sarebbe proprio la Williams che la nostra Formichina Errani (N.10) potrebbe ritrovare in quarto turno, se non dovesse scivolare ancor prima sull’erba.
Tra gli uomini, il terraiolo Rafa Nadal potrebbe diventare pericoloso se, come gli ho suggerito, si dedicasse alla lettura di un mio passato romanzo “Erba rossa”. Vorrei far notare, una volta di più, che l’erba di Wimbledon è cambiata con un innesto di graminacee sull’antico loietto, e con il taglio più alto di un sesto di inch, ovvero di 42 millimetri. Ciò aumenta l’attrito con la palla, e quindi rende meno impossibile il gioco di rimbalzi di Rafa. E’ una vecchia storia, ma mi sembra anche complementare al mutamento gestuale in corso, a quello che un amico mi ha giusto suggerito di definire Turbo-Tennis. Detto questo, accenno agli altri due elementi della Trinità, Djokovic (1) e il mio svizzero, Federer, che dovrebbero eliminarsi tra loro in semi.
Ma c’è tempo. Giusto due settimane.