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 2012  giugno 24 Domenica calendario

LA RETE DEL GOVERNATORE NELL’ECONOMIA - I

manager, i dirigenti e i delegati del governatore Formigoni sono una vera e propria squadra di "fedeli", legati nella maggior parte dei casi da un fattore comune: l’adesione al movimento Comunione e liberazione. In quasi un ventennio la rete del presidente della Regione Lombardia si è ovviamente consolidata nel settore principale, la sanità, che da sola vale 17 miliardi del bilancio del Pirellone; ma poi si è estesa e rafforzata anche nelle altre direzioni generali e nelle partecipate, da Finlombarda a Infrastrutture lombarde, per citare le più importanti sotto il profilo finanziario.
Si tratta appunto di una squadra "armata": tecnici preparati, grandi conoscitori dei meccanismi burocratici, lobbisti in grado di parlare con i ministeri romani, e mai una sola parola critica nei confronti del governatore. In alcuni casi si parla di rapporti di amicizia vera e propria: come quella con il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina, finito adesso in un’inchiesta per turbativa d’asta, braccio destro storico di Formigoni, con un grandissimo potere decisionale sulle nomine di Asl e ospedali. Proprio queste ultime sono oggetto di trattativa politica da manuale Cencelli: il Pdl ne sceglie più della metà (nell’ultima tornata del 2010 ne ha nominati 24 su 45, di cui la maggior parte individuati da Cl); poi recentemente è arrivata la Lega (che se ne è accaparrati 19). In Regione circolano i file dove accanto ad ogni nome viene indicata la provenienza politica o l’adesione al movimento religioso, e non è un mistero per nessuno.
Dal punto di vista politico i suoi assessori di fiducia sono Marcello Raimondi (Ambiente e energia); il cognato Giulio Boscagli (Famiglia); Paolo Alli (sottosegretario con delega all’Expo); Raffaele Cattaneo (Trasporti); Gianni Rossoni (Occupazione). Questi sono uomini che godono di visibilità personale, formigoniani di ferro ma conosciuti anche per il loro impegno personale. In particolare di Cattaneo si era parlato talvolta come di un possibile successore: capacità oratoria e grande padronanza della materia (può citare a memoria costi, problemi e stato di avanzamento di tutte le infrastrutture lombarde), vicino a Cl e al governatore.
Ma dietro le quinte la squadra di Formigoni è costituita soprattutto dai suoi manager, scelti personalmente, poco visibili e con grandi poteri. Nel Pirellone ci sono 15 direttori generali, tutti vicinissimi a Formigoni, coordinati dal segretario generale Nicolamaria Sanese. Il più importante è appunto Lucchina per la sanità.
E poi ci sono le controllate. Finlombarda, la finanziaria della Regione Lombardia, è adesso presieduta da Marco Nicolai, già direttore generale; in Infrastrutture lombarde c’è il direttore generale Antonio Rognoni; in Cestec il direttore Generale Giorgio Lampugnani; in Lombardia Informatica l’ad Giovanni Catanzaro. In queste società negli ultimi anni ci sono state battaglie intestine fra Cl e Lega, perché ogni movimento ha voluto i propri uomini al posto giusto. Ma evidentemente Cl è riuscita a mantenere il controllo.
La storia si ripete nelle società a partecipazione regionale. Per esempio dentro Ferrovie Nord, dove il presidente Norberto Achille e il dg Giuseppe Biesuz sono considerati molto vicini al governatore, così come il presidente Michele Perini e l’ad Enrico Pazzali della Fiera di Milano.