Piero Colaprico, la Repubblica 24/6/2012, 24 giugno 2012
Vacanze ai Caraibi, yacht e villa i regali dell’amico lobbista ora mettono nei guai il “Celeste” – Nega di essere nei guai giudiziari e se la prende con i giornali, ma è sotto indagine Roberto Formigoni, il suo nome è entrato nell’inchiesta sulla sanità privata in Lombardia perché il presidente della Regione ha cinque problemi: le vacanze ai Caraibi, le barche, la villa in Sardegna, gli amici, i soldi
Vacanze ai Caraibi, yacht e villa i regali dell’amico lobbista ora mettono nei guai il “Celeste” – Nega di essere nei guai giudiziari e se la prende con i giornali, ma è sotto indagine Roberto Formigoni, il suo nome è entrato nell’inchiesta sulla sanità privata in Lombardia perché il presidente della Regione ha cinque problemi: le vacanze ai Caraibi, le barche, la villa in Sardegna, gli amici, i soldi. I passaggi che lo riguardano, e che sono emersi sin qui, sono semplici, logici, e davanti agli occhi di chiunque voglia vedere. LA LOBBY DEL CRAC Riandiamo alla fine del 2011. Le indagini della procura milanese investono il fiume di denaro pubblico dalla Regione che arriva alla sanità privata. La prima tappa sta tutta nel crac miliardario e fulmineo dell’ospedale San Raffaele. La voragine nei bilanci di don Luigi Verzè porta i detective a scrutare negli affari con la Regione delle cliniche collegate alla Fondazione Maugeri. Pierangelo Daccò («Mi viene riconosciuta la capacità di parlare con chi riveste posizioni apicali», dice di sé) entra in questo modo nella tempesta. Ha incassato oltre tre milioni di euro dal vacillante ospedale vicino a Milano 2 e ne ha razziati una settantina dagli altri. Ma — questo il punto — che cosa ha fatto esattamente questo sedicente lobbista per guadagnare tanto denaro? E come mai Antonio Simone, ciellino, amico di Formigoni da oltre quarant’anni, prende spesso la metà dei guadagni di Daccò? Amicizia, conoscenza e relazioni non sono certo un reato, ma quando nel gruppo di «amici» corre denaro, e questo denaro corre in una sola direzione, da un faccendiere verso un politico, non è più una questione da «Libro cuore». CAPODANNO AI CARAIBI Una delle frasi celebri di Formigoni detto «il Celeste» è: «Non ricordo dove ho passato le vacanze di capodanno, devo consultare l’agenda ». Un’altra è: «A fine vacanza si fanno i conti ed eventualmente si pareggia». L’avverbio «eventualmente» va sottolineato, perché — siamo a pagina 8 delle diciassette pagine del verbale dell’interrogatorio reso il 19 maggio 2012 — Daccò racconta di aver speso 100mila euro per un jet che porta a Saint Marteen «oltre a me e mia moglie (...) Roberto Perego, Formigoni » e altri. Quando i pubblici ministeri mostrano all’interrogato e al suo avvocato Giampiero Biancolella «due contabili di pagamenti per un ammontare di 114mila euro e 38mila euro per l’affitto di una villa a Saint Marteen. Di che cosa si tratta?», la risposta è netta: «Si tratta — dice Daccò a pagina 9 — delle spese per l’affitto della villa in cui abbiamo alloggiato durante il capodanno 2010-2011. Tutte le persone che hanno volato con il volo sopra indicato hanno poi alloggiato nella villa per il cui affitto ho sostenuto io tutti i costi (...) Oltre al capodanno 2010-2011, ho passato con Formigoni anche il capodanno del 2009-2010 e 2008-2009. In occasione di tutte le vacanze di fine d’anno, ho sostenuto io tutte le spese di alloggio presso le ville prese in affitto ai Caraibi». Difficile essere più chiari, sui tre capidanno. BARCHE PER L’ESTATE Nemmeno per le barche vale infatti il formigoniano «eventualmente». A pagina 11 del verbale, Daccò cita lo yacht «Ad Maiora» e prova a «quantificare a spanne i costi sostenuti: 30mila euro per i mesi di marzo e aprile e 50mila per i mesi estivi». Qui, per colpa della verbalizzazione della procura, non si capisce se si tratta di spese per ogni mese, o se siano spese complessive, comunque per Formigoni cambia zero: il Presidente della regione Lombardia «non ha mai pagato nulla perché era mio ospite». Stesso stile easy per un’altra barca, l’Ojala: «Dovendo ospitare per alcune settimane Formigoni e Perego, il fiduciario svizzero mi ha consigliato di stipulare contratti di questo tipo (...) necessari a giustificare l’utilizzo dell’imbarcazione per quattro mesi da parte di Formigoni e Perego in via esclusiva e comunque senza la mia presenza (luglio, agosto, settembre e ottobre dell’anno 2007)». Nonostante sui contratti fasulli «fosse previsto un corrispettivo di euro 36mila mensili a carico di Perego», i due memores, conviventi nella casacomunità milanese, non pagano un euro. RICEVUTE MAI MOSTRATE «Sono stato ospite sulla barca Ad Maiora di Antonio Simone, amico da 40 anni, sempre su suo invito (...) per qualche week end, altro che barche a totale disposizione per mesi e mesi!» è la versione di Formigoni, ribadita ancora ieri. Resta però un concetto da chiarire. Se lo stesso Formigoni parlava di vacanze di gruppo e di «ricevute», la domanda di Repubblica, perennemente inevasa, va ripetuta: come mai queste ricevute non sono state mostrate mai? Che cosa avrebbe pagato Formigoni, in queste vacanze di lusso tra amici? LA VILLA IN SARDEGNA Estate 2011, è l’ultima prima dello scandalo che lo travolgerà: il prudentissimo Daccò vende ad Alberto Perego una villa di tredici vani, con piscina a sbalzo sulla collina di Abbiadori, vista su golfo del Pevero e sulla baia Cala di Volpe. «Ho ospitato Formigoni e Perego — pagina 12 del verbale — anche prima che Perego acquistasse la villa. Egli era interessato ad acquistarla e pertanto avevo messo l’immobile a sua disposizione perché lo provasse (...) Le valutazioni (tra 2,7 milioni e 3,2 milioni) collimavano, perciò ho fissato il prezzo a 3 milioni di euro che Perego ha accettato». Perego — già coinvolto per falsa testimonianza in un’altra inchiesta, la «Oil for Food» — riesce a firmare il rogito anche grazie a un prestito di 1,1 milioni di euro che gli concede Formigoni: un atto di generosità verso «un amico malato e in difficoltà », è la spiegazione. GLI AMICI E I SOLDI «Dai nemici mi guardo io, ma dagli amici mi guardi Iddio» è un antico proverbio che sembra calzare a pennello in questa situazione. Ora, ricapitoliamo, è Daccò che ha raccontato delle vacanze esotiche e gratis di Formigoni in uno dei resort più costosi del mondo, dei ristoranti da grandi gourmet, delle gite in yacht. È sempre Daccò che, secondo attendibili indiscrezioni, compare la settimana scorsa in uno degli ultimi verbali secretati come l’uomo che chiede alla fondazione Maugeri anche 500mila euro per la campagna elettorale di Formigoni. Sempre Daccò racconta che il politico pdl «era a conoscenza» del suo tipo di attività, «ma non ho mai parlato con lui di queste questioni. Ovviamente, negli anni, ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi di fronte ai miei clienti». E deve essersi accreditato alla grande, visto che i suoi clienti — manager e medici — credevano ogni volta che le delibere regionali più favorevoli ai rimborsi per i privati «passavano » in giunta grazie a lui. Se questo è quadro così come appare dai documenti, è credibile un Formigoni che, ignaro dei maneggi, godesse di anni e anni di vacanze gratuite e favori insieme con Roberto Perego solo per amicizia? È possibile? O è impossibile? Le risposte vengono cercate dalla lenta inchiesta milanese perché Simone e Daccò sono — è innegabile — diventati milionari grazie alla sanità. E perché compaiono — e anche questo è innegabile — un bel po’ di «vantaggi tra amici»: e sono a senso unico per un amministratore pubblico di grande potere. Piero Colaprico