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 2012  giugno 23 Sabato calendario

Nel paese dei bambini bocciati in prima elementare – Bocciati due volte in prima elementare. La prima l’11 giugno, la seconda dieci giorni dopo

Nel paese dei bambini bocciati in prima elementare – Bocciati due volte in prima elementare. La prima l’11 giugno, la seconda dieci giorni dopo. Il doppio clamoroso verdetto è esposto in bella vista sul portone dell’istituto Giulio Tifoni di , nei fogli degli scrutini appiccicati al vetro con lo scotch. ASINISTRA si leggono i cinque nomi, di cui tre stranieri, a destra quelle due paroline che valgono un anno di vita: non ammesso. Ripeteranno l’anno tutti quanti, così era stato deciso e così sarà, nonostante il salvataggio tentato in extremis dal ministero che ha imposto al preside Angelo Ferdani di riunire di nuovo il consiglio dei docenti per «valutare meglio la situazione caso per caso». Risultato: bocciatura bis, roba da Guinness dei primati, che fa notizia ovunque in Italia tranne che qui dentro, nei corridoi afosi di questa palazzina di tre piani, un parallelepipedo verdognolo che sembra disegnato col righello, triste e desolato come sono le scuole senza bambini. Le aule sono vuote, le maestre in vacanza, il preside assente perché «impegnato fuori città in una commissione d’esame di terza media» (poveretti quelli, viene da pensare). Sorvegliano i locali due accaldatissimi custodi non particolarmente oberati. «Ma tutto questo scandalo per cosa poi?», dice quello in ciabatte e pantaloncini corti, mentre l’altro lo avverte di stare zitto. «E invece voglio dire quello che penso perché è una vita che vedo i bambini e lo so che fatica si fa a tenerli buoni». Ma uno dei respinti non è disabile? «Disabile sì, anche lui pensava ai fatti suoi, aveva 12 ore di sostegno ma niente. Come facevano a passarlo, via, non è mica il primo che viene bocciato». E i tre figli di extracomunitari? «Quelli a casa parlano l’arabo o il francese. Vabbene essere intelligenti ma imparare a leggere e scrivere in italiano è complicato». Ripetere sarà un toccasana insomma. «Alla fine sì. E poi bisogna pure che si comportino in modo più educato, ai miei tempi altro che classi pollaio avevamo ma durante le lezioni non volava una mosca». Anche i bidelli però non sono più quelli di una volta. Al bar della piazza dove ogni estate si assegna il Premio Bancarella un anziano sfoglia il giornale: «Vedo vedo, tutti ribocciati, vuol dire che hanno le loro ragioni», commenta impietoso. Cuore severo quello dei pontremolesi, da queste parti le promozioni non si regalano: l’anno scorso nelle prime della Tifoni si contavano tre bocciati e quest’anno nelle vicine frazioni di Arpiola e Licciana Nardi ce ne sono altri tre, che con questi del bis fanno otto su una popolazione di neppure undicimila abitanti. Record su record. Ferdani, il preside attualmente più famoso al ministero della Pubblica istruzione, non si fa trovare ma almeno risponde al telefono. «Se avessimo cambiato l’esito degli scrutini sarebbe stato come dire che la prima volta avevamo fatto le cose alla carlona», dice un po’ stupito. «Comunque ieri sera ho convocato i genitori dei bocciati, che hanno sottoscritto una dichiarazione in cui sostengono di essere stati tenuti costantemente informati dello scarso andamento scolastico dei figli e assicurano che non faranno ricorso». Ma alcuni nemmeno parlano l’italiano... «C’era una mediatrice culturale, è tutto in regola», taglia corto il preside. L’avvocato del Codacons che assiste il comitato dei genitori della Tifoni, Giuseppe Romeo, vuole vederci chiaro: «Questa sarebbe grossa davvero», scatta. «Abbiamo vinto un ricorso al Tar perché le due classi erano di 29 e 30 alunni, numeri fuorilegge. Ferdani non può cavarsela così». A nome del comitato parlano le portavoci Sonia Ribolla, Federica Serati e la presidente Arianna Toma, che mostrano la valutazione fatta a maggio dalla stessa scuola nelle due classi: «Alla prova del dettato nella sezione A risultavano insufficienti il 41 per cento dei bimbi e nella B addirittura il 65 per cento. Questo significa che il sovraffollamento ha impedito di fatto a tutti, e non solo ai cinque bocciati, di raggiungere una preparazione decorosa. Non c’entrano le maestre ma c’entra moltissimo il preside che nonostante il nostro ricorso al Tar non si è mai battuto per ottenere la terza sezione. Non a caso il prossimo anno ci saranno di nuovo classi pollaio ». Le mamme sospettano che le bocciature siano state decise prima della fine dell’anno. «Abbiamo una lettera scritta da Ferdani al Tar a marzo in cui afferma che “per l’alunno disabile è previsto il fermo scolastico”, quindi la sorte di quel bambino era già segnata. L’unica via d’uscita per i nostri figli adesso è cambiare scuola». Simona Poli