Gaia Piccardi, Corriere della Sera 24/6/2012, 24 giugno 2012
La (nuova) vita secondo Sara «Prima l’oro, poi un fidanzato» – La finale al Roland Garros contro la diva Sharapova, oltre alla decima posizione in classifica, ha portato onori, oneri e qualche scocciatura di cui non sentiva l’esigenza
La (nuova) vita secondo Sara «Prima l’oro, poi un fidanzato» – La finale al Roland Garros contro la diva Sharapova, oltre alla decima posizione in classifica, ha portato onori, oneri e qualche scocciatura di cui non sentiva l’esigenza. Un piccolo ma serrato assedio delle riviste di costume, in cerca di segreti che Sara Errani non ha. Il fotografo delle pop star che vola a Valencia, dove lei vive e si allena, e la rivende in versione vamp dei courts (fin qui, divertente). Una sensazione («I tipi alla Balotelli non mi piacciono»), trasformata in un titolo in cui non si è riconosciuta, che ha prodotto un sms in direzione Cracovia («Ho scritto a Mario per chiarire e dirgli in bocca al lupo per l’Europeo») e uno sbotto, aggraziato come i suoi modi, su Facebook: «È dura lavorare con i media. Basta una mezza parola o una battuta per creare un caso. Ma chi mi conosce, sa come sono». Già. Noi Puffette siam così. Cocciute nell’inseguire i sogni. Velocissime nel raggiungerli in ogni angolo del campo. Costrette a crescere, ben oltre quei famosi 164 cm su cui si è fin troppo romanzato nella sfida con la gigantessa siberiana a Parigi. Wimbledon incombe: primo turno, abbordabile, contro l’americana Vandeweghe, da affrontare con il settimo titolo stagionale in doppio (con Roberta Vinci sull’erba di ’s-Hertogenbosch) in cascina. Sara dagli occhi blu adesso è una Top 10. E tutto sembra più difficile. Sara com’è cambiato il mondo dopo Parigi? «Il mondo ed io siamo rimasti gli stessi. È cambiata la percezione di me in campo. Prima, contro una delle prime del ranking, dopo un set magari mollavo. Adesso sanno che lotterò fino alla fine, ed è una pressione psicologica importante». In due settimane è diventata numero 1 d’Italia e 10 del mondo. È pronta a raccogliere l’eredità di Schiavone e Pennetta? «Io non mi aspetto che smettano di giocare tanto presto! Per un po’ traineranno il tennis femminile ancora loro, e a me va benissimo così». Ci racconta qualcosa in più sul rapporto con Francesca, Flavia e Roberta, le azzurre di Fed Cup che le hanno fatto da chioccia? «Ci conosciamo bene, ci si capisce al volo, le incomprensioni esistono ma quando c’è rispetto e stima tutto si scioglie in un attimo. Sono entrata in squadra giovanissima, ero la mascotte. Ho assorbito come una spugna e loro sono esempi meravigliosi». Quanto è stata importante la vittoria della Schiavone a Parigi nel suo processo di crescita? «Fondamentale. Guardandola in tv battere la Stosur, nel 2010, ho capito che nulla è impossibile. Letteralmente». Un pregio e un difetto di ciascuna: Francesca. «Tiene moltissimo alle persone che ama, ma vuole sempre aver ragione!». Flavia. «Con me è sempre dolce e disponibile ma quando le presto qualcosa non lo rivedo più!». Roberta. «È la mia migliore amica, sa tutto di me, però a volte non capisco quello che pensa perché è troppo introversa». Conta molto avere un’amica vera nel circuito, con la vita da globetrotter che fate? «Per me è vitale. Roberta è sempre stata un punto di riferimento, poi il doppio ci ha legate indissolubilmente. Insieme giochiamo, viaggiamo, mangiamo, ridiamo, piangiamo... Sì, è un rapporto che per me vale molto». Nata a Bologna, cresciuta a Massa Lombarda, residente a Valencia, in Spagna. Dov’è casa, Sara? «A Massa sto tre giorni all’anno, ma la mia cameretta da bambina è ancora là, intatta: casa è dove ci sono i miei genitori e mio fratello Davide. A Valencia però, ormai da quasi dieci anni, sto bene. Tanto che ho comprato un appartamento». E cosa fa, in quell’appartamento, quando non è in giro per tornei? «Dormo!». Sì, vabbé, e poi? «No, no, è vero: dormo moltissimo, mi piace e mi rilassa. Sto su Internet, ascolto musica e rivedo le vecchie puntate di "Amici"». Abbiamo capito che Matri (Juve) le piace molto e Balotelli (Manchester City) un po’ meno... «Non ho una squadra del cuore: simpatizzo per il Milan». Scusi l’impudenza ma simpatizza anche per un fidanzato?... «Macché fidanzato, con la vita che faccio?». Prima una medaglia olimpica? «Magari! Quest’anno stiamo giocando alla grande, abbiamo vinto a Parigi, ora ci riproviamo a Wimbledon e poi ai Giochi di Londra. Roberta sull’erba è a suo agio, io sono carica. Una medaglia sarebbe un sogno». Quali gare altrui non si perderà? «La Pellegrini e Phelps nel nuoto. Già m’immagino il villaggio, con tutti quegli atleti che di solito vedo alla tv...». Ma se vince l’oro si ubriaca? «Ubriaca? Io che come piatto preferito ho e avrò sempre i passatelli in brodo di mamma...?». Semplice, deliziosa, trasparente, gigantesca Puffetta. Gaia Piccardi