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 2012  giugno 24 Domenica calendario

«Così si eliminano gli sprechi» I consigli di 135 mila cittadini – Qualche giorno fa il ministero della Pubblica amministrazione ha vietato ai suoi 180 dipendenti di usare i telefoni dell’ufficio per le chiamate interurbane e verso i cellulari

«Così si eliminano gli sprechi» I consigli di 135 mila cittadini – Qualche giorno fa il ministero della Pubblica amministrazione ha vietato ai suoi 180 dipendenti di usare i telefoni dell’ufficio per le chiamate interurbane e verso i cellulari. Una mossa più che altro simbolica, perché tra contratti flat e sconti tipo «you and me» quelle chiacchierate sotto voce per organizzare la spesa o controllare i figli non sono più un problema. Ma la scelta è stata simbolica anche per un altro motivo. Lo stesso suggerimento era contenuto in una decina di quei messaggi che gli italiani hanno inviato alla presidenza del Consiglio per dare qualche dritta sulla spending review, la revisione della spesa pubblica. E non è l’unica coincidenza, l’unica ispirazione che arriva da quella specie di sondaggio online partito all’inizio di maggio. Un pacchetto di mail ben più corposo, almeno un migliaio, suggeriva di risolvere il problema alla radice. E utilizzare negli uffici il cosiddetto sistema Voip, la tecnologia di Skype che consente di chiamare sostanzialmente gratis via internet. Qualche piccolo esempio virtuoso già c’è: lo usa qualche Comune, qualche Università, oltre ad un gran numero di aziende private. E tra le mosse in arrivo dal commissario per la spending review Enrico Bondi c’è proprio il taglio della bolletta telefonica pubblica grazie al Voip, sigla che tradotta dall’inglese sta per «voce tramite protocollo Internet». In tutto i messaggi arrivati a Palazzo Chigi tra il 2 e il 29 maggio sono stati 135 mila. In quel periodo quasi la metà delle persone che entrava nel sito internet della presidenza del Consiglio finiva proprio nella sezione dedicata alla consultazione pubblica sulla spending review. Al debutto si viaggiava ad una media di 20 mila messaggi al giorno, il record è del 3 maggio con 26.673 mail. Poi il ritmo è sceso ma ancora adesso — ad operazione chiusa — c’è qualcuno che manda il suo consiglio a Palazzo Chigi in busta chiusa più francobollo. È vero che buona parte dei suggerimenti non potrà avere seguito: il referendum su dove tagliare le spese dello Stato è stato vinto a mani basse dalle misure anti «casta» che hanno sfiorato il quorum con il 40% dei messaggi. Gli italiani hanno chiesto il taglio dei parlamentari, la riduzione dei portaborse, l’eliminazione dei vari benefit per deputati e senatori. Ma il Parlamento — come il Quirinale e la Consulta — è un organo autonomo e lì le forbici del governo non possono tagliare nulla. Ma su un punto quella valanga di messaggi anti «casta» sarà ascoltata. Buona parte delle mail, non è una sorpresa, riguarda le auto blu. È vero che il monitoraggio sul loro utilizzo, curato dal ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, era partito prima del sondaggio on line. Ma quello è solo l’inizio. Ai tempi della Parmalat una delle prime decisioni di Bondi allora commissario, fu il taglio delle auto aziendali e molti ricordano ancora quando, alla fine dell’ultima assemblea, il commissario lasciò gli uffici di Collecchio al volante del suo «Pandino». Anche sulle auto blu ci saranno nuovi interventi e la valanga di mail ha dato la spinta finale. La regione dalla quale sono arrivate più segnalazioni è la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Campania. Ma, considerando il rapporto con il numero degli abitanti, ai primi posti ci sono Marche, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. Dal Centro Italia sono arrivate molte segnalazioni sul risparmio energetico. Non solo consigli di buon senso, come le luci accese negli uffici anche di notte o il riscaldamento che va pure quando non serve e bisogna tenere le finestre aperte. Ma anche piani più strutturati come quello inviato da «Cielobuio», e imitato poi da molti altri, un’associazione che da 15 anni si batte contro l’inquinamento luminoso. Sono stati tra i primissimi a mandare i loro consigli, alle 9 e 7 minuti del 2 maggio. Dicono che per l’illuminazione pubblica l’Italia spende un miliardo di euro l’anno, che abbiamo il più alto numero di punti luce d’Europa, oltre 600 per chilometro quadro, il doppio della Francia o della Gran Bretagna. E per questo chiedono di spegnerne la metà dopo le undici di sera. Non ci sarà questo tra le misure adottate dal governo ma, oltre a quella telefonica, ci saranno anche misure per ridurre la bolletta della luce pubblica. Un altro suggerimento che sarà accolto è quello per la riduzione dell’uso della carta. Mail e computer consentono oggi di «dematerializzare» le procedure con un risparmio per le casse pubbliche che — solo per la fatturazione elettronica — il Politecnico di Milano ha stimato in 6 miliardi di euro l’anno. Proprio la fatturazione elettronica era prevista dalla Finanziaria del 2007 ma ad oggi non è stato ancora approvato il decreto ministeriale che avrebbe dovuto disegnare un percorso a tappe per eliminare la carta. Anche questa pratica è sul tavolo del commissario Bondi. Come quella sulla metratura degli uffici. Molti avevano sorriso (e qualcuno aveva tremato) quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda aveva avvertito un gruppo di dirigenti: «Invece di stare in splendidi uffici da 40 metri quadrati ci si deve rassegnare a stare in un ufficetto da 15 metri». Anche su questo sono arrivate diverse segnalazioni e sono pronte nuove regole. Utilizzando il modello adottato dall’Istat per i sui nuovi uffici all’Eur dove i dirigenti hanno a disposizione 16 metri quadrati, appena uno in più rispetto all’avvertimento di Giarda. L’ultimo gruppo di suggerimenti che dovrebbe essere accolto riguarda l’assenteismo. Qui le segnalazioni sono state tantissime, alcune al limite della delazione. E il governo dovrebbe intervenire razionalizzando i sistemi di rilevamento delle presenze. Oggi badge e tornelli seguono logiche diverse, complicando i confronti tra virtuosi e meno virtuosi. E anche le misure da prendere per correre ai ripari. Lorenzo Salvia