Stefano Semeraro, La Stampa 25/6/2012, 25 giugno 2012
Wimbledon quest’anno dura 40 giorni. Inizia oggi e chiude il 5 di agosto. Un lungo mese verde per un torneo infinito - anzi due
Wimbledon quest’anno dura 40 giorni. Inizia oggi e chiude il 5 di agosto. Un lungo mese verde per un torneo infinito - anzi due. The Championships, I Campionati, il Wimbledon vero e (quasi) immutabile nei secoli, che quest’anno celebra la sua 126esima edizione. E poi l’altro, il falso Wimbledon se volete chiamarlo così, il torneo olimpico che come è già successo una volta nella storia, nel 1908, si disputerà sui praticelli gestiti dall’All England Club. In realtà due eventi ben diversi – per formato, spirito, partecipazione, colori - ma uniti dalla superficie, la più antica e gloriosa del tennis. Due diversi splendori dell’erba, due facce dello stesso Tempio. Nel 1908, in piena epoca edoardiana, il lawn tennis era ancora uno sport giovane, le Olimpiadi della modernità uno spettacolo bambino, se non neonato, spalmato nell’arco di quasi sei mesi, da aprile a ottobre. Il tennis, che sarebbe uscito dal programma olimpico dopo il 1924 per un esilio durato fino all’88, allora prevedeva due tornei: il primo indoor – ospitato al Queen’s, dove si presentarono solo inglesi e svedesi, vinto dallo stesso Arthur Gore che poi avrebbe trionfato a Wimbledon – e il secondo all’aperto, che si giocò nella vecchia sede dell’All England Club, a Worple Road, una settimana dopo la fine dei Championships. Più aristocratico, prestigioso, elitario il (doppio) torneo «vero». Più vive, alternative, giovani e spontanee le Olimpiadi, che portarono a Worple Road atleti di nazioni che allora non avevano molto da spartire con il tennis. Un copione che si ripeterà quest’anno. Rispetto al torneo che inizia oggi il Wimbledon dei Giochi sarà infatti molto diverso, a partire dal formato e dai criteri di selezione. I Championships durano due settimane e hanno tabelloni a 128 posti, a cui si accede esclusivamente per diritto di classifica (Atp e Wta), mentre alle Olimpiadi, che nel tennis dureranno 9 giorni, il «draw» di singolare di posti ne ha solo 56. Inoltre ciascuna nazione può contare al massimo su 4 rappresentanti e i vari Comitati Olimpici possono utilizzare criteri di ammissione più restrittivi rispetto al ranking nudo e crudo. Risultato: parecchi tennisti che saranno in campo a Wimbledon, i Giochi dovranno vederseli in tv, o accontentarsi del doppio (come il n.17 del mondo Feliciano Lopez). E le sorprese saranno incoraggiate. «Se sei forte i cinque set ti tutelano di più, specie sull’erba», spiega Roger Federer, che a Londra insegue il settimo titolo a Wimbledon ma anche una medaglia d’oro in singolare che finora gli è sempre sfuggita (in doppio se l’è messa al collo a Pechino). «Quando giochi tre set su cinque puoi sempre raddrizzare una partita, con il formato due set su tre basta una pausa e sei fuori». Il tennis a cinque cerchi, insomma, avrà un carattere più crudele di quello degli Slam, ma anche un look decisamente più colorato. Per la prima volta infatti a Wimbledon cadrà uno dei comandamenti base dei Championships: l’obbligo di indossare completi «prevalentemente» bianchi. Sul Centre Court sfileranno atleti in maglietta e calzoncini inopinatamente variopinti, intonati ai colori delle diverse nazioni. E non solo: la deregulation cromatica investirà tutto l’impianto, dove – a dar retta alle indiscrezioni – il tradizionale abbinamento «purple and green», il viola e verde dell’All England Club, sarà sostituito da un rosa di tonalità ancora da decifrare. Il Tempio, peraltro, si aprirà inoltre ai marchi degli sponsor dei Giochi, e quindi al logo della Slazenger e della Rolex, gli unici che hanno normalmente cittadinanza sul Centre Court, apparirà, ad esempio, quello «eretico» di McDonald’s. I cheeseburger accanto alle fragole con panna, chi l’avrebbe mai detto. «In pratica – sorride sornione Neil Harman, storico inviato del Times – l’All England Club consegnerà il circolo chiavi in mano al Cio e all’Itf. Con la preghiera di restituirlo non troppo in disordine…».