Giovanni Caprara, Corriere della Sera 25/6/2012, 25 giugno 2012
«Illuminerò Catania e risparmieremo energia». Lo dice, quasi come uno slogan e, prima di tutto, sprizzando orgoglio cittadino, Giuseppe Tomarchio che con la sua società Gemmo, di cui è direttore generale, aveva vinto la gara per la prima operazione del genere in Italia: sostituire con i Led le vecchie lampadine dei lampioni pubblici
«Illuminerò Catania e risparmieremo energia». Lo dice, quasi come uno slogan e, prima di tutto, sprizzando orgoglio cittadino, Giuseppe Tomarchio che con la sua società Gemmo, di cui è direttore generale, aveva vinto la gara per la prima operazione del genere in Italia: sostituire con i Led le vecchie lampadine dei lampioni pubblici. «I lavori sono già in corso e li completeremo entro sei mesi», aggiunge. Lo storia inizia nel novembre dell’anno scorso quando il progetto di Tomarchio proiettato sulla Sicilia e la Sardegna viene approvato dalla Consip, la società del ministero dell’Economia e delle Finanze che sovrintende a questo genere di iniziative per le amministrazioni pubbliche. Alla nuova tecnologia dei Led (diodi emittenti luce) si guarda sempre più con crescente interesse per vari motivi. Prima di tutto perché dal settembre prossimo le vecchie lampade a tungsteno sono bandite ufficialmente, e del tutto, dall’Unione Europea in seguito ad una decisione presa ancora nel 2009. Thomas Edison che le aveva inventate 130 anni fa negli Stati Uniti, ha fatto il suo tempo ed ora ci sono altri sistemi che, soprattutto, tagliano i consumi come si cerca di fare un po’ dovunque. Il Led, inventato nel 1962 dall’americano Nick Holonyak Jr. dell’Università dell’Illinois, è un dispositivo optoelettronico che sfrutta le proprietà di alcuni materiali semiconduttori generando spontaneamente fotoni, cioè particelle luminose. Tuttavia, è solo grazie ai miglioramenti effettuati nell’ultimo decennio che il dispositivo ha accresciuto il suo rendimento diventando un protagonista vincente del nuovo mondo della luce. In particolare, perché consente di economizzare in maniera significativa. Il 19 per cento dei consumi energetici mondiali dipende dall’illuminazione in generale. Inoltre per produrre l’energia necessaria si genera CO2 e le emissioni di gas relative pesano per un sei per cento del totale. «Stiamo installando 20 mila Led — nota Tomarchio — sostituendo il 70 per cento dei vecchi sistemi impiegati nella rete e diventando, così, anche in Europa il primo centro urbano a compiere un intervento tanto rilevante anche per le conseguenze che genera». A seconda del tipo, un Led ha una vita molto più lunga (da 50 mila a 100 mila ore) rispetto alle lampade tradizionali e già questo riduce pure i costi di manutenzione che non sono trascurabili. Il loro impiego ridurrà i consumi della città del 40 per cento e facendo un conto della diminuzione di anidride carbonica equivalente significa tagliare 58 mila tonnellate di CO2 in nove anni. «Questo è il periodo nel quale l’operazione si ripaga — precisa Tomarchio —. Noi abbiamo investito attraverso le banche 10 milioni di euro e il Comune di Catania con il risparmio del 40 per cento si pagherà il rinnovo degli impianti. E dopo nove anni nei suoi bilanci taglierà la spesa dell’illuminazione del 40 per cento». E i vantaggi si manterranno per oltre due decenni considerando che la «vita tecnica» del nuovo sistema è valutata in circa trent’anni. Il partner tecnologico dell’impresa catanese è Philips Lighting fornitrice dei Led e impegnata nel programma internazionale di sperimentazione «LightSavers» mirato a trovare la soluzione più adeguata a seconda degli ambienti, coinvolgendo 12 città: da New York (Central Park) a Londra, da Hong Kong a Sydney, da Toronto a Kolkata. L’installazione della nuova tecnologia nel centro siciliano in realtà è ben più complicata di quanto possa sembrare. Non si tratta, infatti, di sostituire soltanto delle lampadine con i Led ma di realizzare pure una rete intelligente di sensori e di comandi in grado di rilevare le esigenze locali di luce e di modulare in base alle necessità, dove e quando serve, l’erogazione attraverso un telecontrollo. «Ciò permetterà — si aggiunge — un utilizzo più appropriato dell’impianto che oltre ad evitare sprechi garantirà anche una maggiore sicurezza alle strade cittadine». L’operazione della Gemmo si sta, intanto, estendendo in altre città e la prima ad essere più vicina alla realizzazione dovrebbe essere Oristano, in Sardegna. Compiuta sempre secondo il criterio dell’innovazione che si autoripaga. Giovanni Caprara