Luca Veronese, Il Sole 24 Ore 23/6/2012, 23 giugno 2012
LA VITA A MADRID CON I TASSI AL 7% - A
Madrid la metropolitana si ferma di notte, per risparmiare. Quando i ristoranti di Plaza de Santa Ana cominceranno a riempire i primi bicchieri di birra e a servire le prime tapas, l’ultimo treno della rete cittadina inizierà la sua ultima corsa. Quando la musica comincerà a vibrare nei locali del centro, i dipendenti del trasporto pubblico avranno già finito il turno da ore. La metropolitana sarà in funzione dalle 6.00 fino alla mezzanotte durante la settimana mentre manterrà la chiusura attuale dell’1.30 solo nel weekend. Orari abituali per Roma e Milano, perfino per Londra e Berlino, ma non per Madrid.
Addio movida, la crisi economica si porta via i ricordi di una città rinata di notte dopo la dittatura e che della notte aveva fatto il suo manifesto di libertà e stravaganza. Gli anni Ottanta raccontati da Pedro Almodovar sono lontani: Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio se ne vanno a dormire sempre prima. Ma stanno scomparendo con sorprendete rapidità anche i sogni e il benessere accompagnati dai Governi di Aznar e Zapatero.
«Abbiamo deciso di anticipare la chiusura del servizio metropolitano per allineare gli orari di Madrid a quelli di altre grandi città spagnole come Barcellona e Bilbao», dice Pablo Cavero, l’assessore ai Trasporti della regione, competente anche sulla viabilità della capitale. Una scusa debole per giustificare un nuovo taglio alla spesa pubblica, la necessità improrogabile - così dicono il Governo nazionale e gli esperti di Bruxelles - di ridurre il deficit di bilancio: dopo aver sforato in modo clamoroso gli obiettivi del 2011, la Comunità autonoma di Madrid nel primo trimestre dell’anno ha già accumulato un disavanzo di 185 milioni di euro.
La chiusura anticipata è l’ultima trovata, dopo che Madrid ha raddoppiato nell’ultimo anno, fino a portarlo a due euro, il prezzo del biglietto della metropolitana, dopo che il nome delle stazioni è stato ceduto alla sponsorizzazione con la centralissima Sol diventata Sol Galaxy Note in onore al nuovo modello di smartphone prodotto dalla Samsung. La Regione spiega nel suo piano che lo stop notturno «permetterà di risparmiare quattro milioni di euro all’anno senza licenziamenti del personale dell’azienda dei trasporti».
È la condanna di un Paese che si sta abituando a sopravvivere con i tassi di interesse sul debito al 7%, che ha promesso in Europa un rigore nel bilancio pubblico quasi impossibile da rispettare. Nonostante le tasse e i tagli alla spesa decisi dal premier Mariano Rajoy. O forse proprio a causa dell’austerity che si accanisce su un’economia entrata di nuovo in recessione.
Alle Regioni che controllano oltre un terzo delle uscite pubbliche nazionali, viene chiesta (quasi imposta) dal Governo nazionale una riduzione complessiva della spesa per quest’anno di quasi 35 miliardi: per forza di cose dovranno essere ridotti i fondi a disposizione di scuole e ospedali che lo Stato, in un’organizzazione federalista spuria, ha delegato alle Comunità autonome. Valencia si è già allineata introducendo nuovi ticket sui medicinali: le famiglie con reddito superiore a 18mila euro devono pagare di tasca propria il 50% dei farmaci acquistati con ricetta; ai pensionati viene chiesto un contributo del 10%; per tutti quelli che guadagnano più di 100mila euro all’anno il ticket sale al 60 per cento. Perfino la rossa Andalusia - l’unica grande Regione, assieme alla Catalogna - a non essere governata dal Partito popolare di Rajoy ha dovuto accettare una pesante riduzione della spesa sanitaria e ha dovuto affrontare la dura protesta dei sindacati negli ospedali. In Catalogna, la ricca Regione del Nord guidata dai partiti nazionalisti locali, le famiglie infuriate sono arrivate fino al Parlamento di Barcellona per manifestare contro l’eliminazione di dieci scuole in altrettante cittadine. Ma c’è poco da fare, anche il Governo spagnolo come le Regioni, sembra non avere scelta. Costretto a piegarsi al salvataggio dell’Unione europea, impotente di fronte alla pressioni dei mercati e al rischio di collasso delle banche
«La chiusura anticipata delle metropolitana - spiega l’assessore ai Trasporti della Regione di Madrid - avrà un impatto limitato sui cittadini: dopo la mezzanotte viaggiano sui treni solo 24mila utenti, meno dell’1% dei 2,5 milioni che utilizzano il servizio tutti i giorni». La disoccupazione è al 25% e la movida è finita, da tempo.