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 2012  giugno 23 Sabato calendario

È ANCORA ALLERTA ASTE: PER L’ITALIA 19 MILIARDI - A

mettere il dito nella piaga ci ha pensato ieri il premier spagnolo Mariano Rajoy, in conferenza stampa a Roma, enumerando al primo posto di cinque punti l’accordo stretto tra Italia, Germania, Francia e Spagna sulla necessità di ridurre gli alti debiti pubblici. La crisi dell’euro è infatti prima di tutto una crisi di debito pubblico, lievitato in alcuni Stati per colpa di improvvisi salvataggi delle banche e dello scoppio delle bolle immobiliari, in altri per via di deficit eccessivi, bassa crescita e scarsa competitività, in altri ancora per i buchi divenuti voragini del settore ora pubblico, ora privato. I rendimenti elevati e in continuo rialzo dei titoli di Stato italiani e spagnoli sono al momento una delle questioni più pressanti: e le aste sono appuntamenti temutissimi da emittenti e investitori.
La prossima settimana sarà dominata tanto dal summit del Consiglio europeo quanto dai collocamenti dei bond governativi. Dal Tesoro italiano arriveranno martedì CTz e BTp indicizzati all’inflazione tra i 2,5 e i 4 miliardi, seguiti mercoledì da 9 miliardi di BoT semestrali. Giovedì sarà il turno dei BTp a cinque e dieci anni, con ammontari attesi totali tra 4 e 6 miliardi. Il primo luglio scade un BTp per 17 miliardi. La Spagna emetterà martedì Letras a 3 e 6 mesi, con un importo stimato da Unicredit tra 1,5 e 2,5 miliardi.
La seconda metà dell’anno sarà impegnativa per l’Italia e anche per la Spagna sul mercato primario dei titoli di Stato, dove la Bce non può intervenire per statuto con gli acquisti dal Securities markets programme. Efsf ed Esm, invece, pur potendo sostenere i prezzi in asta acquistando direttamente, difficilmente verranno in aiuto agli Stati in difficoltà calmierando i rendimenti sul primario, a causa del lento reperimento delle risorse impiegabili.
Rbs ha calcolato che l’Italia dovrà emettere quest’anno 227 miliardi di titoli di Stato a medio-lungo termine (inclusa la quota di versamento del capitale paid-in dell’Esm ed esclusi i BoT): finora ne ha collocati per 104 miliardi, pari al 45,8% del programma 2012, e di conseguenza resterebbero aste entro la fine dell’anno per 123 miliardi circa. Il calo dei compratori stranieri, finora compensato con maggiori acquisti da parte degli investitori domestici istituzionali e retail, potrebbe costituire un problema per le emissioni autunnali più pesanti, nel caso in cui la crisi del debito sovrano europeo dovesse perdurare con un contagio fuori controllo. Compratori extra, come la Bce oppure l’Efsf, al momento stanno al palo.
Sempre secondo le stime di Rbs, la Spagna ha collocato finora Bonos a medio-lungo termine per 55 miliardi su un totale atteso per il 2012 di 98 (esclusa la ricapitalizzazione delle banche). Restano aste per 47 miliardi entro la fine dell’anno. Come nel caso dell’Italia, anche la Spagna finora è stata in grado di aumentare gli acquisti degli investitori domestici per assorbire le vendite provenienti dagli stranieri: ma questa strategia è sostenibile, sul medio-lungo termine, solo se abbinata a una risoluzione definitiva e tempestica della crisi dell’euro.