Chiara Beria d’Argentine, La Stampa 18/6/2012, 18 giugno 2012
Paura? Sicuramente non mollo ma la vita cambia», dice Luigi Predeval. «I carabinieri mi hanno detto che stanno indagando e di stare tranquillo: “Se uno ti minaccia non ti spara”
Paura? Sicuramente non mollo ma la vita cambia», dice Luigi Predeval. «I carabinieri mi hanno detto che stanno indagando e di stare tranquillo: “Se uno ti minaccia non ti spara”. Spero sia vero! E’ una vergogna essere minacciato di morte solo perché cerco d’eliminare le cose poco pulite e contribuire così a fare un Paese normale». Un mese fa Predeval, presidente di Sogemi Spa, la società che per il Comune di Milano gestisce l’Ortomercato, il più grande mercato agroalimentare all’ingrosso d’Italia, è in una riunione quando riceve una telefonata dal «Corriere della Sera». In maniera irrituale viene così a sapere che a un indirizzo sbagliato (la sede milanese del Coni vicino all’Ortomercato) è arrivata una lettera minatoria per lui e il direttore generale della società, Stefano Zani. «Nessuno mi ha nemmeno chiesto se avevo dei sospetti; mi hanno solo detto che era un foglio con caratteri di giornali ritagliati e incollati. Purtroppo era passata per troppe mani», spiega. Siamo nello studio del manager, 11° piano del palazzo Sogemi, con vista a 360° gradi sulla più grande industria di Milano: 680 mila mq di superficie tra parcheggi e capannoni (molti quelli costruiti 50 anni fa, ormai fatiscenti) per un perimetro di 4 chilometri. Una città nella città dove ogni giorno circolano 6 mila persone e scaricano 500 Tir; e ogni anno sono movimentati 1 milione di tonnellate di prodotti. Ma c’è ben altro. Affitti non pagati, rapine, caporalato, lavoro nero, aggressioni: l’Ortomercato è una sorta di Far West tanto da finire sotto i riflettori di inchieste sull’infiltrazione di mafia e ‘ndrangheta al Nord. Chi osa rompere l’omertà come Josef Dioli, coraggioso sindacalista della Cgil, viene pestato. «L’Ortomercato è il terminale di una piaga che comincia chilometri lontano da Milano con lo sfruttamento nei campi degli extracomunitari pagati 10 euro al giorno e costretti a dormire in baracche», sostiene Luigi Prevedal. Laurea in Economia alla Cattolica, una brillante carriera tra società di consulenza (4 anni in McKinsey) e grande distribuzione (ha lavorato 10 anni in Unilever, 9 anni nel gruppo Sme; poi, con i tedeschi di Metro e i francesi di Carrefour per i quali ha sviluppato la catena di negozi Media World) prima di sbarcare in Sogemi Predeval pensava che l’esperienza più difficile della sua vita fosse stata quella di gestire (lui è di fede milanista) dal 1998 al 2000 i conti dell’Inter di Massimo Moratti. «Una mission impossible!», sorride. Nel maggio 2010 è un’altra Moratti, l’allora sindaco Letizia, a proporgli una poltrona ancor più scomoda. Prevedal accetta un po’ per gusto della sfida («Di Sogemi si parlava solo come ricettacolo d’attività criminali») molto perché convinto che l’Ortomercato sia una infrastruttura strategica per il sistema Italia. «Siamo il più importante Paese europeo per la produzione e consumo di ortofrutta e anche se noi stiamo a Milano i prodotti vengono soprattutto dal Sud». Unico presidente di una società partecipata confermato l’anno scorso dal nuovo sindaco Giuliano Pisapia, 55 mila euro lordi di stipendio l’anno, Luigi Predeval non si può limitare a occuparsi di conti e ristrutturazioni e, con il sostegno in questi mesi soprattutto dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, dei sindacati, di tanti operatori «puliti» e di Mattia Calise del Movimento 5 stelle (si batte perché sia ripristinato un posto fisso di Polizia) dichiara guerra all’illegalità. Sgomberi di zone dell’Ortomercato occupate abusivamente da personaggi con pesanti precedenti penali, tessere con impronte digitali d’identificazione per impedire l’ingresso a balordi e clandestini, software per controllare che le cooperative di facchinaggio paghino ai dipendenti le ore effettivamente lavorate e i contributi. In pochi mesi su 26 cooperative 14 vengono estromesse per irregolarità e delle 10 superstiti altre 3 sospese dal lavoro per 15, 20 giorni. Ottimi risultati, molti nemici. Prevedal e Zani non hanno una scorta ma solo una guardia ciascuno, a libro paga di Sogemi. Anche questa è Milano, la metropoli che deve ospitare l’Expo.