Wall Street Journal 21/6/2012, 21 giugno 2012
PER GIORGIO TRADUZIONE WALL STREET JOURNAL DA MASSIMO PARRINI
EMPLOYEMENT, ITALIAN STILE
Il primo ministro italiano Mario Monti ha emanato un nuovo “decreto crescita” per resuscitare la moribonda economia italiana. Tra le altre iniziative, il piano di 185 pagine propone prestiti agevolati per Ricerca & Sviluppo aziendali, crediti fiscali per imprese che assumono personale con alto livello d’istruzione, e oganici ridotti in alcuni ministeri. Mette persino in vendita un po’ di beni dello Stato.
Potrà qualcuna di queste misure risolvere i problemi dell’economia italiana? Solo nel senso che teoricamente è possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia. Permetteteci, allora, di spiegare perché l’economia italiana è in stagnazione.
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Immagina di essere un ambizioso imprenditore italiano che cerca di avviare un nuovo business. Sai che dovrai pagare almeno due-terzi dei contributi sociali dei tuoi dipendenti. Sai anche che avrai problemi una volta che assumi il tuo sedicesimo dipendente, poiché questa assunzione farà scattare clausole che rendono impossibile, o molto costoso, il licenziamento di un lavoratore.
Ma c’è molto di più. Quando assumi il dipendente numero 11, devi presentare ogni anno alle autorità nazionali un’autocertificazione in cui si elencano i pericoli per la salute e per la sicurezza che corrono i tuoi dipendenti. Tra questi pericoli: lo stress connesso al lavoro, quello causato dalle differenze di età o genere o di razza. Devi anche segnalare quali misure precauzionali e individuali hai preso per prevenire i rischi, quali procedure per metterle in atto, i nomi dei dipendenti responsabili della sicurezza, il nome del medico incaricato degli accertamenti.
Supponiamo ora che tu decida di ingrandirti. Quando assumerai il tuo sedicesimo dipendente, i sindacati potranno formare un consiglio di fabbrica e i lavoratori eleggere i loro rappresentanti. Se crescerai ancora, aumenterà il numero dei rappresentanti dei lavoratori. Ognuno di loro, per svolgere la sua attività di sindacalista, avrà diritto a otto ore di permesso mensile retribuito. La dirigenza dovrà consultare questi sindacalisti su tutto: dalla parità sessuale all’introduzione di nuove tecnologie.
Assumere il n. 16 significa anche che il tuo prossimo assunto dovrà essere un disabile. Quando la tua azienda raggiungerà il 51° dipendente, il 7% del monte salari dovrà essere in qualche modo disabile, altrimenti la tua società dovrà pagare delle multe. In tempi di crisi, la tua società potrà chiedere di essere esentata da queste cose. Da valutare bene: come tutto in Italia, è un testa e croce e i documenti da produrre sono una montagna.
Quando avrai assunto il tuo 101° dipendente, ogni due anni dovri presentare una relazione relativa alla "dinamica di genere" della tua società. Significa produrre un tabulato contenente l’elenco dei dipendenti diviso per maschi e femmine, specificando le unità di produzione di ciascuno, funzioni, livello gerarchico, indennità e premi, date e ragioni del reclutamento, promozioni e trasferimenti, stima dell’impatto sui ricavi.
Il sistema permette certe esenzioni, a condizione che la tua società resti piccola, o che tu assuma il giusto genere o che tu operi in certe aree. Le aziende industriali e della sicurezza sono esentate dal pagamento nel fondo nazionale per la disoccupazione temporanea se hanno meno di 16 dipendenti; le società al dettaglio o del turismo non devono cominciare a versare certi contributi finché non assumono il 51° lavoratore; le società commerciali hanno alcune agevolazioni finché non assumono il 201° dipendente.
Qui c’è un’altra possibile scappatoia: le imprese adesso ricevono crediti fiscali fino al valore di 15,200 € per i nuovi assunti a tempo indeterminato, lo scaglione superiore essendo riservato ai nuovi assunti che sono anche donne o che hanno meno di 35 anni e che risiedono in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Anche le aziende con meno di 250 dipendenti possono godere dell’esenzione per tre anni dalle tasse sui profitti, un benefit che fu concessa nel 2010 alle piccole e medie imprese che avrebbero i loro profitti per “innovazioni” o per approntare “reti” con altri piccoli imprenditori delle vicinanze.
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Tutte queste protezioni e assicurazioni, insieme con la burocrazia che le sovrintende, sottraggono il 47,6% al salario medio italiano (dati Ocse). Due terzi di questo taglio viene a monte: cioè molti lavoratori italiani non sanno quanto costano ai loro datori di lavoro.
Ma tu, come datore di lavoro, lo sai. E questo spiega cerchi di restare piccolo e di fare, per quanto possibile, affari in nero. Questo mercato grigio e nero conta per più di un quarto dell’economia italiana. Contribuisce anche a portare la disoccupazione al 10%, il massimo degli ultimi 12 anni, e le previsioni sul Pil a una contrazione dell’1,3% quest’anno.
Nonostante tutto, chissà: con un po’ di fortuna, potresti trovare una scappatoia nel nuovo decreto crescita di Monti che ti permetterà di assumere un po’ più di dipendenti senza incorrere in troppo costi. A condizione, si presume, che tutti i nuovi assunti siano disabili sardi con gli occhi blu di età compresa tra 46 e 53 anni.
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