Andrea Nicoletti, 27/6/2012, 27 giugno 2012
E ADESSO C’è CHI ASSOLVE L’UOMO NERO
Chi l’avrebbe mai detto che le compagnie petrolifere potevano fare la parte dei «buoni». Lo sconto dell’Eni di 20 centesimi sulla benzina nei weekend viene incontro agli italiani che per fare il pieno subiscono un salasso. L’operazione peserà per 180 milioni sulle casse dell’azienda ma dovrebbe ripagarsi, dice il numero uno Paolo Scaroni, in migliore reputazione e più ampie quote di mercato. Esso e Q8 sono già passate al contrattacco. Pero la mossa non piace all’Assopetroli (le piccole aziende del commercio e della distribuzione), che ha presentato un ricorso all’Antitrust contro un’iniziativa lodevole nello spirito ma in odore di dumping» E allora, i petrolieri sono buoni o cattivi? Secondo la Nomisma Energia, società di ricerca indipendente, sono oggetto di attacchi ingiustificati. Ecco tre luoghi comuni da sfatare, sempre secondo la Nomisma, e tre curiosità sulla benzina, la meno amata dagli italiani.
I 3 miti da sfatare
II prezzo detta benzina sale più velocemente di quanto scenda.
Non è vero che il prezzo del carburante alla pompa salga più rapidamente di quanto scenda. "È solo una percezione dei consumatori" dice Davide Tabarelli, presidente della Nomisma Energia. Numeri alla mano, la doppia velocità non esiste e l’impressione che i listini siano troppo veloci a salire quando aumenta il costo del petrolio e troppo lenti a scendere quando accade il contrario viene smentita da tutte le nostre rilevazioni: i prezzi si muovono in su e in giù con lo stesso ritmo».
I prezzi dai distributori sulla rete auto stradai a sono più alti.
Falso. Era così ai tempi della lira, oggi la Società Autostrade impone ai 400 gestori di tenere il costo più basso rispetto a quello praticato dalle pompe appena fuori dal casello. Più butano il confronto non vale. «Il pregiudizio sui prezzi più alti» dice il presidente delle imprese autostradali Stefano Cantarelli «è smentito dai fatti: il self service delle autostrade è più economico della rete ordinaria». Non di molto, però; 1 centesimo a litro il record di sconto sul gasolio, la scorsa settimana, ma in media siamo su valori di 0,038 euro in meno rispetto al benzinaio di città.
Le tre verità nascoste
Chissà perché il prezzo aumenta sempre prima delle vacanze...
«Una polemica che si ripete sempre, a ridosso di ponti e festività. Ma non è vero» Negli ultimi tre anni è successo in maniera eclatante solo una volta, prima delle vacanze estive del 2011, quando il pieno aumentò di 3 centesimi al litro a causa della crisi internazionale. Per il resto le variazioni in alto o in basso si compensano. La verde è scesa di 0,02 euro a Pasqua e a Natale per due anni consecutivi, nel 2009 e nel 2010, ed è calata di 0,01 euro alla vigilia del ponte del Primo maggio dell’anno scorso e di quello prima.
1 Il costo reale della benzina è soltanto di 10 centesimi.
È quello che si paga in Venezuela: qui nessuno ha margini di guadagno sulla vendita del carburante. Da Caracas a Milano cosa succede? I balzelli iniziano subito: la compagnia di perforazione paga una fee di 60 centesimi al litro al governo del paese, il trasporto con navi e camion costa altri 2,5 centesimi,stessa cifra per la raffineria. Poi c’è il guadagno netto delle compagnie, Secentesimi, e altri 5,7 tra margini del distributore e spese al dettaglio. Ma anche cosi restiamo a meno di un euro al litro; perché la paghiamo il doppio? Tutte tasse (54 per cento del costo finale, che garantiscono allo Stato entrate per 37 miliardi»
Le compagnig petrolifere non fanno extra profìtti.
È capitato nel mese di marzo, quando rispetto al prezzo ottimale, che considera i costi di produzione e distribuzione, quello effettivamente praticato alla pompa risultava più alto di 2,4 centesimi al litro per il gasolio e di 7,7 per la benzina. Una differenza che per Eni, Esso e le altre poteva significare incassi extra tra i 50 e i 100 milioni di euro al mese. Poi invece la situazione si è ribaltata e i superguadagni annullati» I uso m ma, in un anno alti e bassi si compensano e alla fine la differenza fra il prezzo giusto e quello di listino è zero»