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 2012  giugno 22 Venerdì calendario

VOLTI NUOVI DEL CAV: NOVARI E MISTER GROM


La vecchia macchina da guerra di Silvio Berlusconi è uscita dal garage dove da qualche tempo stazionava impolverata. Come negli anni ruggenti della sua ormai lunga storia politica il Cavaliere sta rodando la sua prossima campagna elettorale. Predisponendo piani, ideando nuove macchine da guerra, sfoderando idee come da tempo non accadeva. L’ultima – che è qualcosa più di una idea- viene dalle liste civiche nazionali che potrebbero affiancare il Pdl nella prossima campagna elettorale convergendo - se resta il porcellum, su un candidato premier comune. La lista che sta più a cuore a Berlusconi è quella dei manager e degli imprenditori, che secondo lui sono «le vere vittime di questo 2012». Secondo Panorama (lo ha scritto Augusto Minzolini) il Cavaliere avrebbe dato mandato alla sondaggista di fiducia Alessandra Ghisleri di verificare il gradimento di un misterioso trio di candidati provenienti dal mondo delle imprese, immaginando uno di loro come possibile candidato premier appoggiato anche dal Pdl alle prossime elezioni. Secondo quanto risulta a Libero il sondaggio sta avvenendo in questo momento certamente su due nomi di peso, forse ignari di questi studi, forse già direttamente interessati al progetto. Si tratta di un manager di esperienza come Vincenzo Novari, amministratore di H3G in Italia, uomo simbolo del lancio e del successo dei telefonini Tre (dopo avere partecipato da manager al lancio del secondo gestore di telefonia mobile, Omnitel poi divenuto Vodafone). Il secondo nome è quello di Guido Martinetti, un enologo che è stato socio fondatore nel 2003 dei gelati Grom, una delle storie di maggiore successo imprenditoriale di questi anni. Martinetti fondò l’azienda a Torino insieme a un amico analista finanziario, Federico Grom (che ha dato il nome alle gelaterie). I due investirono 65mila euro di propri risparmi, chiesero ed ottennero un prestito bancario da 60mila euro e aprirono la prima gelateria. Nove anni dopo fatturano più di 16 milioni di euro dopo avere aperto 45 gelaterie in 34 città italiane e 5 città estere. Ci sono quattro gelaterie Grom a Tokyo, tre a New York, una a testa ad Osaka, Malibù e Parigi. Martinetti e Novari non sono gli unici esponenti della società civile ad essere testati in focus group e veri e propri sondaggi o verifiche di gradimento. Ci sono ad esempio già i primi risultati di una lista Vittorio Feltri, che oggi potrebbe ottenere fra il due e il cinque per cento dei consensi (che non è poco come inizio sul mercato politico). Tutto questo gran lavorio del Cavaliere indica però che lui per primo pensa ad elezioni non così lontane. Lo ha fatto capire ai suoi nel vertice di martedì notte, in cui ha avuto passaggi non proprio entusiasmanti nei confronti dell’attuale premier Mario Monti, lo ha fatto trapelare all’esterno il giorno dopo con le sue dichiarazioni contro l’euro che potrebbero diventare uno dei motivi trainanti della campagna elettorale. Il Cavaliere è apparso anche piuttosto freddo mercoledì durante una telefonata che Monti gli aveva fatto per ringraziarlo dell’appoggio pubblicamente datogli assicurando una rapida approvazione della riforma del lavoro. «Però poi bisogna cambiarla », ha sibilato Berlusconi, andando anche oltre: «Ma tu dal vertice del 28 devi davvero portarci qualcosa di importante». Il Cavaliere è stato più esplicito poi raccontando ad amici quel colloquio: «Monti è stato chiamato con tre regole di ingaggio. Due ormai non ci sono più. La terza è tutta appesa al filo di quel vertice del 28. O porta a casa un risultato vero per l’Italia in grado di compensare il grandissimo sacrificio fatto dal Pdl e anche dal Pd in questi mesi per sostenerlo, o non ha più senso andare avanti». Il timore di Berlusconi è quello di arrivare solo con macerie non più recuperabili a un voto nella primavera 2013: «Altri nove mesi di appoggio a Monti come ora rischiano di essere un suicidio». La stessa convinzione sta dilagando fra i gruppi parlamentari del Pdl, dove l’ipotesi di una crisi a luglio non è più tabù. «Vero», sostiene uno dei loro dirigenti, «Berlusconi per la prima volta dal dicembre scorso ha ventilato questa possibilità. Ma per esserne certi, bisogna superare la prova più importante: quella Letta-Confalonieri…».