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 2012  giugno 21 Giovedì calendario

«Uscire dall’euro non è una bestemmia» - Eppoi uno dice le smentite. Sono passati venti giorni esatti da quando il Cavaliere - dopo ore di estenuante pressing da parte di Al­fano e Letta - aveva smentito di aver ipotizzato un’uscita dell’Ita­lia dalla moneta unica o in alterna­tiva la «pazza idea» di far stampare euro direttamente alla Banca d’Ita­lia e rieccoci qui

«Uscire dall’euro non è una bestemmia» - Eppoi uno dice le smentite. Sono passati venti giorni esatti da quando il Cavaliere - dopo ore di estenuante pressing da parte di Al­fano e Letta - aveva smentito di aver ipotizzato un’uscita dell’Ita­lia dalla moneta unica o in alterna­tiva la «pazza idea» di far stampare euro direttamente alla Banca d’Ita­lia e rieccoci qui. I toni sono decisa­mente più soft e misurati, ma con la differenza che quella del primo giugno era una riunione a porte chiuse con deputati, senatori ed europarlamentari del Pdl mentre ieri Berlusconi ha parlato durante la presentazione di un libro davan­ti a telecamere e registratori. «Non credo sia una bestemmia l’ipotesi di uscire dall’euro, così da poter pensare a procedere con una sva­lutazione competitiva», dice l’ex premier. «La soluzione principale - precisa- è che la Germania si con­vinca che la Bce deve fare la banca di garanzia, pagare i titoli ed emet­tere moneta». Se così non fosse, «se Berlino dovesse insistere sulle sue posizioni negative»,può«acca­dere o che gli Stati singoli ritorni­no alle monete nazionali, o che la Germania esca dall’euro». Il tono di voce è pacato e il Cavaliere ci tie­ne a dire che quella dell’uscita dal­la moneta unica «non è un’idea balzana» visto che ne ha «parlato con alcuni esperti di finanza tede­schi » e sono d’accordo. Ma al di là dei modi- e delle successive rassi­curazioni a Monti sul fatto che il Pdl sosterrà responsabilmente il governo sulla riforma del lavoro ­solo ipotizzare l’addio all’euro è chiaramente un affondo non indif­ferente al punto che nel Pdl c’è chi parla di «toni da campagna eletto­rale ». Di certo- nella continua alta­lena tra la linea della responsabili­tà e quella del governicidio - quel­la di ieri è una decisa «benedizio­ne » ai cosiddetti falchi. D’altra parte,pare che nellariu­nio­ne notturna di martedì a Palaz­zo Grazioli il Cavaliere abbia usato toni durissimi contro il governo ar­rivando a ipotizzare che «dopo il Consiglio europeo del 28 giugno sarà necessaria una verifica». Co­sa intenda Berlusconi per «verifi­ca » non è chiaro, visto che un Mon­ti bis magari con l’ingresso di per­sonalità politiche non sembra una via percorribile e non vede i favori né del Pdl né del Pd. E quindi una «verifica»potrebbe essere il primo passo verso una crisi di governo e, magari, le elezioni anticipate. Di certo c’è che quella del Consiglio Ue è diventata una sorta di deadli­ne . «Nonostante i molti punti che non ci convincono daremo leale sostegno al governo affinché Mon­ti pos­sa recarsi a Bruxelles con la ri­forma del lavoro approvata», assi­cura il Cavaliere lasciando la Ca­mera. Poi, aggiunge, nel decreto sviluppo di luglio «il governo si è impegnato a fare delle modifi­che ». E qui sta il punto, perché la sen­sazione è che dopo il summit euro­peo possa arrivare il «liberi tutti». Dentro il Pdl l’insofferenza verso il governo è infatti palpabile e l’uni­ca ragione per la quale si è deciso di votare la fiducia sul lavoro è evi­tare di dare a Monti una scusa nel caso di un eventuale fallimento in quel di Bruxelles. Dopo il ddl anti­corruzione, però, siamo alla secon­da volta in due settimane in cui il Pdl annuncia «l’ultima fiducia a scatola chiusa» per poi rimangiar­si la parola. Ed è chiaro che una si­tuazione simile difficilmente può durare a lungo. Ecco perché il Cavaliere si è con­sultato con Frattini in vista del Consiglio Ue per poi chiamare Monti e invitarlo a puntare su ga­ranzie dei crediti bancari naziona­li ed eurobilds. «Speriamo torni a casa con dei risultati, altrimen­ti.... », la butta lì Berlusconi allar­gando le braccia. Come a dire che «altrimenti» non ci saranno più scuse. Si vedrà. Di certo c’è che il Pdl è sempre più in subbuglio. Come di­mostra la lunghissima riunione che si è tenuta ieri sera negli uffici di Cicchitto. Presente tutto lo stato maggiore: da Alfano a Fitto, pas­sando per La Russa, Matteoli, Ale­manno, Verdini, Gasparri, Qua­gliariello, Corsaro, Lupi e la Gelmi­ni.