Marcello Veneziani , il Giornale 21/6/2012, 21 giugno 2012
Ma che caldo faceva nel 1782 - Oggi leggendo i giornali romani mi sono scoperto vecchissimo, addirittura settecentesco: ho appreso infatti che non faceva così caldo a Roma da 230 anni
Ma che caldo faceva nel 1782 - Oggi leggendo i giornali romani mi sono scoperto vecchissimo, addirittura settecentesco: ho appreso infatti che non faceva così caldo a Roma da 230 anni. Io invece mi ricordo quando sbarcai a Roma in torride mattine di giugno col termometro alle stelle, in cui i romani piangevano sudore come vitelli, le ascelle grondavano e disegnavano deplorevoli aloni sulle camicie, i piedi friggevano nelle scarpe, l’asfalto bruciava come una piastra elettrica. Secondo i giornali e gli istituti meteorologici, correva l’anno 1782, anzi non correva perché faceva troppo caldo, si trascinava. Sì, doveva essere il 1782, non ricordo se portavo il codino e la parrucca, ma mi colpisce pensare che quando ero giovane io non c’era stata ancora la Rivoluzione francese, l’Unità d’Italia e scrivevo sotto il Papa Re. Io non riesco a capire perché viviamo sempre in emergenza totale, che non risparmia nemmeno il tempo. Se piove è disastro senza precedenti, se fa freddo è record degli ultimi secoli, se fa caldo siamo alla liquefazione nazionale. E giù i rimedi eccezionali dei tg contro il caldo: bevete più acqua, mettetevi all’ombra, vestite leggero. Ma davvero? E così sul piano politico, se non si fa quel prelievo, quella manovra, finisce l’Italia,chiude l’Europa,andiamo all’inferno. Ma basta con questo clima economico, politico, meteorologico da apocalisse. Non voglio più vivere in tempi eccezionali; voglio sudare come hanno sudato i miei avi, senza credermi più accaldato di loro. E poi ricordo che nel 1782 non avevamo l’aria condizionata.