Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 22 Venerdì calendario

Liceo scientifico: Lagrange chi era costui? - L’ ansia durava finché non vedevi la soluzione sul giornale

Liceo scientifico: Lagrange chi era costui? - L’ ansia durava finché non vedevi la soluzione sul giornale. Un pomeriggio e una notte. Era così, una volta, per la prova scritta di matematica della maturità. Sono ricordi di un’altra epoca. Della carta stampata rimangono il prestigio e l’autorevolezza, ma sul tempo con Internet non c’è gara. Oggi, mentre i maturandi stanno curvi sul foglio bianco in crisi di astinenza da i-Phone, le soluzioni pullulano sulla Rete. La sentenza ce l’hanno appena riescono a sfiorare un touch-screen. Una volta c’era anche, quasi rituale, almeno un errore nella prova d’esame, o come minimo un’ambiguità sufficiente per sollevare qualche polemica. Il giorno dopo sui quotidiani, oltre a trovare la soluzione del problema, avevi la soddisfazione di prendere in castagna il ministero. Nel 2012 pure questa piccola rivincita ci è stata sottratta. Addio alibi. E allora diamo uno sguardo alle prove. Liceo scientifico. Due i problemi, a scelta: il primo di tipo analitico, il secondo di tipo geometrico. Ne parlo con un docente universitario. Prove standard, mi dice, compiti che si fanno di routine durante l’anno. Prove che saggiano lo svolgimento del programma, e va bene. Ma che non puntano a misurare la capacità di «problem solving», quel guizzo creativo che non richiede solo la nozione appresa ma un suo uso originale. Cioè, appunto, la «maturità». Dopo il problema bisognava rispondere a 5 quesiti sui 10 presentati: uno su due, un margine piuttosto largo. Per le facoltà intellettuali impegnate il discorso non è molto diverso da quello dei problemi. Il primo quesito è standard. Il secondo richiede la nozione di asintoto e un pizzico di intuizione. Il terzo è elementare. Il quarto (qual è la capacità massima, in litri, di un cono la cui apotema è un metro) è tra i migliori perché la soluzione potrebbe venire utile anche in una situazione della quotidianità. Dal quinto al settimo quesito siamo di nuovo nel grigiore delle esercitazioni standard e altrettanto vale per il decimo. Meritano invece attenzione il quesito 8 e 9. L’ottavo fa riferimento al teorema del valore medio, o teorema di Lagrange. In realtà i teoremi di Lagrange sono tanti: nel periodo più fecondo pubblicava un lavoro originale al mese. Inoltre Lagrange, nato a Torino, dove visse fino a 30 anni, poi matematico a Berlino, infine attivo a Parigi dopo un periodo di depressione, non è tra i personaggi più popolari tra i liceali. Quanto al nono quesito, evoca il teorema di Erone, che di solito i docenti non trattano: a una soluzione si può arrivare immaginando una riflessione in uno specchio, siamo nell’ottica geometrica. Prevedibili anche le altre prove, da quella di topografia dei geometri a quella di informatica, dalle macchine a fluido degli istituti tecnici industriali ai trasformatori tirati in ballo negli istituti di elettronica. Una riflessione si può fare pensando a come i nostri studenti si piazzano nella classifica dei Paesi Ocse stilata con il Pisa, Programme for International Student Assessment. È noto che i risultati non sono incoraggianti. Benché di recente le cose siano andate migliorando, i nostri studenti galleggiano nelle retrovie della classifica, mentre svettano Cina, Singapore, Hong Kong, Finlandia. Siamo al 35° posto, con un punteggio di 483, sotto i 496 della media . Qualche precisazione però è necessaria. L’Italia della matematica riflette le diseguaglianze economiche: in Alto Adige ce la battiamo con i migliori, nel Sud siamo mal messi. Ciò detto, i test del Pisa hanno un taglio concreto, mentre le nostre scuole allenano gli studenti all’astrazione e alla teoria. Neppure questa maturità 2012 segna una svolta.