Alessandro Merli, Luca Veronese, Il Sole 24 Ore 22/6/2012, 22 giugno 2012
PER LE BANCHE SPAGNOLE 62 MILIARDI
Fino a 62 miliardi: è questo il fabbisogno di capitali delle banche spagnole in grave crisi finanziaria, secondo un’attesa analisi indipendente pubblicata ieri. Secondo le due società di consulenza Roland Berger e Oliver Wyman, le banche spagnole potrebbero avere bisogno di 51-62 miliardi di euro per compensare gli effetti negativi sul loro bilancio di un peggioramento della crisi finanziaria. Il Governo di Mariano Rajoy aveva annunciato all’inizio del mese che avrebbe chiesto sostegno europeo per la ricapitalizzazione degli istituti di credito una volta conosciuta la stima delle due società indipendenti. Il premier spagnolo ha chiesto ieri «aiuti al più presto», giudicando «credibili e gestibili» le stime sul fabbisogno delle banche. Ma a sorpresa, il ministro dell’Economia Luis de Guindos ha spiegato che la domanda di aiuto verrà «nei prossimi giorni».
Intanto la Banca centrale europea è pronta a venire in soccorso delle banche spagnole allentando i criteri che applica al collaterale, i titoli consegnati dagli istituti per ottenere finanziamenti dalla Bce stessa. La decisione, dopo la discussione avvenuta in consiglio questa settimana, potrebbe essere finalizzata a breve, forse oggi stesso, anche se non c’è finora alcuna conferma ufficiale.
Più avanti - e si tratterebbe di un’innovazione di portata potenzialmente più ampia - la Bce potrebbe decidere anche di affidarsi a rating interni per valutare il debito pubblico, che rappresenta il grosso del collaterale consegnato dalle banche, affrancandosi così dalla dipendenza dalle agenzie di rating, come Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.
La modifica dei requisiti per il collaterale si applica a tutti gli istituti, ma le banche spagnole, che insieme a quelle italiane sono state le maggiori utilizzatrici dei prestiti a tre anni concessi dalla Bce a cavallo dell’inizio di quest’anno e che sono pesantemente dipendenti da Francoforte per la loro raccolta, sono quelle che hanno al momento maggiori difficoltà nell’incontrare collaterale che risponda ai criteri dettati dall’Eurotower. Per questo verrebbe concesso di utilizzare titoli strutturati (asset-backed securities), in particolare basati sui mutui immobiliari (mortgage-backed securities), con un rating di almeno BBB-, mentre in precedenza il rating minimo era di A-. In questo modo, la fornitura di liquidità a istituti comunque giudicati solidi verrebbe assicurata, mentre viene completata la ricapitalizzazione con i fondi europei.
L’allentamento dei criteri sul collaterale è un argomento controverso nel consiglio Bce. La Bundesbank ha già reso nota in passato la sua opposizione a decisioni analoghe (come quella di accettare i prestiti bancari, utilizzata soprattutto dalle banche francesi) e ha dichiarato di ritenere che la Bce stia assumendo rischi eccessivi. La Bce, anche per bocca del suo presidente Mario Draghi, ha sempre sostenuto che applica comunque una severa gestione del rischio e che titoli a più basso rating sono sottoposti a un haircut crescente: le banche ricevono perciò finanziamenti con un valore sensibilmente inferiore all’importo nominale del collaterale.