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 2012  giugno 22 Venerdì calendario

BALDINI DÀ LE CARTE

Il Cuba libre è un lampo. Tre sorsi nell’Africa romana. Ne vorrebbe un altro, si trattiene. È pomeriggio. Marco Baldini, 53 anni, esistenza in bilico tra frequenze e gioco d’azzardo. Linus, Fiorello e gli usurai. La scrittura, il microfono, le pistole. “C’è casino a Deejay? Non mi stupisce. La radio è morta, schiava dei format e il posto in cui ho lavorato per anni non fa eccezione”.
Linus e Fabio Volo sembrano in guerra.
Lino con me si è comportato come un fratello maggiore. Mi ha difeso a spada tratta, prestato soldi, protetto.
Difetti?
Uno. È un po’ egocentrico, ha la sindrome del papà. Se non gli chiedi consigli e non lo coinvolgi si sente male. Ma non è uno stronzo, per aiutarti si fa in quattro.
Mai una lite?
Una volta si incazzò come una iena.
Che aveva combinato?
Vinsi il reality La Fattoria: 100 mi-la euro di premio. Avrei dovuto restituirgli i soldi che mi aveva dato nelle difficoltà, la metà del compenso.
Invece?
Preferii devolverli ai terremotati de L’Aquila. Pensai: ‘Spiantato sono e tale resto, meglio che il malloppo vada a quelli che sono davvero in mezzo alla strada’.
Tutti e centomila?
Sì. Il vero giocatore è un generoso, non è attaccato alla posta perché è disposto a perderla. Il professionista invece è attento anche al singolo euro.
E di Volo cosa pensa?
Non lo conosco molto, ma Fabio vende bene il nulla. Si è trasformato nel profeta del niente. Dice le cose in maniera simpatica, è il ragazzo della porta accanto, ti fa ridere.
E ha successo.
È un cazzone, gioca con il suo personaggio, ma lo sa anche lui che faceva il fornaio.
Torniamo al vizio. Una volta erano i cavalli, ora?
Sono diventato bravino, ho rallentato. Mi dedico al Texas hold’em, sia on line che dal vivo. Oh, ma se lo fanno milioni di calciatori, perché io no?
Lei con le scommesse ha avuto qualche problema.
Infatti dal vivo gioco molto poco. Ho mia moglie con il moschetto puntato. L’ultima volta che lo feci incontrai dei loschi cinesi con mucchi di euro in mano. Odore di retata, andai via. Non volevo finire in guardiola.
Di redenzione non parla.
Ma che siete matti? Un giocatore resta tale per tutta la vita. Volevano da me l’abdicazione moralistica, ma ‘sta soddisfazione ai benpensanti non la do. Magari domani, se divento premio Nobel, mi travesto da esempio. Per adesso rimango solo un imbecille che dice due sciocchezze in radio.
E oltre il microfono?
Da grande voglio fare altro. Lo scrittore, l’autore. Tra poco pubblicherò un libro on line: “Amore e rischio”. Il giocatore ha venduto 75.000 copie. Scritto a penna. Da solo.
Aspetta recensioni positive?
Sicuramente non da Repubblica. Mi odia, dai tempi di Radiodeejay. Quando lasciai il gruppo me la giurarono. Mi fanno sempre il culo. Appena possono, una bastonata.
Baldini nel segreto dell’urna?
Comunista! Credo che tutti abbiano diritto alle stesse possibilità. Chiedo rispetto, offro la stessa moneta.
Il suo idolo in rosso?
Che Guevara, senza dubbio
Canto di battaglia?.
L’avvelenata di Guccini. Nel mio piccolo sono stato anch’io un po’ Robin Hood.
Il suo libro si apre con una scena scorsesiana.
Mi volevano ammazzare. Li ho fatti ridere e mi sono salvato per una battuta. Avevo una pala in mano, la pistola puntata. Fottuto . Quasi.
E invece?
Se ve la racconto vado in galera... (silenzio). Me ne frego. Tanto forse ci andrò comunque.
Siamo curiosi.
All’epoca guadagnavo 2 miliardi di lire l’anno, ma avevo chiesto un prestito ad alcuni malavitosi. Tassi d’interesse del 20 per cento al mese. Un commerciante mi propose un affare remunerativo.
Di che genere?
Piazzare marche da bollo. Solo che chi me le aveva date per trasferirle a un terzo, mi aveva rifilato dei falsi.
Ma è ricettazione.
Prescritta. Comunque un giorno mi trovo sotto casa l’acquirente. È con uno sgherro. Ha la pistola spianata. ‘Sali in macchina: le marche sono farlocche, adesso sono cazzi tuoi’.
Finale?
Mi portano in un campo, mi fanno scavare una fossa. Sembrava un film: ‘Ma perché devo morire?’. A un certo punto improvviso: ‘Scusate, se avessi saputo che erano false, ve ne avrei dato un campione? Che piscio dal ginocchio io?’
E loro?
Li convinco. ‘Dicci chi è il responsabile’. Mi impongo: ‘Ci penso io’. Mi danno 24 ore.
E che ha fatto lei?
L’ho raggiunto. Gli ho detto che era un pezzo di merda e comunque, alla fine, dio c’è sempre. È finito in galera per 5 anni.
Secondo la Procura di Roma, anche oggi lei coltiva rapporti con “Sergione” De Tomasi, accusato di usura.
Mi ha prestato dei soldi senza chiedermi interessi. Non sapevo chi fosse, con me si è comportato come un pensionato.
C’è chi lo indica come una delle ombre dietro il sequestro Orlandi.
Non lo so, non ne ho idea. A me ha chiesto solo due cose: incidere un disco per la famiglia e aiutare una parente per un programma tv.
Sergione non è un santo.
Ho una dote naturale, i delinquenti io li strego.
Ha stregato anche Fiorello.
Che non è un delinquente. Io e Fiore siamo compagni di banco, ci divertiamo e poi a cena, ognuno per conto suo.
Le manca la tv?
È orrenda. Vi dico una cosa?
Prego.
Faziooo (urla) devi essere più stronzo, sei troppo gentile.
Le pare un difetto?
In tv manca l’ironia bastarda di Amici miei. Amarezza, comicità, verità.
Risultato?
Una sconfinata rottura di palle.
Sognava di essere Linus?
Sì, poi ho cambiato idea. Ma non c’è niente da fare, solo il tempo trasforma la testa.
E a lei l’ha cambiata?
Troppo tardi. Nell’attesa mi sono sputtanato 5 milioni di euro.