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 2012  giugno 22 Venerdì calendario

ASSUNTA ALMIRANTE “ALEMANNO? PRIMA SE NE VA, MEGLIO È”

Donn’Assunta chiama, Zingaretti risponde. Prima scena, l’altro giorno a una sfilata di moda nella Capitale. La vedova di Giorgio Almirante, fascista poi fondatore del Msi, stringe la mano a Nicola Zingaretti del Pd, presidente della Provincia di Roma, e annuncia: “Lo voterò come sindaco”. Il sindaco Gianni Alemanno, ex missino ma rautiano, stizzito ributta la palla nel campo del suo probabile competitor: “Ne prendo atto, ma vorrei sapere che cosa ne pensa Zingaretti”. Il presidente aspirante sindaco non si nega: “A me pare sia un altro segnale della delusione di tanti che nel 2008 votarono per la destra”. Nella polemica si inserisce anche Patrizia Prestipino, assessore provinciale allo Sport e indicata come avversaria interna di Zingaretti per la corsa al Campidoglio: “Assunta Almirante? No grazie, nulla di personale ma preferiamo vivere. Le leggi razziali sono un’onta impossibile da cancellare”.
Donn’Assunta, Alemanno è un sindaco nero.
Prima se ne va meglio è.
Addirittura.
Ma ha visto la città in che condizioni è? Uno schifo. Non funziona nulla. Abbiamo un cimitero che non si può guardare.
Il Verano.
I muretti tutti rotti, le zanzare che ci mangiano. Per pulirlo ho visto che mettono i carcerati in permesso.
Lei va spesso?
Ogni settimana a rendere omaggio alla tomba di mio marito. Anche di questo sono grata al centrosinistra.
Perché?
Una vecchia amministrazione, non ricordo se Rutelli o Veltroni, dovrei andare a prendere le carte...
Prosegua.
Furono loro a darmi il suolo con questa motivazione: “Al-mirante non era solo un segretario di partito, ma un uomo al servizio degli italiani”.
Alemanno, invece, nemmeno una strada intitolata.
Guardi che è il contrario.
Cioè?
Sono io a non voler una strada intitolata a Giorgio con la delibera firmata dal signor Alemanno. Se lo fa io non vado all’inaugurazione. Se la intitoli lui la strada, il signor Alemanno.
Via Gianni Alemanno, tutt’ora vivente.
Così fa un’altra bella inaugurazione. Da sindaco, è il suo unico lavoro.
Fare le inaugurazioni.
Il signor Alemanno si corica con la fascia tricolore per essere già pronto al mattino.
Lei è feroce.
È la città che non ne può più di lui.
Cimitero a parte?
Le strade.
Un classico. Poi?
Le luci ai Parioli, tutte spente al 90 per cento.
Anche la Fiamma non arde più, da tempo.
Qui non si tratta più di centro, di destra o di sinistra. Ma di intelligenza.
Zingaretti è più intelligente di Alemanno?
Lo conosco poco, l’ho visto due o tre volte. Adesso bisogna cambiare, però, e io Alemanno non lo voto più. Io sono per l’intelligenza.
Zingaretti, allora.
Se non ci sono alternative...
Alemanno ha fatto una figuraccia anche con sua figlia Giuliana, mancata assessore. Ci ha ripensato e le ha poi offerto una municipalizzata. Rifiutata con sdegno.
Di questo non me ne frega nulla. Non ho mai chiesto nulla per la mia famiglia, tantomeno per mia figlia Giuliana. È stata un’idea di Storace.
La Destra che ritorna.
Storace è l’unico rimasto devoto all’Idea. Uno che dà tanto, ma a cui gli italiani danno poco. Meriterebbe di più.
Altro che Alemanno.
Che delusione. Non immaginavo che finisse con questo degrado totale. Non ne possiamo più.
Due anni fa, Buttafuoco disse al Fatto: “Una vergogna di sindaco. Un fighetto che lavora solo per la sua setta e le sue clientele”. Gli scandali non mancano.
Gli scandali mi interessano meno. Io guardo lo stato della città.
Mai più sindaco?
Mai più. Ho tutta Roma dalla mia parte. A casa mia è tutto un andirivieni. Mi sembra un ufficio di collocamento. Ma io a chi chiamo? Nessuno, non posso chiamare nessuno.
Peggio Fini o Alemanno?
Alemanno mi ha deluso, ma Fini mi ha lasciato a bocca aperta, è stata una botta tremenda. Giorgio ha creato, educato, istruito, preparato e candidato Fini. Come un figlio vero.