M. Val., Il Sole 24 Ore 21/6/2012, 21 giugno 2012
TRADING AD ALTA VELOCITÀ E RIFORME AL RALLENTATORE
Le autorità di regolamentazione americane scendono in campo per imbrigliare il trading ad alta frequenza. E tutto comincia con un’offensiva linguistica prima che finanziaria: la Cftc ha proposto ieri una definizione, finora mancante, delle compravendite di titoli ad alta velocità. Una definizione ampia, composta di una sessantina di parole: il ricorso a sofisticati computer e algoritmi per decisioni automatiche e rapidamente trasmesse, senza intervento umano nelle singole transazioni. Sotto questo “ombrello” dovrebbero così finire piccole e grandi società. Non è certo ciò che vuole il settore, favorevole a una definizione più limitata. Adesso, però, si tratterà di vedere se alle parole seguiranno i fatti: maggior trasparenza e migliori controlli volti a proteggere la fiducia degli investitori, a evitare rischi di manipolazione del mercato o episodi d’improvvisa instabilità (il flash crash del 2010) in un mondo dove l’high frequency trading rappresenta ormai oltre la metà degli scambi.