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 2012  giugno 22 Venerdì calendario

La battaglia d’Inghilterra si combatte a undici metri dalla porta, se domenica sera, dentro lo stadio Olimpico di Kiev, i bianchi della Regina e l’Italia si ritroveranno a giocarsi la vita ai rigori

La battaglia d’Inghilterra si combatte a undici metri dalla porta, se domenica sera, dentro lo stadio Olimpico di Kiev, i bianchi della Regina e l’Italia si ritroveranno a giocarsi la vita ai rigori. Da 36 anni, tra Europei e Mondiali, per entrambe somiglia troppo a una ghigliottina: l’Inghilterra è tornata a casa cinque volte su sei, gli Azzurri cinque su sette, anche se qui il conto è addolcito dal trionfo di Germania 2006. Per i sudditi di Sua maestà è un incubo da non dormirci la notte, letterale: «I dvd su come gli avversari tirano i rigori me li vedo in camera mia, quando è tardi - racconta Joe Hart, numero uno inglese - e così farò con l’Italia». Notte prima degli esami. Hart ha parlato ieri al quartier generale britannico, e oggi a «Casa Italia» toccherà a Buffon, De Sanctis e Sirigu: c’è l’impressione che tra i duellanti possa davvero finire così. Prima di planare a Cracovia, gli inglesi si sono ripassati una bella ricerca statistica confezionata dal magazine di «Espn», che ha dato un’ordine ai 343 rigori tirati (258 segnati, 75,22%) dal 1976, tra Europei e Mondiali. Volendo, c’è pure l’identikit del «penalty» perfetto: pregasi sparare alto e alla destra del portiere, perché nel 91% dei casi è gol. Se siete mancini, diventa il 100%. Guai invece a puntare in mezzo alla porta, sempre alto: il portiere ve lo parerà praticamente una volta su due. Altri segni particolari della sfida a due. Gli attaccanti, come da mestiere, sono più affidabili di centrocampisti e difensori: 85,52% di rigori buttati dentro contro il 70%. In certi momenti poi, conta l’incoscienza della gioventù, o la saggezza dell’esperienza: i giocatori tra i 18 e i 24 anni segnano nel 79% dei casi, percentuale che sale all’82% negli over 31. Diffidare della fascia 25-30 anni, che fanno centro solo al 71,5%. Poi c’è la tensione, più ci si avvicina al termine della lotteria, se il primo rigore è gol all’80%, mentre il quarto tiro s’abbassa a un pessimo 63%. Fin qui la statistica, ma c’è anche tutta la liturgia. Hart, per esempio, è un inguaribile chiacchierone, perché spesso si mette a disturbare l’avversario sul dischetto. A volte esagera, come agli Europei under 21 del 2009, in Svezia: proprio per questo si beccò un’ammonizione, saltando la finale per squalifica. C’è da giurarci avrà qualcosa da dire pure a Mario Balotelli, suo compagno al Manchester City. Su youtube c’è una clip dove Balotelli infila il portiere inglese e lo prende poi in giro, imitandone il goffo tuffo. Hart si vendicò insultando il compagno, platealmente, dopo l’espulsione contro l’Arsenal. Ieri solo sorrisi, però: «Ovvio che Balotelli può essere una minaccia per noi, ma l’Italia ha tanti bravi giocatori. Con o senza di lui, è una squadra forte». Promette che non ci saranno scherzetti: «Non saremo noi a provocarlo», continua. Magari i tabloid: «I tabloid sono così: si mettono a seguire i giocatori e qualcosa trovano. Ma - sorride - salterebbe fuori qualcosa di interessante anche se si mettessero a seguire voi». In ogni caso, SuperMario non si deve preoccupare: «E’ un tipo stravagante - chiude il portiere - ma ha pure le spalle larghe per quel che scrivono su di lui». Forse si deve preoccupare più lui, come disse Balotelli: «Perché tiro sempre io i rigori? Perché faccio sempre gol, dieci su dieci, in allenamento. Chiedetelo ad Hart».