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 2012  giugno 20 Mercoledì calendario

CONCORDIA, L’ULTIMO SHOW ECCO IL MAXI-SALVAGENTE CHE TRASCINERÀ VIA IL RELITTO


FIRENZE — I sub sono già in mare, gli ingegneri srotolano la carte e verificano i progetti punto per punto, gli operai iniziano a muovere le gru. Davanti all’isola del Giglio va in scena il recupero della Costa Concordia. Lavori monumentali per rimettere a galleggiare la più grande nave da crociera mai naufragata. È cominciata la fase preliminare, studi, mappe e primi pezzi da smontare sui ponti: l’albero è stato levato lunedì, ieri è toccato ai radar bianchi che dalla riva parevano palloncini fissati sul tetto della nave spanciata. Fra poco sarà la volta degli scivoli d’acqua delle piscine e forse anche del fumaiolo giallo con la grande C di Costa. Certi pezzi sono
simboli, bandiere: toglierli è come calare un po’ il sipario. Come chiudere una fase. «Prevediamo un anno per finire tutto, ma l’idea è quella di terminare i lavori anche qualche mese prima » spiega Silvano Bartolotti di Micoperi, l’azienda italiana che insieme alla statunitense Titan è stata incaricata dalla Costa di raddrizzare il colosso piegato e affondato a metà. Per capire meglio la sfida ingegneristica di questa operazione da 300 milioni di dollari, basti pensare che vuota, la Concordia pesa all’incirca come un centinaio di Boeing 747. «Vedremo sul campo come applicare il nostro progetto » prosegue Bartolotti.
Prima la fase di studio: l’analisi dei fondali e delle rocce per ca-
pirne la tenuta. Poi si inizieranno a calare tonnellate di acciaio in mare. I cavi assicureranno la nave al fondale per evitare che scivoli quando arriveranno le onde e il maltempo. Poi sessanta pali saranno piantati nel suolo sottomarino per trenta metri e dovranno sorreggere la grande piattaforma subacquea che sosterrà la Concordia una volta che sarà raddrizzata.
Altri elementi fondamentali per rimettere a galla la nave saranno i cassoni saldati sui fianchi dello scafo. Quelli sul lato rivolto verso porto Santo Stefano verranno usati anche per agganciare i tiranti che, assicurati sempre sul fondale, permetteranno il lento ritorno in asse della Concordia. Contemporaneamente
dall’altra parte altri contenitori identici serviranno a bilanciare la nave e a tenerla dritta. Queste operazioni dovrebbero essere concluse a gennaio del 2013, quando i grandi cassoni saranno alleggeriti dal peso dell’acqua e la linea di galleggiamento della nave si alzerà. Concordia sarà allora pronta ad essere trasportata piano piano (a 2-4 nodi) nel porto dove sarà smantellata. Non si sa ancora quale.
Sui lavori commissionati da Costa e sul rispetto dei tempi vigilerà un Osservatorio di monitoraggio che si insedia oggi al Giglio. Ne fanno parte la Regione Toscana, che ha la presidenza, i ministeri dell’Ambiente e della Sanità, la presidenza del Consiglio, l’Ispra, la Capitaneria, i vigili
del fuoco, oltre alle altre istituzioni locali. Tra gli incarichi c’è quello di «supervisione sulle attività progettuali non ancora trasmesse da Costa». Per ora, infatti, si conosce soltanto il progetto di massima, ma mancano molti dettagli sull’intervento di Titan-Micoperi. Oggi verranno
chieste delle integrazioni all’armatore. «Saremo molto attenti e vigileremo sia sul rispetto ambientale che è per noi prioritario - avverte il sindaco del Giglio Sergio Ortelli - sia sulle ricadute economiche». La polemica con le aziende incaricate è sull’ipotesi di ospitare circa duecento
lavoratori su una nave appoggio e non nelle strutture ricettive dell’isola.
Costa ha anche incaricato un gruppo di studiosi della Sapienza di Roma di controllare le condizioni dell’ambiente marino prima, durante e dopo l’intervento. «Faremo una mappa di tutti i fondali della zona - spiega il professor Domenico Ardizzone - valuteremo la presenza di tutte le forme di vita, vegetali e animali e controlleremo se durante i lavori si produrrà inquinamento e si danneggerà l’ecosistema. Il nostro incarico non si fermerà quando la nave sarà portata via. Il progetto è di continuare a rilevare i dati fino al 2018».