Paolo Berizzi, la Repubblica 20/6/2012, 20 giugno 2012
IL SINDACO VARA LA TASSA SULLA RESIDENZA SI PAGA ANCHE PER CAMBIARE INDIRIZZO
PUEGNAGO DEL GARDA — Vuoi vivere qui? Paga. In piena stagione di Imu e dintorni, c’è una giunta comunale che si è inventata la tassa sulla residenza. Accade a Puegnago del Garda, un paesino di tremila e duecento abitanti incastonato tra le colline che abbracciano il versante occidentale del lago di Garda. Di fronte agli attuali chiari di luna economici, frustrato dal patto di stabilità che lega le mani ai Comuni ma per nulla preoccupato dell’impopolarità del provvedimento, il sindaco Adelio Zeni, per fare cassa, ha imposto un dazio
a chi decide di trasferirsi qui. Ottanta euro ai nuovi puegnaghesi; venti per chi abita già in paese ma cambia indirizzo. Questi ultimi, sostiene il primo cittadino, «troppi» e soprattutto troppo spesso insolventi, in caso di affitto, verso i locatari. Perché pare sia anche questo il problema. Sta di fatto che su input del sindaco, eletto con una lista civica Pdl-Lega, la giunta ha deliberato. La sorpresa è alla fine del testo sull’“iscrizione anagrafica nel registro della popolazione residente” ed è annegata nella voce “diritti di segreteria” da versare al Comune: “80 euro per le pratiche di residenza”, “20 euro per le pratiche di residenza all’interno del Comune”. Una tassa senza precedenti. Che ha fatto infuriare i cittadini e l’opposizione. Ma che Zeni in consiglio ha difeso così: «Bisogna fare cassa, questi soldi servono a pagare i dipendenti comunali. E poi è anche un modo per disincentivare i continui cambi di residenza da parte
di famiglie che lasciano una casa per un’altra non onorando i contratti di affitto».
Il caso, che finora era rimasto confinato tra le mura del paese, deflagra quando un cittadino decide di trasferirsi da San Zeno Naviglio — sempre in provincia di Brescia — a Puegnago. «Vado allo sportello dell’anagrafe —
racconta il sessantenne Armando Balsamo — e mi dicono che per avere la residenza devo pagare questa tassa: 80 euro. Lo trovo da subito assurdo, scopro che la stessa cosa è accaduta a tutti quelli che hanno chiesto di diventare cittadini del paese. Faccio un esposto alla Prefettura, mi dicono che ho ragione ma che è
una decisione del sindaco. Alla fine però, formalmente, nessuno mi risponde. Ho scritto anche al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, e anche lì niente». La vicenda si complica. Siccome nella delibera di giunta sono contenuti anche una serie di obblighi per i cittadini stranieri che vogliono trasferirsi a Puegnago — obblighi già adottati da altri Comuni a guida leghista e già ritenuti «discriminatori» — grazie alla segnalazione della Cgil di Brescia il testo finisce a Roma negli uffici ministeriali dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Al sindaco Zeni arrivano due lettere in cui si chiedono spiegazioni, ma lui tira dritto. E così il nuovo balzello finisce per colpire tutti, italiani e stranieri. «È un provvedimento profondamente ingiusto, che non rispetta la legge non risolve i problemi economici dell’amministrazione », sostiene Cristina Toselli, consigliere di opposizione. «Il diritto di avere il certificato di residenza dovrebbe esser garantito — tuona Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro di Brescia — anche perché se no non puoi fare nulla, non hai diritto di cittadinanza. È chiaro che la delibera è ispirata al principio di creare ostacoli agli stranieri: ma poi nella confusione anche i cittadini italiani sono incappati in questo passo falso della giunta». In provincia di Brescia si era già parlato di tassa sulla residenza: a Manerbio, anche lì guida Lega- Pdl, ai nuovi cittadini viene chiesto un “contributo” di 150 euro. In questo caso l’imposta viene giustificata con il “costo dei tecnici professionisti chiamati a verificare per conto del Comune l’idoneità dei locali abitativi”. «Abbiamo sempre accolto a braccia aperte chi è venuto da fuori», argomenta il sindaco Cesare Giovanni Metelli. A Puegnago, invece, si paga dazio e manco uno straccio di motivazione. È così e basta. Altrimenti cambi paese, e arrivederci.