Massimo Galli, ItaliaOggi 20/6/2012, 20 giugno 2012
LA TELEMEDICINA ESPLODE IN FRANCIA
La telemedicina è la nuova frontiera delle cure in Francia. A Parigi hanno deciso di puntare con decisione sulle tecnologie che permettono di fare diagnosi a distanza e di intervenire tempestivamente nella cura dei pazienti. Tutto questo avviene, dopo dieci anni di sperimentazione, attraverso avanzati sistemi informatici e collegamenti tra ospedali.
Il caso classico è quello dell’attacco ischemico cerebrale, nel quale la velocità della diagnosi è indispensabile per salvare la vita alla persona che ne è colpita.
Così l’unità neurologica di Besançon ha scommesso sulla telemedicina: è uno degli otto progetti selezionati dal ministero della sanità per essere esteso in futuro su scala nazionale. Ora, sul territorio d’Oltralpe, sono state censite quasi 300 esperienze. Tra di esse, 25 sono considerate particolarmente riuscite e sono sottoposte al vaglio dell’agenzia pubblica Anap. Inoltre il piano sanitario in corso di elaborazione in tutte le agenzie regionali deve comprendere la telemedicina, integrando le priorità definite un anno fa, a cominciare dalla diagnostica per immagini e dalle patologie cerebro-vascolari.
I vertici della sanità sottolineano che la Francia è una delle prime nazioni europee a beneficiare di una regolamentazione che definisce e inquadra la telemedicina. Per quest’anno l’obiettivo è ottimizzare i progetti, per passare poi al gradino successivo. Tuttavia, secondo la società di consulenza Amr International, se si parla di realizzazioni concrete, Parigi è ancora in netto ritardo rispetto a Gran Bretagna, Germania e Spagna. A Londra, per esempio, hanno attivato Nhs Direct, un sistema di consulenza medica via internet e telefono, che nel 2011 ha ricevuto 10 milioni di chiamate e di connessioni online. In questo modo sono stati evitati 1,1 milioni di passaggi ai reparti d’urgenza degli ospedali e 1,6 milioni di visite negli studi medici.
È invece aperto il dibattito sul fatto che la medicina a distanza faccia o meno risparmiare soldi. Alcuni addetti ai lavori sostengono che saranno ridotte le spese per il trasporto dei pazienti.
Di diverso avviso è Laurent Treluyer, responsabile del settore all’agenzia regionale Ile-de-France: non ci si aspetta tanto una riduzione dei costi, quanto un miglioramento dell’accesso alle cure. Dalla telemedicina dovrebbero arrivare soluzioni a problemi come l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di medici in alcune specialità. Sarà più facile curare le persone a domicilio, soprattutto per le malattie croniche.
Nel frattempo, però, è necessario un salto di qualità. L’anno scorso le casse pubbliche hanno messo a disposizione quasi 80 milioni di euro per progetti di telemedicina, per un investimento complessivo di 180 milioni grazie alla partecipazione dei privati. Tuttavia, nell’ambito della diagnostica per immagini, servirebbero almeno 1,4 miliardi, per i prossimi 20 anni, per passare dai sistemi tradizionali, con i dischi e le radiografie consegnati a ciascun paziente, a quelli che permettono a un medico di accedere a tutti i referti sullo schermo di un computer.