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 2012  giugno 20 Mercoledì calendario

SE È UNA BOIATA NON VOTATELA

Giorgio Squinzi, il presi­dente della Confindu­stria, ieri si è fatto sfuggi­re che la riforma del lavoro che sta per essere approvata dal Par­lamento, che poi verrà presenta­ta in pompa­magna ai partner eu­ropei e che è stata venduta come una modernizzazione del paese e fiore all’occhiello del governo Monti, ebbene tutta questa roba in realtà non sarebbe altro che un «boiata pazzesca». Ma, ha continuato Squinzi, «va appro­vata ». Qualcuno dovrà poi chie­dere conto alla Confindustria per quale motivo le imprese ita­liane debbono auspicare l’ap­provazione rapida di una boia­ta. Questa è materia da esperti. Forse gli stessi che solo pochi mesi fa redassero un documen­to per Confindustria in cui si chiedeva una patrimoniale da 6 miliardi (e cioè l’Imu).E oggi,ot­tenuto il risultato, si lamentano del peso del fisco.
Lo stesso ministro Fornero (che continuiamo a elogiare per la sua riforma delle pensioni) in questo campo ha le idee un po’ confuse. No, non ce lo ha detto, chi di lavoro dovrebbe essere esperto e le siede accanto. Ce lo dice lei, quando da una par­te chiede la rapida approvazione della sua leg­ge e dall’altra apre a sue possibili modifiche una volta approvata. Non si tratta di manuten­zione sul campo delle norme, si tratta di fretta. Stiamo per approvare una boiata per vendere un buon titolo a Bruxelles (della qual cosa, noi giornalisti conosciamo bene il funzionamen­to).
Ciò che rileva è che Monti possa presentarsi al summit europeo di fine mese con il sole della riforma del lavoro in tasca. E lì tutti a gustarsi la grande prova di riformismo e serietà del nuovo esecutivo. Fatte le Pensioni (bene è vero), fatto il Lavoro (male e da rivedere), pensato lo Svilup­po ( che dovrebbe mobilitare, verbo difficilmen­te traducibile e dunque utile, 80 miliardi di eu­ro), siamo inattaccabili. Se il bluff reggesse po­tremmo anche cinicamente condividere.
Purtroppo (o per fortuna a seconda dei punti di vista) i mercati non ragionano come i capi di governo. Anzi di questi ultimi tendono a diffida­re. Se un «buon titolo» convince Bruxelles, non è detto che faccia altrettanto con le Borse, che guardano al sodo.
E una riforma del lavoro che non migliora il nostro mercato del lavoro vale zero. È peggio di una boiata. E per questo non va approvata. Essa modifica molto parzialmente l’articolo 18 (ri­mettendo al giudice molte questioni) e in cam­bio rende più difficile e burocratica la flessibili­tà. L’ideona dei nostri tecnici è che per rendere più stabili i posti di lavoro, sia sufficiente farli pagare di più. Ma in busta paga per il poverac­cio non arriva nulla: si versano solo più contri­buti. Chi è stato, solo per qualche giorno, in una micro, piccola o media impresa italiana capi­sce la follia di questo ragionamento.
Caro Squinzi, ma come si fa a votare una boia­ta di questo tipo? Conosce i mercati: non ci ca­dono mica.