MARCO ALFIERI, La Stampa 20/6/2012, 20 giugno 2012
Il “Grilloleghismo” alla conquista della Serenissima - Movimento 5 Stelle al 26% nell’indice di fiducia dei cittadini del Nord Est; Lega mestamente all’11% nella sua regione vetrina, dietro Idv (19%), Pd (17%), Sel (13%), Udc e Pdl (12%)
Il “Grilloleghismo” alla conquista della Serenissima - Movimento 5 Stelle al 26% nell’indice di fiducia dei cittadini del Nord Est; Lega mestamente all’11% nella sua regione vetrina, dietro Idv (19%), Pd (17%), Sel (13%), Udc e Pdl (12%). A fidarsi del movimento di Grillo sono soprattutto «uomini di età 25-44 anni, scolarità medio-alta, di professione impiegati, imprenditori, liberi professionisti e disoccupati», insomma tipico ceto medio leghista. Per ora il clamoroso tsunami è solo un sondaggio curato da Demos per «il Gazzettino» ma chi frequenta il Veneto ci ritrova il malessere di una terra sedotta e abbandonata dal forzaleghismo di governo, forte della leadership regionale di Luca Zaia e, a Verona, di Flavio Tosi, il sindaco padano più famoso d’Italia. Qualcuno già lo chiama «grilleghismo»: il travaso di consensi dall’ex partito sindacato di territorio, infarinatosi al mulino romano, al M5S col vento in poppa. Nonostante il governo Monti stia tartassando i ceti produttivi, la Lega all’opposizione crolla nei sondaggi a vantaggio dei grillini, in Veneto più che altrove. Perché? Secondo Demos, per il 44% degli intervistati è proprio la protesta «anti casta» e «anti partiti» il segreto del successo 5 Stelle. Parola d’ordine simile a quando il Carroccio nacque 25 anni fa. Solo che nel mazzo da spazzare via questa volta è finita anche la Lega in discredito. «In Veneto il partito è dilaniato», ammette un consigliere regionale del Carroccio. «Domenica i sindaci bossiani, Gianpaolo Gobbo in testa, hanno disertato il No Imu Day». Lo stesso Tosi è diventato segretario regionale col 57% dei consensi. Il nuovo corso maroniano nasce debole, crescono le nostalgie leghiste anti lombarde mentre Zaia se ne resta sottocoperta. Sulla guerra interna s’innesta la crisi politica del partito. «La gente non la beve più, troppe promesse mancate», tagliano corto dalla Confartigianato regionale. Lo confermano i sondaggi (4,6% dato nazionale) e gli ultimi voti: il mese scorso a Conegliano la Lega è crollata dal 36,9% del 2010 al 5,6% mentre confrontando Provinciali 2011 su Regionali 2010 ha perso nella culla trevigiana 20 punti (dal 48,5 al 29,5%) e 90mila elettori. «I nostri associati vogliono risposte concrete sui ritardi di pagamento, le banche che non danno fidi, la disoccupazione», continuano dalla Confartigianato. E che fa il Carroccio? «Organizza manifestazioni No Imu ma il giorno dopo, archiviata la propaganda, i suoi sindaci alzano come tutti le addizionali. Il focus è l’economia, non la demagogia…». L’altro ieri il presidente degli industriali vicentini, Giuseppe Zigliotto, ha persino giustificato la fuga delle imprese. L’elenco delle doglianze è vecchio di 20 anni: tra queste una «spesa pubblica su cui bisogna intervenire con il machete, non con le forbicine...». Risultato: il blocco dei produttori in crisi, cuore dell’elettorato padano, dopo anni è orfano di rappresentanza. «A sinistra non votiamo, di Monti siamo scettici, non resta che parcheggiarci su Grillo, in attesa che succeda qualcosa…», riassume un importante imprenditore. Proprio in Veneto il M5S ha eletto i primi 2 sindaci: Roberto Castiglion a Sarego e Alvise Maniero a Mira. Ma anche dove non ha vinto, come a Verona, ha quasi triplicato i voti sul 2010. A Belluno li ha più che raddoppiati. Federico de Lucia del Cise di Roberto D’Alimonte, ha analizzato le tendenze elettorali delle ultime 4 tornate nei 5 comuni in cui i grillini sono andati al ballottaggio. «Anche negli scorsi anni – scrive - il Pdl era progressivamente calato, ma le perdite erano compensate dalla crescita della Lega», esplosa in tre anni dal 3% al 15%. Oggi è diverso. «Non solo il Pdl è sceso sotto il 10%» ma il Carroccio «è tornato con rapidità impressionante ai livelli di 5 anni fa». A sfruttare «questa decomposizione è soprattutto l’incredibile crescita di Grillo, che triplica in 2 anni i voti dal 6 al 19%». Maroni tutto questo lo sa bene, soffre la concorrenza, e in rete si becca con Grillo. «L’Imu l’ha voluta la Lega. Maroni è un barbaro sognante. Infatti sogna sempre di prenderci per il cu...», provoca il comico su Twitter. «I suoi insulti mi fanno sorridere», replica l’ex ministro su Facebook. «Sulla Lega dice le solite falsità, forse è incaz... perché noi parliamo di cose concrete (Imu, esodati) mentre i suoi grillini a Parma sono ancora impegnati a spartirsi le poltrone...». Ecco un antipasto delle Politiche 2013, quando arriverà il redde rationem…