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 2012  giugno 20 Mercoledì calendario

Cipro ha bisogno di soldi “Meglio chiedere a Putin” - Dieci giorni fa il Patriarca di Mosca ha benedetto la «prima pietra» della chiesa per la comunità ortodossa di lingua russa nella città di Limassol

Cipro ha bisogno di soldi “Meglio chiedere a Putin” - Dieci giorni fa il Patriarca di Mosca ha benedetto la «prima pietra» della chiesa per la comunità ortodossa di lingua russa nella città di Limassol. Nell’area ormai ribattezzata “Limassograd” abitano decine di migliaia di espatriati della Federazione: hanno un giornale, due scuole e una stazione radio. Perlopiù si sono trasferiti a Cipro in cerca di affari, banche snelle, tasse paradisiache e un riparo dalla corruzione che regna sovrana nell’ex dominio sovietico. Il legame fra l’isola spaccata in due e l’impero dello Zar Putin si è rafforzato col tempo, adesso è in procinto di diventare ancora più stretto. Un boccone difficile da digerire per l’Ue e i suoi leader. Cipro rischia la bancarotta. Il governo deve trovare entro giugno 1,8 miliardi di euro per ricapitalizzare la seconda banca del paese, la Cyprus Popular Bank, che nel 2011 ha subito 3,6 miliardi di perdite, ferita dall’esposizione nei confronti delle consorelle greche. A Bruxelles dicono che la stabilità richiederà un impegno più rilevante. «Otto miliardi», confessa una fonte europea: sei per le banche, due per il Tesoro. I quali, trattandosi di un socio del club della moneta unica, dovrebbero essere chiesti all’Ue. Invece a Nicosia si è deciso anzitutto di batter cassa delle parti del Cremlino. Elementare la ragione: costa meno e non impone condizioni. Già lo scorso anno Vladimir Putin ha firmato un affidamento triennale da 2,5 miliardi di euro per i ciprioti, concesso a un tasso del 4,5%, inferiore ai prezzi di mercato. Entro il fine settimana si attende una nuova operazione, «l’importo sarà fra i 3 e 5 miliardi», dicono fonti a conoscenza del dossier. Il resto, ancora «fra 3 e 5 miliardi» a seconda di come va, dovrebbe essere chiesto all’Unione europea, che esaminerà la domanda con qualche imbarazzo aggiuntivo, anche perché da luglio il calendario comunitario attribuisce a Cipro il primo semestre di presidenza Ue della storia. Se ne comincerà a parlare domani alla riunione dei ministri economici dell’Eurogruppo, ai quali i ciprioti intendono rivolgersi in seconda istanza. Come si è visto nei casi precedenti, i soldi dell’Unione implicano il pagamento dei tassi di mercato più le spese, e le intese vengono vincolate a riforme e interventi di consolidamento. E’ il meccanismo ordinario della democrazia a dodici stelle. Così l’ordine del presidente Demetris Christofias, l’unico leader comunista del continente, uno che parla bene il russo, è di ridurre al massimo le condizioni. Anche perché la piccola economia cipriota, un sistema che vale lo 0,2% del pil Ue, vive di turismo e di un business sostenuto da una tassazione societaria del 10%. E’ un baco nel sistema. Cipro ha bisogno di soldi, è un anno che i mercati la maltrattano, tuttavia il processo per ottenerli da Bruxelles le pare troppo oneroso e farraginoso. «Sono passati dieci giorni dall’Eurogruppo sulle banche spagnole e ancora non si sa come va a finire», spiega una fonte isolana. Nicosia potrebbe rivolgersi al fondo salvastati temporaneo, Efsf. Andare sul mercato privato, cioè dai russi, richiede meno tempo. Il ministro delle Finanze, Vassos Shiarly, se ne fa un vanto. Se l’offerta europea avrà troppi collaterali, i suoi tecnici avranno un’alternativa. «La tua posizione negoziale nel confronto con l’Unione diventa migliore se hai un prestito bilaterale già approvato», ha detto ieri secondo l’agenza Bloomberg . La stampa locale sostiene che sia Christofias a condurre la trattativa con Mosca. La quale, come ovvio, non farà nulla per nulla. I negoziatori dell’Ue non sono sereni. Si hanno notizie di pressione su Cipro affinché rinunci all’offerta russa. Si teme che l’isola possa diventare troppo dipendente dalle casse moscovite. Già lo status quo inquieta, ci sono sospetti di traffici illeciti e anche qualche storia di spionaggio vecchio stampo. Riciclaggio e armi. La pioggia di rubli salvabanche, confessa una fonte a Bruxelles, potrebbe rendere l’intreccio più vischioso. Si spiega che l’Eurogruppo vorrebbe pagare di persona, ma Cipro non accetterà a ogni costo. In fondo, ha ammesso un osservatore, il vantaggio dell’isola rossa è quello di essere «troppo piccola per fallire».