Varie, 21 giugno 2012
Charanjeet Singh, 41 anni, sua moglie Kaur Simranjit, 32 anni, e la loro secondogenita Jaspreet, 7 anni
Charanjeet Singh, 41 anni, sua moglie Kaur Simranjit, 32 anni, e la loro secondogenita Jaspreet, 7 anni. Il Singh, originario di un villaggio indiano del Punjab, anni fa era arrivato in Italia in cerca di un futuro migliore e da un anno circa viveva con la famiglia a Solofra (Avellino) dove tutti lo chiamavano Michele e dove ogni domenica pomeriggio, in piazza Mercato, giocava a cricket coi suoi connazionali. «Cortese, tranquillo e ben integrato», in questi mesi non s’era mai sentito discutere con la moglie, tuttavia ultimamente era molto nervoso perché da quando aveva dovuto lasciare il lavoro da pistrellista per un problema alla mano faticava ad arrivare alla fine del mese e perché aveva il sospetto che la consorte, più bella e più giovane di lui, si fosse fatta l’amante. L’altra mattina tra i due scoppiò una lite furibonda e d’un tratto il Singh, afferrato un coltello da cucina, si scagliò contro Kaur. La figlia più grande, Simdaujei, 13 anni, si mise in mezzo per difendere la mamma, si beccò una coltellata in faccia, ma riuscì a scappare di casa e a rifugiarsi da un vicino che chiamò la polizia. Nel frattempo, però, il Singh colpì più volte la consorte in tutto il corpo e quando la vide cadavere in una pozza di sangue andò a cercare Jaspreet, a detta della maestra «bimba bellissima, serena, intelligente, con gli occhi grandi che parlavano da soli». La trovò rannicchiata in bagno, impietrita dal terrore, e con un solo fendente le tagliò la gola. Quindi la stessa lama la usò per segarsi la carotide. Alle 10 di mattina di lunedì 18 giugno in un piccolo appartamento in via Regina Margherita nel centro storico di Solofra (Avellino).