Walter Riolfi, Il Sole 24 Ore 20/6/2012, 20 giugno 2012
UN RIALZO USCITO DAGLI ALGORITMI E AMPLIFICATO DALLE RICOPERTURE
Per quanto ci si sforzi di entrare nella logica dei mercati, è difficile capire cosa abbia determinato ieri i forti rialzi delle borse e il bel balzo dei titoli di Stato italiani e spagnoli (e calo conseguente dei rendimenti). Le poche notizie macro (indici Zew in Germania e Italia, peraltro assai brutti) non hanno avuto impatti sensibili e nulla di nuovo è arrivato dai politici dell’Eurozona, quanto meno fino a tarda serata. Eppure, dopo poco più di un’ora di contrattazioni, Piazza Affari, Madrid e poi le altre borse hanno cominciato a muoversi al rialzo; e un quarto d’ora più tardi hanno iniziato a scendere anche i rendimenti dei Btp e persino dei Bonos, nonostante la poco esaltante asta dei bond spagnoli.
Il sospetto è che la "logica" dei mercati sia stata di natura completamente diversa da quella che da oltre due mesi ha per lo più afflitto azioni e titoli di Stato. Nulla di nuovo, semmai qualcosa di antico, visto che pare venire dai programmi computerizzati dei broker e dagli algoritmi che macinano dati quantitativi. Ad averla innescata è probabilmente l’incontro del Fomc, iniziato ieri e che si chiuderà quest’oggi con un’attesa decisione della Fed: ossia con l’annuncio di un quantitative easing, secondo la scommessa o la speranza dei mercati. Non a caso, il rimbalzo dei titoli a rischio è stato preceduto ieri da un effimero movimento all’insù dell’oro, da un’impennata dei prezzi delle materie prime, petrolio in testa, e da un apprezzamento dell’euro sul dollaro, che è il segno della ricerca (momentanea) del rischio. Quotazioni in recupero fanno anche scattare le ricoperture e così il rialzo si autoalimenta: con forti scambi a Milano, seppur generati in prevalenza dai broker esteri che hanno operato con derivati, ma con volumi sotto la media nel resto d’Europa.