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 2012  giugno 19 Martedì calendario

IL LINGUAGGIO CORRE TROPPO VELOCE. I NUOVI DIZIONARI SONO GIA’ VECCHI - I

mutamenti linguistici sono troppo veloci anche per i vocabolari più prestigiosi. Prendete il Devoto-Oli (DO) e lo Zingarelli (Z) 2013, che escono in questi giorni. Aggiornati, ma fino a un certo punto. Se andate a cercare una delle parole più ricorrenti di queste settimane, «Esodato», rimarrete delusi, pur essendo un vocabolo che purtroppo non uscirà troppo presto dal nostro lessico quotidiano. E se cercate «Biscotto» dopo aver letto le pagine sportive, avrete la magra sorpresa di imbattervi nel dolcetto e null’altro, eppure il DO si rivela fulmineo nel raccogliere la «Paccata» forneriana. Fin qui niente di cui stupirsi troppo. I guai arrivano quando si va alla ricerca di termini più ovvi e già ampiamente diffusi. Si ha l’impressione che la rapidità dei cambiamenti imposti dalle nuove tecnologie e dalla finanza abbia qua e là mandato in tilt la coerenza della selezione lessicale.
Per esempio, non affannatevi a cercare «Facebook» né «YouTube» sul DO. Come mai? Termini para-commerciali, si dirà. D’accordo, ma allora perché troviamo «iPod», «iPad» e iPhone»? E perché lo «SmartPhone» è caduto nell’oblio? «Facebook», per fortuna, è registrato sullo Z, come «Twitter», che manca nel DO. Però ognuno ha le sue lacune, e così nello Z sono presenti «Account» e «Tag», ma non «Ashtag» né «iPhone». La terminologia digitale è in genere ben attestata: «Linkare», «Formattare», «Resettare», «Zippare»... C’è «Forward», ma non l’orribile verbo italianizzato, «Forwardare», c’è «Login» ma non «Logare» o «Logarsi», ampiamente (tristemente?) in uso.
Piace di più il lessico digitale che la terminologia economico-finanziaria anglofona: dimenticate la «Spending Review», il «Credit Crunch», il «Beauty Contest», gli «Hedge Fund». Allo «Scivolo» in senso metaforico pensionistico, è sensibile solo il DO. I due vocabolari sembrano invece accogliere di buon grado i neologismi politici, però il DO, a differenza dello Z, ha abbandonato il «Celodurismo», che essendo in calo, rimarrà tutt’al più nei dizionari storici.
Paolo Di Stefano