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 2012  giugno 19 Martedì calendario

Marion Le Pen: “Non sono la marionetta di mio nonno” - Un angelo per «dédiaboliser» il Front National

Marion Le Pen: “Non sono la marionetta di mio nonno” - Un angelo per «dédiaboliser» il Front National. L’elezione all’Assemblée nationale della bionda Marion Maréchal-Le Pen, 22 anni, la più giovane deputata nella storia della Quinta repubblica, non è solo una nuova puntata nella dynasty di un partito, il Front national, che si identifica da sempre con una famiglia e nemmeno, come accusano gli avversari, un caso di nepotismo sfacciato (familismo amorale anche dall’altra parte delle Alpi?). No: la nipotissima, figlia di una figlia di Jean-Marie, dunque di una sorella di Marine, è il volto che si vuole moderno e moderato del già sulfureo Fn, finalmente, almeno nelle intenzioni della zia, presentabile e sdoganabile. «Dediabolizzato», appunto. E in grado, domani, di allearsi con la destra «repubblicana», in un Paese così maggioritariamente di destra da averne due e che finisce, di conseguenza, per essere governato dalla sinistra. Per questa operazione, Marion è perfetta. Intanto è carina: di Marine ha i colori (capelli biondi, occhi azzurri) ma non le spalle da rugbysta. E poi è studiosa e soprattutto di sci p l i n at a : non raccoglie provocazioni, non dice una parola di troppo, non si fa uccellare dai media che non aspettano altro per svelare la «facho» che si cela dietro la ragazza giovane e di gentile aspetto. Cosa pensi davvero, nessuno lo sa. Lo tiene per sé, in questo molto più brava del nonno, che si è sempre rovinato con le sue mani, anzi con la sua bocca. Alla fine, di Marion non si sa molto. Studia Giurisprudenza a Parigi, ama appassionatamente gli animali e si era già candidata un paio di volte alle amministrative in Île-de-France. Il seggio, invece, se l’è preso a Carpentras, nel Sud. Paracadutata? Sì e no. «Mio nonno - racconta - mi ha convinto a presentarmi in una città dove il nostro nome è stato infangato». Il riferimento è alle 34 tombe ebraiche che furono profanate qui, con accuse al Fn e sospetti durati anni, finché i veri colpevoli non confessarono. Adesso, proclama Marion, «l’oltraggio fatto a Jean-Marie è stato lavato. Giustizia è fatta!». Bella storia, certo. In realtà, il Sud della Francia ha anche un cuore nero. È una vecchia storia che risale addirittura alle guerre di religione. Qui le contrapposizioni sono più forti e le stesse famiglie sono state, nei secoli, ugonotte o cattoliche, rivoluzionarie o realiste, bonapartiste o legittimiste, con la Resistenza o con Vichy. Poi, ovvio, Marion ha approfittato della ribellione della candidata socialista che, approdata al secondo turno ma molto staccata, non ha rinunciato come il partito le chiedeva. Ne è risultata una «triangolare» e a Marion è bastato il 42% dei voti per mandare in pensione JeanMichel Ferrand, cacicco Ump deputato da sei legislature. Marine, nel Nord, aveva un ballottaggio a due ed è stata battuta, sia pure solo per 118 voti. E così il paradosso è che la zia famosa resta fuori dal Palazzo, la nipotina sconosciuta ci entra. Farà la testimonial del nuovo Front, ribattezzato «Rassemblement bleue Marine» e già soprannominato «blond Marion». «Immagino che sarò una specie di portaparola mediatico - dice -. Ma non voglio diventare un’attrazione per la stampa people, dare interviste a Elle o a Paris Match». In ogni caso, ripete, «non sono la marionetta di mio nonno». Che però domenica è andato a Carpentras e ha tuonato: «Marion è di buona razza». Ecco, la differenza è tutta qui: Marion un’espressione del genere non l’userebbe mai. Perciò sta facendo più carriera (o, a seconda dei punti di vista, è più pericolosa...).