Paolo Siepi, ItaliaOggi 19/6/2012, 19 giugno 2012
PERISCOPIO
Sono contro la meritocrazia. I più bravi e meritevoli li hanno assunti a Wall Street e guardi cos’hanno combinato. Tutti a riempirsi la bocca di meritocrazia, ma il 95% degli imprenditori lo è per puro culo. Perché lo era il loro padre. Com’è capitato anche a me. Oscar Farinetti, patron di Eataly. la Stampa.
Monti è per me una persona stimabile. Ma non ha coraggio. Di sicuro non ne ha avuto abbastanza per ridurre la spesa della macchina statale. Roberto Maroni. Sette.
Le banche ti chiedono soldi e fiducia, però legano la biro a una catenella. Beppe Grillo, discorso in giro per l’Italia.
Grillo esige che si voti nei teatri, Formigoni studia da Nilde Yacht, Montezemolo vuol scendere, invece che in politica, direttamente in economia. È la fine, dice Ricky Gianco. E l’hai voluto tu. Massimo Bucchi. il venerdì.
Quale ragazzo e ragazza sani di mente e di corpo potrebbero avere come ideale di andarsi a infilare nel cubicolo asfittico della famiglia autosufficiente, monade. E infatti lo evitano come la peste. Vogliono aria, preferiscono la famiglia «allargata» a cui la tv di stato continua a dedicare fiction carucce e astute. Allargata «male» con seconde famiglie, figliastri, ma pur sempre ombra e simulacro di quella che era la famiglia tribù, un organismo vasto dove stavano non solo zii rincoglioniti e nonni a traino, ma anche parenti vari, consanguinei di vario grado. E dove l’amicizia di una tribù collaborava a dare sostegno, ad alleviare, stemperare, consolare, accudire. Davide Rondoni. Tempi.
Il kibbutz sperimentò la parità della donna con l’uomo ma a scapito della sua femminilità. È vero, lo ammetto. Ai miei tempi una ragazza del kibbutz, al pari dei ragazzi, poteva andare a letto con un uomo diverso ogni sera, ma bastava un rossetto perchè venisse espulsa come una borghese depravata. D’altra parte aveva le stesse opportunità di studio, lavoro, salario, molto prima che nel resto della società. Amos Oz, scrittore israeliano. il venerdì.
Guardai verso il folto dove si era immerso il Chiappini con la sua fidanzata. Non veniva alcun indizio di vita ma, al mio sorgere, una gazza, che si era posata sopra il ramo più alto, prese il volo presso i boschi circostanti, segno che fra quelle fronde non vi era persona alcuna o che i due, presi dal sonno, se non dalla spossatezza, giacevano inerti come ciottoli o radici morte. Piero Chiara: Le corna del diavolo. Mondadori.
Dissacrazione: il beat Angelico. Gino Patroni: Crescete e moltiplicatevi. Rizzoli.
Il tramonto lo colse appoggiato pigramente alla solita ringhiera, mentre osservava con occhio distratto il vaporetto per Napoli che curvava per entrare in porto, la bella scia semicircolare, e dietro, lontano, un grosso motoscafo che avanzava veloce tra grandi spruzzi. Luciano Salce: Cattivi soggetti. Rizzoli.
Trascorsi tre giorni a Massaua, a bordo della nave ospedale «Tevere», per fare compagnia alla sorella Barbara, imbarcata come infermiera. È arrivato a bordo un tenente degli alpini morsicato da una cane abissino (!) durante il combattimento. Paolo Caccia Dominioni: Ascari K7 1935-36. Longanesi.
Nel cielo quasi bianco un falco esplorava il mondo con voli amplissimi e lentissimi. Una biscia attraversò lo stagno, tra lenticchie d’acqua e ninfee. Una chiocciola azzardò la scalata del piede di Matilde. Lei la raccolse e recitò: «Lumaga lumaghin, càva fora i to’ curnin...». Giuseppe Pederiali: Padania felix. Edizioni Diabasis.
Ricordo l’incanto dei risvegli con mia madre che mi portava la luce del sole a letto e poi si fermava a giocare. Ricordo la magia delle sere, quando scivolavi nel sonno mentre un voce e una mano ti carezzano la testa da dentro e da fuori. Ricordo le fughe di giugno dalla scuola elementare sul motorino di mio padre che mi portava sulle ali del vento in campagna a raccogliere gioia dagli alberi. Marcello Veneziani. Il Giornale.
Il treno ci stava portando da Giverny a Parigi nel pieno pomeriggio. Il sole, ignaro ancora del suo tramonto, si attardava ad accendere il verde delle colline, giganti seduti con i piedi a mollo nelle rive della Senna. Franco M. Scaldaferro: Il regalo di un sogno. Valentini editrice.
Certo guardando la politica e non solo a quella di oggi, direi che i vizi sono eterni, però, rispetto al passato, è sceso il livello delle persone. Nicola Piepoli. l’Espresso.