Antonio Gnoli, la Repubblica 5/6/2012, 5 giugno 2012
Margherita Hack conobbe il futuro marito Aldo che erano bambini, ai giardinetti: «Ricordo che si giocò insieme un’estate intera
Margherita Hack conobbe il futuro marito Aldo che erano bambini, ai giardinetti: «Ricordo che si giocò insieme un’estate intera. Si andava d’accordo. Ma poi lui si trasferì con la famiglia in un’altra città. Ci ritrovammo a Firenze durante gli anni dell’università. E nel rivederci ebbi la sensazione di avere di fronte un estraneo». Non si uò dire che le piacesse: «Mi era indifferente. Mi piaceva il suo ricordo di bambino. Ma siccome né lui né io in quel momento si era impegnati, cominciammo a uscire e poi a baciarci. Ma ce ne è voluto! Lui era fascista e io antifascista, lui cattolico e io non credente, lui studente di lettere e io di fisica. Avevamo due caratteri opposti. Ma dopotutto ci siamo riconosciuti per quello che si era stati da bambini: due persone per un momento molto felici. E ora sono quasi settant’anni che si sta insieme». Non è stato semplice far durare tanto a lungo il loro matrimonio: «Abbiamo litigato tantissimo, ma poi sulle questioni di fondo l’accordo è sempre stato totale. Non credo di essere stata una persona facile. Non mi piacciono i compromessi».