David Leavitt, la Repubblica 17/6/2012, 17 giugno 2012
Turing [SISTEMARE SCHEDA CHIUDE MALE]– Le scuseformulate di recente ad Alan Turing da Gordon Brown a nome dell’Inghilterra hanno apposto un sigillo di ufficialità all’iter col quale, per mezzo secolo, gli ammiratori di questo grande matematico si sono adoperati in ogni modo per riabilitarne il buon nome
Turing [SISTEMARE SCHEDA CHIUDE MALE]– Le scuseformulate di recente ad Alan Turing da Gordon Brown a nome dell’Inghilterra hanno apposto un sigillo di ufficialità all’iter col quale, per mezzo secolo, gli ammiratori di questo grande matematico si sono adoperati in ogni modo per riabilitarne il buon nome. Cinquantacinque anni fa Turing si suicidò nella sua casa di Manchester ingerendo una mela spruzzata di cianuro di potassio — un richiamo al suo film preferito, Biancaneve e i sette nani di Walt Disney. In seguito, il suo nome è stato ripetuto soltanto sottovoce, e in sostanza è stato per lo più fatto sparire dalle storie delle discipline da lui stesso inventate, l’informatica e l’intelligenza artificiale. A mantenere vivo Turing è stato soltanto l’impegno dei suoi estimatori, un inverosimile mix di logici matematici, attivisti per i diritti dei gay, e logici matematici attivisti per i diritti dei gay. Il discorso di Brown ha confermato quello che i suoi ammiratori hanno sostenuto per tutto questo tempo: Turing fa parte degli immortali, e il suo Paese non avrebbe potuto trattarlo in modo più spregevole. La sua eccezionale carriera fu contrassegnata dal caso. Nel 1936, quando era studente a Cambridge, assistette a una conferenza nella quale M. H. A. “Max” Newman definì un problema di logica, irrisolto e difficile, come qualcosa da risolvere trovando un «processo meccanico» in grado di mettere alla prova la validità di un assunto matematico. Poiché prendeva le cose alla lettera per eccesso, Turing considerò la definizione «processo matematico» per quello che era testualmente e scrisse una relazione abbozzando la configurazione di un’ipotetica apparecchiatura in grado di svolgere il compito. Quella relazione, destinata a un pubblico ristretto di specialisti, ebbe ripercussioni ben più ampie di quelle che avrebbe potuto immaginare il suo autore in quanto risultò essere una sorta di progetto introduttivo del computer moderno. Lo schema delle scoperte del tutto casuali si ripeté. Durante la Seconda guerra mondiale Turing fece parte di un gruppo di scienziati convocati a Bletchley Park per contribuire a decrittare il codice tedesco Enigma, apparentemente inviolabile. Tenuto conto che tale codice era generato da una macchina, decise Turing, soltanto una macchina sarebbe stata in grado di decrittarlo. Egli andò quindi avanti a progettare e costruire un’apparecchiatura — detta la “Bomba” — in mancanza della quale gli Alleati avrebbero potuto perdere la guerra, e così facendo contribuì a far compiere un considerevole balzo in avanti alla crittoanalisi. Dopo la guerra, Turing si trasferì a Manchester, dove prese parte alla creazione di molti dei primi computer funzionanti e dove mise a punto un test col quale diventava possibile determinare se una macchina poteva essere definita pensante — il cosiddetto “test di Turing”. In questo modo diede origine a quella che oggi chiamiamo intelligenza artificiale. Turing si era reso conto di essere gay sin dalla prima adolescenza e in questo non aveva trovato nulla di sbagliato. Se la società nella quale viveva criminalizzava l’omosessualità, era la società a sbagliare — così credeva — non certo gli uomini e le donne che della società erano vittime. Fece pochi sforzi per mascherare o reprimere il proprio desiderio di altri uomini e, quando all’inizio degli anni Cinquanta intraprese un rapporto continuativo con un giovane che aveva rimorchiato a Manchester, la sua opinione di come doveva essere il mondo si scontrò con la dura realtà di com’era in effetti. Sospettando che il suo compagno avesse commesso un furto, chiamò la polizia a casa sua. La polizia arrivò e finì coll’arrestare lo stesso Turing in virtù della cosiddetta blackmailer’s charter, che sanciva la perseguibilità di tutti «gli atti di palese indecenza» tra uomini adulti, in pubblico come in privato. Fu in base alle clausole di quella medesima legge — abrogata soltanto nel 1967 — che Oscar Wilde fu condannato ai lavori forzati nel carcere di Reading Gaol. Per evitare il carcere, Turing acconsentì a essere sottoposto a un ciclo “terapeutico” a base di estrogeni, che