Sibilla Di Palma, ItaliaOggi 18/6/2012, 18 giugno 2012
Creativi, ma anche esperti web Quando lavorare è di moda– Stipendi più alti in media del 15% e fatturato in crescita del 5,5% nel 2011: questi i numeri del settore moda che, a dispetto della crisi, si conferma un mercato appetibile per i giovani creativi, ma anche per gli addetti alle professioni tecniche, come sarte e modellisti, alla ricerca della realizzazione professionale
Creativi, ma anche esperti web Quando lavorare è di moda– Stipendi più alti in media del 15% e fatturato in crescita del 5,5% nel 2011: questi i numeri del settore moda che, a dispetto della crisi, si conferma un mercato appetibile per i giovani creativi, ma anche per gli addetti alle professioni tecniche, come sarte e modellisti, alla ricerca della realizzazione professionale. Grazie anche al traino dei mercati emergenti che mostrano un crescente interesse per il fashion italiano. Un settore che resiste alla crisi. La recessione che ha investito l’economia soprattutto nel biennio 2009-2010 ha spinto le aziende della moda a riorganizzarsi e ad accentrare i processi, focalizzandosi su una maggiore attenzione ai costi. «Nel 2011 si è registrata la ripresa con un fatturato in crescita del 5,5% rispetto al 2010, grazie soprattutto al traino dei mercati emergenti, come Cina, Brasile, India e Russia», spiega Dikran Eretzian, responsabile del settore moda e lusso della società di consulenza Hay Group. Una ripresa trainata anche dalle nazioni che storicamente hanno sempre apprezzato la moda italiana «e che in questi anni hanno evidenziato una tenuta dei consumi, come ad esempio, Germania, Francia e Stati Uniti», evidenzia Luigi Castellani, partner della società di ricerca e selezione del personale Suitex International. Un trend positivo che sembra aver subito un rallentamento nei primi mesi di quest’anno come conseguenza del clima di incertezza internazionale e locale. E che spinge le aziende a ricercare «figure con un alto livello di specializzazione e con caratteristiche uniche e specifiche che riescano in tempi stretti a generare una spinta allo sviluppo dell’azienda, a implementare le scelte strategiche definite dall’alta direzione e quindi a portare il segno positivo ai conti di chiusura di fine anno», prosegue Castellani. Le figure più richieste. A mostrare le maggiori prospettive occupazionali all’interno del settore sono in particolare le professioni legate all’area marketing e comunicazione, come visual merchandiser, addetti stampa e designer. Le imprese sono inoltre alla ricerca di figure tecniche, come modellisti, sarte, addetti alla ricerca di tessuti, tagliatori di pelli e tecnici della jeanseria. «Professionalità rare da trovare e molto contese dalle aziende perchè richiedono competenze specifiche e che sono di conseguenza ben retribuite», aggiunge Eretzian. Le sarte, ad esempio, guadagnano in media 49 mila euro circa all’anno, mentre i modellisti hanno in genere una ral di poco meno di 45 mila euro l’anno. Strategiche si rivelano poi le figure che si occupano della parte creativa con lo sviluppo del prodotto, come il product manager che funge da punto di collegamento tra il lavoro dello stilista, l’area vendite e la produzione, occupandosi di rendere vendibile il prodotto grazie a un’approfondita conoscenza del mercato. Altra figura trainante è il retail manager, cioè il responsabile e coordinatore del punto vendita cui vengono richieste anche competenze di visual merchandising e gestione del personale. A espandere il business in nuovi territori e a rafforzare quelli già coperti interviene, invece, l’export area manager, una tipica professione di accesso per i giovani laureati. «Un profilo che richiede, oltre alle competenze economiche e alle attitudini commerciali», sottolinea Castellani, «anche padronanza delle lingue straniere e molta voglia di viaggiare». Chi sceglie di incamminarsi su questa strada non resterà comunque deluso visto che le retribuzioni si attestano su un 15% in più rispetto alla media. «A trainare gli stipendi sono in particolare le figure di settore, che si occupano cioè della parte creativa con lo sviluppo del prodotto, quindi designer, stilisti, addetti alla comunicazione e al merchandising», specifica Eretzian. Ad esempio, si va dalla forbice di 41-83 mila euro circa per un addetto stampa ai 109-172 mila euro circa del responsabile visual merchandising. «Quelle più trasversali, invece, relative alle risorse umane o all’amministrazione, mostrano retribuzioni più in linea con il resto del mercato», aggiunge. Web e nuove opportunità. Per il futuro la nuova frontiera è rappresentata dal mondo del digital che rende sempre più richieste figure come l’e-commerce manager che cura il sito e la parte del virtual shop, un ruolo dirigenziale che può essere retribuito anche con 90-100 mila euro l’anno, il direttore digital che si occupa dei contenuti per l’online, «e il web marketing e il digital pr che sviluppano le public relations attraverso gli strumenti digitali», sottolinea Eretzian. Ottime opportunità arrivano anche dall’e-business manager, referente e responsabile di tutte le attività di gestione e sviluppo del posizionamento dell’azienda e dei prodotti nel canale online. Il cui compito è anche di relazionarsi con l’area commerciale, la logistica e l’it e condurre analisi sulla concorrenza e la targhetizzazione del mercato. «Per il fashion italiano è una figura recente, nel 2008 abbiamo realizzato una sola ricerca di questo manager, mentre nei primi cinque mesi di quest’anno siamo già a quota otto», specifica Castellani. Si tratta della figura che, in base ai dati della quattordicesima indagine sui livelli retributivi di Suitex, ha avuto il maggior incremento rispetto all’edizione passata con una retribuzione annua lorda che oscilla da un minimo di 33 mila a un massimo di 77 mila euro con una crescita, rispettivamente, del 6 e dell’8,5%. Seguita dall’export area manager secondo in classifica con un +4% e una ral che viaggia da un minimo di 54 mila a un massimo di 119 mila euro.