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 2012  giugno 18 Lunedì calendario

Il bollino blu abbatte gli infortuni– Calano gli incidenti sul posto di lavoro, in Italia. Nelle aziende, però, permangono «costanti fattori di rischio» per il personale, riconducibili a comportamenti e manovre non corretti: uno spettro che aleggia in poco meno dell’80% delle imprese

Il bollino blu abbatte gli infortuni– Calano gli incidenti sul posto di lavoro, in Italia. Nelle aziende, però, permangono «costanti fattori di rischio» per il personale, riconducibili a comportamenti e manovre non corretti: uno spettro che aleggia in poco meno dell’80% delle imprese. È il quadro emerso da uno studio di Accredia, l’ente italiano di accreditamento (che certifica, fra l’altro, anche il rispetto della salute e sicurezza sul lavoro nei soggetti produttivi, il cui numero a marzo è arrivato a 7 mila e 68) curato insieme al Censis, che prende in esame 1.000 società operanti nell’industria, nelle costruzioni e nei trasporti nel 60% delle quali vengono riscontrati pericoli legati all’esalazione di fumi e gas, mentre in oltre 8 su 10 vengono identificati quali elementi di disturbo rumori e vibrazioni. Progressi sul fronte degli infortuni: scendono dell’8% negli ultimi tre anni (2009-2011), mentre le morti diminuiscono dell’11,7% (nel 2009 erano stati 726 mila gli incidenti e 930 i decessi, secondo l’Inail). Altro passo in avanti, si legge nel dossier, è la crescente tendenza a monitorare le potenziali cause di danneggiamento dei lavoratori: l’80% delle aziende interpellate dichiara, infatti, di effettuare un monitoraggio periodico per prevenire eventuali rischi; per l’Inail, in particolare, nelle imprese «con il bollino», gli indici di infortunio sono più bassi del 27% per ciò che riguarda la frequenza, e del 35% per la gravità. All’interno delle mura aziendali, lo strumento più utilizzato è l’addestramento e l’informazione dei lavoratori (34%), mentre circa il 20% degli intervistati sostiene di affidarsi a un consulente esterno, il 19% invece ricorre a visite di routine del responsabile interno della sicurezza, mentre il 18% apporta di volta in volta miglioramenti, ove necessario. Dal dire al fare, però, lo scenario cambia: le «armi» usate per prevenzione e controllo dei rischi appaiono ancora piuttosto improvvisate e improntate «alla minore spesa possibile», soprattutto nelle imprese di piccole e piccolissime dimensioni. Difatti, il 70% delle aziende considera i costi «non facilmente sostenibili, ancorché necessari, e più del 60% giudica le norme sulla sicurezza complicate da attuare, alla stregua di appesantimenti burocratici». Ecco, perché, sottolinea Accredia, i soggetti dotati di un Sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro (Sgsl certificato a norma Ohsas 18001:2007) sono a oggi «una minoranza del tessuto produttivo, ma il loro numero è cresciuto di quasi sette volte negli ultimi quattro anni», sebbene nei dieci anni di applicazione della norma l’incremento medio annuo sia stato del 50%: i siti certificati dai 23 organismi accreditati dall’ente sono 7 mila e 68 a marzo, 4 mila 395 un anno fa, 2 mila 363 nel 2010, 1.421 nel 2009, 1.226 nel 2008, e 749 nel 2007. Per Giuseppe Lucibello, direttore generale Inail, l’accreditamento, «e la conseguente certificazione, non è garanzia assoluta di un’azienda più sana e di costi economici della sicurezza minori, ma sicuramente ne costituisce la premessa».