Pierluigi Battista, Corriere della Sera 18/06/2012, 18 giugno 2012
PERCHE’ IL MONDO TIFERA’ GRECIA (CONTRO I TEDESCHI) - I
piccoli e deboli contro i forti e gli arroganti. Le vittime contro i carnefici. Chi è vessato dalla miseria e deve uscire dal baratro contro gli occhiuti controllori senza pietà. C’è qualche dubbio che la stragrande maggioranza degli europei tiferà smodatamente Grecia nei quarti di finale contro la perfida Germania?
«Destino» è parola troppo impegnativa. Ma che un gol di Karagounis abbia spalancato la porta al match dell’anno, agli Europei di calcio che vedranno i paria dell’euro giocarsela con i padroni dell’euro, questo non sarà «destino», però un’occasione del caso beffardo della vita e della storia, certamente sì. Il cinema ci ha abituato a meravigliosi film in cui una rovesciata del «prigioniero» Pelé era sufficiente per umiliare i «cattivi» e segnare l’apoteosi dei buoni. E chi segue gli intrecci spesso misteriosi tra sport e politica non può non ricordare la passione, la commozione, il senso di fiera rivincita che animò la squadra cecoslovacca di hockey sul ghiaccio contro l’Unione Sovietica: Olimpiadi invernali del 1968, nel cuore della «Primavera di Praga» di Dubcek, quando già i cingolati del Patto di Varsavia stavano scaldando i motori per la «fraterna» invasione. E se la giocarono senza risparmio, gli inermi contro i prepotenti, i pattini contro i carri armati.
Oggi la percezione pubblica assegna alla Germania il ruolo di feroce tutore dei conti pronto ad affamare i più deboli. Perciò davanti alla tv Grecia-Germania sarà una bolgia e tutti si sentiranno filo-ellenici e anti-teutonici. A ogni palla greca inveiranno contro la Merkel, a ogni azione tedesca trepideranno per la sorte degli eredi oggi umiliati della grande civiltà ateniese. Parleranno con il cuore e le emozioni, non con la voce della ragione, considerata arida, gretta, meschina. Diranno Forza Grecia non sperando che ad Atene rimettano i conti a posto e scalino l’abisso in cui l’economia greca è precipitata, ma auspicando un gol in contropiede, una difesa caparbia, un agonismo che sappia annullare il divario tecnico e punisca i potenti che si permettono di strapazzare i deboli. Da Nord a Sud, da Ovest a Est, senza distinzioni: come se una partita di calcio potesse lasciar sfogare un risentimento anti-tedesco alimentato dalla certezza interiore che l’eccesso di rigore di Berlino sia la causa di tutte le traversie dell’Europa. Sperando che il rigore, stavolta, sia battuto dalla Grecia, doppiando la felicità con cui molti in Europa hanno salutato la vittoria del Chelsea in Champions contro il Bayern Monaco. E non può essere solo calcio, solo sport.
Pierluigi Battista