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 2012  giugno 18 Lunedì calendario

Quando le Borse fanno paura il rifugio più sicuro resta l’oro - Mattone e titoli del debito pubblico faticano a mantenere lo status di impieghi sicuri di lungo termine, e i risparmiatori sono forzati a guardare altrove, al vecchio e al nuovo

Quando le Borse fanno paura il rifugio più sicuro resta l’oro - Mattone e titoli del debito pubblico faticano a mantenere lo status di impieghi sicuri di lungo termine, e i risparmiatori sono forzati a guardare altrove, al vecchio e al nuovo. Il vecchio è l’oro, che rinasce come bene rifugio ogni volta che le tensioni si colorano di panico. Il nuovo è il ventaglio di investimenti nelle altre materie prime, accessibili ora grazie agli Etf specializzati, quotati in Borsa. Ma anche questa alternativa presenta rischi considerevoli. «In generale, la maggior parte delle materie prime legate al ciclo economico ha sofferto deflussi, a eccezione del petrolio Wti (Usa), per la paura legata alla debolezza della ripresa economica negli Stati Uniti e alle difficoltà che sta vivendo la Cina, anche considerando il peggioramento della crisi dell’euro» ha detto a La Stampa il direttore per l’Italia della Etf Securities di Londra, Massimo Siano. «Questi fattori hanno aumentato l’avversione al rischio degli investitori e la corsa al solo rifugio vero, l’oro. Per sfruttare gli Etc (Exchange Traded Commodities) in altre materie prime, come il gas naturale, gli investitori in Etc dovrebbero imparare a comprare anche la versione short, ossia a puntare sui ribassi». Insomma, a rischiare magari anche di più. Oro E’ il miglior termometro della gravità della situazione. Da gennaio l’Etc oro guadagna il 5,2%, su 12 mesi il 21% e sui 2 anni il 28,24%. Nella settimana dal 4 all’8 giugno vi sono affluiti 205 milioni di dollari a livello globale (503 in tre settimane). Gli acquisti d’oro per puro investimento pesano per il 47% del totale, con l’11% per l’industria tecnologica e il 42% per la gioielleria. Chi compra per investimenti, cioè per speculazione di breve termine o per rifugio, ha quindi un peso predominante. Tra costoro ci sono i governi di Cina (100 tonnellate un paio di settimane fa), Filippine (32 tonnellate), Messico e Russia. Il metallo giallo può essere visto come un impiego per cassettisti pessimisti, e è sempre il più popolare: a Milano ha raccolto 57 milioni di euro in una settimana, con 1569 contratti di acquisto. Argento È assai più volatile, e infatti è noto anche come “metallo schizofrenico”, perché per i due terzi è usato per tubazioni, motori, microchip e altri impieghi industriali, quindi risente delle notizie sul trend economico. Solo circa il 35% lo compra come riserva o trading. Da gennaio è su del 7,1%, ma sui 12 mesi perde il 9% e sui due anni guadagna il 50,85%. In alcune sedute il prezzo arriva a spostarsi del 12%, e in pochi mesi può balzare del 40%, come nel 2011. E’ l’ideale per trader che amano la volatilità e il rischio, e non sono pochi: con 307 contratti, ha raccolto su Borsa italiana 5 milioni freschi, seconda commodity per volumi. Gas naturale Il suo prezzo è in caduta libera: - 38,1% da gennaio, - 64,1% da giugno 2011, - 77,15% da due anni fa, -98% da tre anni a questa parte. Non perché nessuno lo voglia o lo usi, ma per il contrario: è l’offerta che cresce, con la produzione in grandissimo aumento negli Stati Uniti (stime per 862 miliardi di metri cubi) e altrove grazie alla nuova tecnica estrattiva detta “fracking”, o fratturazione idraulica. Negli Usa sta già incidendo in maniera benefica sulla indipendenza dal petrolio arabo e anche altrove il fenomeno ha tassi esplosivi. L’Argentina ha 774 miliardi di metri cubi di riserve di gas “shale”, il Messico 681 miliardi, la Cina 1275, la Polonia 187, la Francia 180, la Norvegia 83. Il tracollo dei prezzi che ha via via scontato le scoperte dei possibili giacimenti nel mondo non necessariamente si trasformerà in un rimbalzo, almeno in tempi prevedibili. Siano nota che, nella clientela italiana, solo un 3% ha comprato Etc Natural Gas “short”, ossia ha guadagnato dalle cadute, con il 97% che si è esposto “long”, puntando sull’aumento dei prezzi. “Per questa materia prima é necessaria una strategia mista long-short con frequenti “stop loss” (ordini di fissare la perdita in caso di trend negativo) prima di farsi davvero male come già è successo a tanti investitori che hanno avuto solo un approccio long”, raccomanda Siano. Petrolio La produzione Opec è ai massimi dal 2008 con 31,75 milioni di barili al giorno, perché il calo in Iran è compensato da Iraq, Libia e Arabia Saudita, in crescita. L’Etf Brent, in caso di crisi geopolitiche, potrebbe avere un aumento di prezzo più interessante del petrolio Wti (Usa), visto il surplus produttivo di gas e petrolio in Nord America. L’Etf Brent, a Milano, perde il -2,4% da gennaio ma è a +5,7% a 1 anno e a +29,1% a 2 anni. Platino e palladio «Sulla base delle vendite di auto nel lungo periodo, le emissioni, i gioielli e le condizioni dell’offerta, la previsione per i prezzi di palladio e platino sembrerebbe positiva», dice Siano. «Nel brevemedio termine le condizioni per il palladio appaiono particolarmente favorevoli considerando la richiesta di auto più piccole a benzina come reazione ai prezzi più alti del petrolio e ai costanti problemi d’offerta». Il platino è a +9,5% da gennaio, e perde il 6,5% e l’8,04% a 1 e a 2 anni. Il palladio è a +2% da inizio anno, perde il 9% a 1 anno e guadagna il 32,05% a 2 anni. Soia e granoturco Mentre la prima registra un trend costantemente positivo (+ 20,6% da gennaio, + 16,1% a 1 anno e + 9,7% a 2 anni), l’Etc in granoturco è assai più volatile: - 4,8% da gennaio, -5,4% su 1 anno, + 41,48% a 2 anni (la migliore performance a 24 mesi tra gli Etc dopo l’argento).