Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 18 Lunedì calendario

Cos’è e di cosa si occupa Rio+20? - Mercoledì a Rio de Janeiro prende il via Rio+20: di che cosa si tratta? È la conferenza delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che pensi anche alle future generazioni

Cos’è e di cosa si occupa Rio+20? - Mercoledì a Rio de Janeiro prende il via Rio+20: di che cosa si tratta? È la conferenza delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che pensi anche alle future generazioni. Perché si chiama Rio+20? Perché si svolge a Rio de Janeiro dove, 20 anni fa, si era tenuto l’Earth Summit, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sullo sviluppo in base alla quale per la prima volta si era messa come priorità nell’agenda dell’Onu e della comunità internazionale la tematica dello sviluppo sostenibile. Cosa cambia rispetto al 1992? Nel 1992 le questioni ambientali erano una novità. Fu proprio in quell’occasione che per la prima volta furono prodotti due documenti che rappresentano la pietra angolare dell’approccio alla sostenibilità. Di che cosa si tratta? Il primo documento fu la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici da cui sarebbe scaturito il Protocollo di Kyoto. Il secondo è quello relativo ad Agenda 21, in cui si espresse chiaramente il valore che dovrebbero avere le comunità locali nei processi decisionali, e non soltanto quelli riguardanti l’ambiente. A 20 anni di distanza cosa è cambiato? Con il nuovo summit si ritorna dove tutto è cominciato, con alle spalle la delusione delle altre due conferenze su clima e sviluppo (Copenaghen 2009 e Durban del 2011) in cui non si è riusciti a dare un seguito efficace al Protocollo di Kyoto. Quanti giorni dura Rio +20? La conferenza con i capi di Stato dura dal 20 al 22 giugno, ma i lavori sono già iniziati il 13 giugno con la Cupola dos Povos. Che cosa è la Cupola dos Povos? Alla lettera è il «vertice dei popoli», ossia il forum sulle stesse tematiche ambientali discusse non dai capi di stato, ma dalla società civile. È una sorta di Rio+20 alternativo e parallelo che ha visto in questi giorni eventi di ogni tipo, compresa la cerimonia del fuoco realizzata dagli indios intervenuti all’evento. Che obiettivi ha Rio+20? Sono tre: far sì che venga rinnovato l’impegno da parte della politica nei confronti dello sviluppo sostenibile, verificare il progresso fatto negli accordi già presi e infine individuare nuovi limiti all’inquinamento. Quali sono i temi di maggiore dibattito? Sono due. La cosiddetta «green economy», cioè l’approccio ambientale come strumento per sradicare la povertà, e il tema dell’impegno delle istituzioni nell’ambito dello sviluppo sostenibile. Ma si parla anche di biocarburanti, dell’aiuto finanziario dei Paesi ricchi a quelli in via di sviluppo e dell’ipotesi di istituire un’agenzia internazionale per l’ambiente svincolata dalle Nazioni Unite. Chi partecipa e quali sono i grandi assenti? Circa 50 mila persone tra delegati, ambientalisti, imprenditori e indigeni. A questa cifra si sommano un centinaio di capi di Stato provenienti da tutto il mondo che prenderanno parte alla discussione degli ultimi giorni. Grandi assenti il presidente Obama, impegnato nella campagna presidenziale, la presidente tedesca Merkel e il premier britannico Cameron. L’Italia è rappresentata dal ministro dell’Ambiente Clini. Ci sono polemiche sui partecipanti? Sì, in particolare sulla presenza del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, invitato dal Brasile. L’Iran da tempo si rifiuta di affrontare in sede internazionale la questione del suo programma nucleare, oltre al tema delle violazioni dei diritti umani e delle dichiarazioni belliciste e razziste nei confronti di Israele. Ma la polemica maggiore l’ha creata la partecipazione a Rio+20 del padre dell’Eternit, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, oggi ambientalista e condannato a 16 anni di carcere per i morti di Casale Monferrato. E l’Italia? In occasione di Rio+20 la nostra delegazione ha inaugurato il Padiglione Italia nel Parco degli Atleti, all’insegna della sostenibilità. Riciclabile, è stato progettato come un grande parallelepipedo i cui lati sono rivestiti con pannelli fotovoltaici. Le pareti sono in bambù, gli arredi in cartone riciclato e cablaggio wifi. All’interno un modello del progetto di riqualificazione sostenibile che il nostro ministero dell’Ambiente sta supportando nella favela do Leme di Rio de Janeiro. Quali sono le previsioni degli esperti sull’esito di Rio+20? C’è molta preoccupazione sulla stesura definitiva del documento. Le 82 pagine da cui è composto presentano una serie infinita di paragrafi su cui ancora non si è raggiunto il consenso tra i negoziatori, al momento d’accordo sul 38% del testo. Lo scontro si registra sui passaggi che urtano maggiormente gli interessi di determinati Paesi. La mancanza di un accordo potrebbe causare il fallimento del meeting.