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 2012  giugno 18 Lunedì calendario

La femminilità della zeppa - L’ estate ha faticato parecchio a imporsi dal punto di vista meteorologico, tuttavia da tempo sono apparse nelle vetrine dei negozi le scarpe con il taccozeppa (o zeppatacco), un tipo di calzatura femminile che unisce l’altezza del tacco alla forma della zeppa

La femminilità della zeppa - L’ estate ha faticato parecchio a imporsi dal punto di vista meteorologico, tuttavia da tempo sono apparse nelle vetrine dei negozi le scarpe con il taccozeppa (o zeppatacco), un tipo di calzatura femminile che unisce l’altezza del tacco alla forma della zeppa. La zeppa è apparsa negli Anni Trenta, in pieno Fascismo e durante il regime autarchico. Gianluca Lo Vetro ne ha tracciato la storia mostrando come l’antitesi della zeppa non sia la scarpa bassa bensì il tacco. Nel corso degli Anni Settanta del XX Secolo il tacco a spillo, «arma della femminilità più felina», era al bando («Non più puttana, non più madonna, ma solo donna»), per poi imporsi negli Ottanta e Novanta, nel clima del post-femminismo. Le zeppe sono tornate e scomparse varie volte nelle scarpe femminili, e la loro apparizione è sembrata legarsi ai momenti di congiuntura, o di aperta crisi economica, come negli Anni Trenta del XX secolo o negli Anni Novanta. Allora come spiegare questa fusione di tacco e zeppa? Si deve parlare di nuovi tipi di tacco, oppure di zeppe rastremate e rialzate? Di sicuro il tacco ha celebrato nell’ultimo decennio il suo definitivo trionfo, insieme alla scarpa bassa, sportiva e molleggiata, sintomo della personalità multipla che la moda ha cercato, a suo modo, d’interpretare, sia per ragioni pratiche sia inconsce: ci si veste in modo diverso a seconda delle ore del giorno, delle occasioni, delle identità che si intendono assumere. Negli Anni Ottanta la zeppa esprimeva anche un cambiamento di costume nel genere, ovvero nella definizione dell’identità sessuale tra maschile e femminile. Le zeppe di Elton John sono il perfetto esempio della trasformazione transgender. Un punto di non ritorno sancito dal trionfo di Rocky Horror Picture Show, ha scritto Lo Vetro. Giusto, ma oggi il taccozeppa (o zeppatacco) appartiene in modo definitivo al campo femminile, e le zeppe non sono più un segno di trasgressione. Allora come interpretarle? Come il desiderio di non lasciare più sospesa la scarpa su un sottile ed esile rialzo, come nel caso del tacco? O come il desiderio di dare sostegno più saldo all’ascesa del piede e della gamba femminile? Indietro non si torna, ci dice il taccozeppa; i vecchi stereotipi seduttivi, nonostante i rituali del Bunga bunga, nonostante il trionfo del fetish, nonostante la neopornografia web, sono tramontati. Il tacco è una conquista e la zeppa il suo sostegno.