La Stampa 17/6/2012, 17 giugno 2012
11-17GIUGNO
giorni
.Ogni giorno ci sono notizie dal mondo che non vengono pubblicate. Scalzate dall’attualità e da altre storie. Molte meritano una seconda chance. Ogni domenica, qui troverete le storie che non avete letto durante la settimana.
Fidel Castro a 85 anni sbarca su Twitter Anche Fidel Castro alla fine, alla veneranda età di 85 anni, ha ceduto. E così eccolo inaugurare la sua pagina Twitter, all’indirizzo @reflexionfidel. Da domenica ha postato 5 messaggi, nessuno più lungo di 6 righe, in totale 140 caratteri circa ciascuno. Un’eccezione alla regola per un Líder Máximo abituato in passato a interminabili comizi. Ma la politica al tempo dei social network evidentemente è stata più forte, tanto più in un’isola come Cuba dove da anni l’opposizione è rappresentata dal blog di denuncia di Yoani Sánchez. I messaggi di Fidel appaiono adesso in forma straordinariamente sintetica anche sul sito filogovernativo Cubadebate. I «cinguettii» di Fidel sono comunque più oracoli che altro. «Che cosa sono gli FC?» si chiede Fidel nel suo primo twitter. Per poi rispondersi: «Sono un metodo attraverso il quale cerco di trasmettere le modeste conoscenze che ho acquisito durante molti anni e che considero utili per i funzionari cubani». Ma cosa siano gli FC rimane un mistero. Altri due twitter trattano di sport, si parla anche della morte del pugile Teófilo Stevenson mentre gli ultimi due tornano di nuovo sulla politica, dalla solidarietà per l’ultimo presidente della dissolta repubblica tedesca Honecker a un veloce ricordo del leader cinese Deng Xiaoping (Paolo Manzo)
Germania, un tappeto inguaia il ministro Niebel Un «tappeto volante» sta mettendo nei guai il ministro tedesco alla Cooperazione e allo sviluppo, il liberale Dirk Niebel. A marzo Niebel ha acquistato in forma privata nell’ambasciata tedesca a Kabul un tappeto afghano da 1.400 dollari, ma l’ha lasciato lì, per paura di perderlo durante uno scalo, visto che viaggiava su un volo di linea. A riportarlo in Germania ci ha pensato il 20 maggio il capo degli 007 tedeschi per gli esteri (BND), Gerhard Schindler, col suo aereo di servizio. Sulla pista dell’aeroporto di Berlino c’era l’autista di Niebel, che ha caricato il tappeto sull’auto blu e l’ha consegnato nell’appartamento del ministro. Aggirando la dogana e risparmiando così circa 200 euro. Niebel si è autodenunciato al fisco dopo che lo Spiegel gli ha chiesto dettagli sul caso. La cancelliera Merkel l’ha criticato, l’opposizione ha chiesto le sue dimissioni. Lo scandalo, che è finito davanti alla commissione parlamentare di controllo sui servizi, si arricchisce di svolte: a bordo dell’aereo del Bnd i tappeti sarebbero stati due, uno per il ministro, l’altro regalato a Schindler. E solo ora Niebel ha scoperto che, grazie a un regolamento speciale dell’Ue per l’Afghanistan, il tappeto sarebbe in realtà esente da dazi doganali.
(Alessandro Alviani)
Marocco, spot proibiti per le bevande alcoliche Il partito islamico moderato Giustizia e Sviluppo (Pjd) del premier marocchino Adbelilah Benkirane, al potere da gennaio dopo aver vinto le legislative nello scorso novembre, ha ripresentato in Parlamento un disegno di legge per proibire la pubblicità delle bevande alcoliche dappertutto, compresi bar, club ed eventi sportivi. «Siamo contrari alla reclamizzazione di sostanze nocive alla salute», spiega Ben Abdessadek, il deputato del Pjd che ha elaborato l’iniziativa legislativa. Ma il motivo reale, in un Paese musulmano che tollera l’alcol perché è proibito dal Corano ma non dal governo, è invece un altro: i marocchini bevono moltissimo. Gli ultimi dati sfornati dal giornale «La Vie Éco» rivelano che i 31 milioni di sudditi di Mohamed VI si scolano ogni anno 475 milioni di bottigliette di birra, 38 milioni di bottiglie di vino e 1,5 milioni di bottiglie di whisky. Un consumo medio pro-capite di quattro litri. E la legge castiga chi vende alcol solo se chi lo compra è maomettano e il bevitore solo se infrange l’ordine pubblico. Il ddl islamicamente corretto segue il cammino di altre due recenti leggi che hanno vietato nella tv pubblica gli spot del gioco d’azzardo e dei telefoni a luci rosse.
(Gian Antonio Orighi)
Svezia, monete false con ingiurie al re La signora Karin Mattsson, nella città di Piteaa, nella Svezia settentrionale, non credeva ai propri occhi quando, osservando bene una moneta da una corona troppo lucente, data alla figlia da un venditore di gelati, si è accorta che la scritta intorno al ritratto di profilo del monarca era stata mutata da «Carl XVI Gustav re di Svezia» in «Il nostro re puttaniere». Alla zecca di Stoccolma si è stato constatato che la moneta è perfetta in tutto e per tutto – salvo la scritta infamante – e che il metallo impiegato è stato ricavato da monete autentiche fuse. Si sospetta che autore dello stampo, eseguito con grande abilità, sia un ex addetto della zecca stessa, ma non si hanno prove. Alla signora Mattsson, che si è rifiutata di consegnare il reperto alla polizia, affidandolo a uno studio legale, sono giunte offerte da capogiro (fino a 50.000 euro) per questo «pezzo unico», ma telefonate anonime giunte ai giornali svedesi hanno rivelato che monete analoghe sono in circolazione anche in altre città.
(Francesco Saverio Alonzo)