MAURIZIO MOLINARI, La Stampa 17/6/2012, 17 giugno 2012
Il diavolo volante che ha domato il mito del Niagara - Al termine di una passeggiata di 28 minuti a 61 metri di altezza, Nik Wallenda è diventato il primo uomo ad aver attraversato le cascate del Niagara camminando sopra una fune
Il diavolo volante che ha domato il mito del Niagara - Al termine di una passeggiata di 28 minuti a 61 metri di altezza, Nik Wallenda è diventato il primo uomo ad aver attraversato le cascate del Niagara camminando sopra una fune. Il percorso di 550 metri dalla Goat Island, sul lato americano, alla Table Rock, in Canada, è il più lungo che aveva a disposizione, lasciandosi le Bridal Veil Falls dietro sulla destra e le Canadian Fall dietro sulla sinistra. Se ha scelto la strada più pericolosa per sfidare correnti e venti del Niagara è al fine di onorare il bisnonno Karl Wallenda, patriarca di una famiglia di acrobati morto tragicamente nel 1978 durante un’esibizione a Porto Rico. I Wallenda hanno le radici nell’Impero austroungarico, dove nel 1780 gli avi avevano creato una banda di acrobati, trapezisti e addestratori di animali feroci che si guadagnavano la vita girovagando con i loro spettacoli da una città all’altra. Nik è nato nel 1979 a Sarasota in Florida, e rappresenta la settima generazione dei «Flying Wallendas» - i Wallenda volanti - e aveva appena due anni quando papà e mamma, vestendolo da clown, lo coinvolsero nei primi spettacoli avviandolo alle acrobazie sulla fune quando ne aveva quattro per farlo debuttare nel primo show professionale a 13. La svolta per lui è arrivata a Detroit, Michigan, quando a 19 anni i genitori Terry e Delilah lo fecero partecipare a pieno titolo nella ricostruzione acrobatica di una piramide di sette persone per onorare la memoria di Karl e lui, in quel momento, decise che questa sarebbe stata la sua vita. Da allora, era il 1998, ha accumulato sei Guinness acrobatici con lanci nel vuoto, passeggiate in bicicletta ad alta quota e altre imprese da capogiro, culminate venerdì sera nella sfida alle cascate del Niagara, al termine della quale ha ammesso di sentirsi «letteralmente al settimo cielo». «C’era il vento che mi veniva addosso da ogni direzione» ha raccontato, ammettendo che il panorama visto dall’alto «non può essere paragonato a niente altro al mondo». Circondato dalle tenebre, con l’assordate rumore delle cascate e la notte puntellata dalle luci in terra, «non sono mai riuscito a concentrarmi sui movimenti della fune, vedevo sotto di me l’acqua andare ovunque e sentivo sopra di me un misto di venti. È stata una sensazione unica», ha confessato spiegando che a p p e n a messo piede sul lato canadese un ufficiale della dogana gli è andato incontro chiedendogli il passaporto. Lui lo aveva portato con sé, glielo ha consegnato e alla domanda «quale è il motivo del suo viaggio?» gli ha replicato «ispirare la gente in tutto il mondo». Una frase nella quale si sovrappone la passione dell’acrobata con la fede del cristiano «born again». «Sono cresciuto in una famiglia di cristiani rinati che credevano nella Bibbia e temevano Dio, ed è in questo ambiente che trovo il mio conforto», assicura. «Per farcela ho dovuto allenarmi molto e pregare altrettanto», ha aggiunto, spiegando di «aver continuamente parlato con Gesù» durante il cammino sul cielo delle Niagara Falls, avvenuto davanti ad un pubblico di circa 112 mila turisti con milioni di altre persone collegate in diretta grazie alla tv Abc. «Sono eventi come questo che realizzano i sogni delle persone», assicura il 33enne Wallenda volante, ammettendo che l’unico momento di difficoltà lo ha avuto a metà del cammino quando si è sentito «prosciugato fisicamente» per quanto stava facendo. Anche per questo, appena terminato si è inginocchiato, sollevando il pugno verso il cielo in segno di liberazione prima di abbracciare la moglie e i tre figli che lo stavano aspettando. L’impresa è costata 1,3 milioni di dollari, pagati in gran parte dagli sponsor della Abc, e a renderla possibile è stato il lungo negoziato durato due anni con lo Stato di New York e l’Ontario canadese per ricevere il permesso di ripetere un’impresa che non era stata più tentata dal 1896, quando James Hardly a 26 fu il primo ad attraversare le cascate. Adesso la prossima sfida si annuncia sul cielo del Grand Canyon: «I permessi già li ho e inizierò presto gli allenamenti» promette il pronipote di Karl, rinnovando la tradizione di annunciare sempre il prossimo spettacolo.