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 2012  giugno 17 Domenica calendario

Atene, neonazi a caccia di clandestini - Le violenze delle teste rasate sui clandestini, la paura diffusa per il dilagare della criminalità

Atene, neonazi a caccia di clandestini - Le violenze delle teste rasate sui clandestini, la paura diffusa per il dilagare della criminalità. Atene e la Grecia votano oggi per il futuro del Paese e, forse, dell’euro in un clima di pesante incertezza. Egaleo è un quartiere povero della periferia di Atene. Malik Aftikhar abita lì ma ha un negozio in centro, dietro piazza Kotzia. Tutti i giorni, da un mese a questa parte, si organizza con altri pachistani per non restare solo nel percorso che va da casa al suo piccolo locale che vende un po’ di tutto, dai telefonini agli zaini. «Ho tanta paura», scuote la testa: «non mi è mai successo da quando sono qui, da 22 anni», esclama agitato, battendo le mani sul bancone. Qualche giorno fa un cugino della moglie è stato picchiato violentemente mentre tornava a casa da dodici militanti di Alba dorata. Uno dei neonazisti aveva un tirapugni e gli ha fracassato il cranio. «Lui se l’è cavata, è finito solo in ospedale per qualche giorno, ma di recente ne hanno ammazzati tre», aggiunge. Quindici giorni fa le teste rasate sono passate alle due di pomeriggio anche nella strada del suo negozio, all’angolo tra Socratous e Sofocleus, un’area dove i commercianti pachistani, indiani e cinesi sono predominanti. I colleghi hanno precipitosamente tirato giù la saracinesca, lui no. «Uno di questi teppisti schifosi è venuto da me e mi ha agitato il pugno davanti urlando come un pazzo “dovete andare via dalla Grecia”. E in tutto questo la polizia non fa niente. Niente!». Quel giorno a un militante di Alba dorata che correva giù per la strada terrorizzando gli immigrati è caduta una mazza: Malik la tiene vicino al bancone, nel caso dovessero tornare. «Vede cosa c’è scritto sulla mazza?», sorride ironico, «Made in Greece». Gli attacchi dei neonazisti di Alba dorata agli immigrati sono ormai quotidiani e diffusi in tutto il Paese: è evidente che il partito di Michaloliakos sta facendo campagna elettorale con le mazze al posto dei comizi. Durante uno degli ultimi raid nei pressi del Museo nazionale della capitale, sempre in pieno giorno, una quindicina di militanti vestiti di nero e con i volti coperti hanno assaltato con spranghe e bastoni alcuni stranieri. Un giornalista del Jerusalem Post che si trovava per caso lì, Gil Shefler, ha cominciato a fotografare l’aggressione: è stato massacrato di botte anche lui ed è finito al pronto soccorso. Ormai i nazisti non si fermano dinanzi a nulla. Ieri il portavoce, Ilias Kasidiaris, famoso per aver schiaffeggiato in tv due deputate di sinistra, nel suo ultimo comizio nella periferia di Atene ha minacciato tra risate generali di «dare un altro pugno a quelle lesbiche» e ha raccontato con un ghigno «molti militanti mi chiedono adesso di andare a parlare con Angela Merkel». Tuttavia quello dell’immigrazione e della sicurezza è stato un tema forte che ha attraversato la propaganda sia dei partiti di destra sia di quelli di sinistra in vista dell’appuntamento di domani. Anche Michalis Chrysohoidis, storico leader Pasok che da ministro dell’Interno sconfisse il terrorismo anarchico nel 2004, ha adottato la linea dura già prima delle elezioni del 6 maggio, quando era ancora ministro per la Protezione dei cittadini. Allora fece scalpore la sua decisione di pubblicare la foto di 17 prostitute greche, bulgare e russe arrestate durante un blitz della polizia e risultate sieropositive. Migliaia di greci intasarono le linee telefoniche della polizia e presero d’assalto gli ospedali nel timore di essere stati contagiati. «L’immigrazione e la sicurezza sono diventati temi brucianti anche per il mio partito, il Pasok, e le posso far vedere i sondaggi che dimostrano che quello che ho fatto era appoggiato all’85-95% dai greci», puntualizza l’ex ministro. Il suo giro di vite non è bastato per frenare la deriva in alcuni quartieri di Atene, dove i tassi di criminalità sono ormai talmente altri che è diventato proibitivo uscire di casa dopo il tramonto. «Il problema è che ci siamo occupati troppo tardi di queste questioni. Ma un milione di immigrati illegali sono un problema effettivo, per il nostro Paese». Gli facciamo notare che molti stanno lasciando il Paese. «Ma quelli sono gli immigrati legali! Ha ragione, quello è un problema enorme. Io parlo di quelli che vivono illegalmente qui. Molti sono disoccupati e molti diventano criminali, la verità è questa». Il problema è che la crisi economica, che ha massacrato il potere d’acquisto delle famiglie, ha creato una sindrome da assedio di immigrati che ha caratterizzato molti dibattiti elettorali e ha fatto la fortuna dei neonazisti di Chrysi Avgi. Addirittura il volontariato è diventato selettivo. Xenia Papastrovou è a capo di un ong che procura cibo e vestiti che vengono donati dai greci ai poveri. Ma Papastrovou racconta un dettaglio agghiacciante. «Un numero crescente di donatori ci chiede ormai esplicitamente di dare il cibo o le altre donazioni solamente ai greci, e non più agli immigrati». E lei che fa? «Che posso fare?», alza le spalle, «rispetto la loro volontà. Agli immigrati non do più niente».