Maddalena Camera, il Giornale 17/6/2012, 17 giugno 2012
Tra aziende rivali ora volano i colpi bassi - La concorrenza è una cosa seria. Lo sa bene Microsoft che si vide appioppare nel 2004, dall’allora commissario europeo Antitrust Mario Monti, una mega multa da 500 milioni di euro per abuso di posizione dominante nel software
Tra aziende rivali ora volano i colpi bassi - La concorrenza è una cosa seria. Lo sa bene Microsoft che si vide appioppare nel 2004, dall’allora commissario europeo Antitrust Mario Monti, una mega multa da 500 milioni di euro per abuso di posizione dominante nel software. Anche quella volta tutto partì dalla denuncia dei concorrenti, Novell e Sun Microsystem. In quel caso sono stati i «piccoli» a protestare contro il gigante. A volte, però, accade il contrario specie se un «piccolo» si permette di entrare in un mercato dove prima il «grande» operava in regime di monopolio. Ed è proprio quello che sta accadendo a Ntv, new entry nel settore ferroviario per il trasporto passeggeri, e il super monopolista, Ferrovie dello Stato. Il nuovo servizio è partito da meno di due mesi come pure i dispetti. Così Ferrovie prima hanno eretto una cancellata davanti al binario di Italo alla stazione Ostiense a Roma, obbligando i passeggeri a fare un bel mezzo chilometro a piedi per salire sul treno, poi hanno atteso, con pazienza, il primo vero passo falso del concorrente occupandosi, coscienziosamente, di diffondere la notizia. Così, quando venerdì un Italo è rimasto fermo per un guasto in uno scambio della stazione di Napoli, bloccandone il traffico con gravi disagi, Fs si è diligentemente occupata di stilare il comunicato stampa. Si è appreso che ben 4 Frecce, 2 Intercity e un imprecisato numero di Regionali avevano registrato ritardo. E, per sicurezza, Fs ha mandato anche un’altra nota specificando che il guasto non era allo scambio dei binari, ma proprio al treno della società rivale. Ferrovie non è la prima società monopolista a comportarsi in maniera poco «fair» con i concorrenti. Fra Tim e Vodafone, ad esempio, l’inimicizia è di lunga data. Sin dagli inizi, nel 1994, quando Vodafone si chiamava ancora Omnitel ed era il primo sfidante dell’allora monopolista Tim, controllata da Telecom. Anche in questo caso al centro dei dispetti erano i problemi tecnici del nuovo concorrente. E, nello specifico, nel mirino c’era la rete Omnitel, che certo all’inizio non era molto estesa. E le conversazioni cadute o impossibili fuori dalle grandi città, venivano prontamente segnalate da Tim. Anche in quel caso l’eccesso di zelo celava un dispetto, a cui ne sono seguiti comunque molti altri, che però non è servito. Oggi Tim e Vodafone hanno infatti quote di mercato praticamente simili nella telefonia mobile. La guerra tra concorrenti è anche tra i grandi. Apple, dopo aver lanciato con successo planetario il suo tablet iPad ha fatto di tutto per bloccare il prodotto concorrente di Samsung. Non perché il tablet dei coreani avesse particolare successo, ma come ripicca nei confronti degli smartphone di Samsung, Galaxy, che hanno guadagnato quote di mercato a discapito dell’iPhone di Apple. Così è passata all’attacco accusando il rivale di plagio e bloccando, per alcuni mesi, la vendita dei suoi tablet in alcuni mercati. Samsung, in compenso, ha fatto causa ad Apple per alcuni brevetti presenti nei suoi smartphone e usati impropriamente dai rivali. Insomma, la tensione resta alta. Quanto ai giganti del petrolio, dopo aver spiegato per mesi che una riduzione sul prezzo della benzina era assolutamente impossibile, sono immediatamente scesi a più miti consigli appena uno di loro, Eni, ha promesso uno sconto da 20 centesimi al litro (benzina a 1,60 euro al litro e diesel a 1,50 euro) anche se solo nel weekend agli iperself di oltre 3mila stazioni di servizio. Esso e Q8 sono state le prime a rispondere all’appello. La prima ha addirittura promesso uno sconto superiore anche se di poco a quello di Eni: 21 centesimi al litro. Che vuol dire per la cronaca 10 euro di sconto ogni 50 litri di caburante. E anche in campo automobilistico le cose non vanno meglio. Da tempo Fiat e Volkswagen si scambiano battute velenose. Un colpo basso, per esempio, i tedeschihanno cercato di tirarlo agli italiani per le celebrazioni piemontesi, praticamente in casa del Lingotto, per i 150 anni dell’Unità d’Italia raggiungendo un accordo di sponsorizzazione degli eventi poi saltato. E ancora, nelle scorse settimane, quando la Italdesign di Giugiaro (di proprietà Volkswagen) ha invitato l’indotto dell’auto piemontese a presentare progetti e novità. E anche in quell’occasione non sono mancate le frecciate alla Fiat.