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 2012  giugno 18 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. DOPO IL VOTO IL GRECIA


REPUBBLICA.IT - IL G20 IN MESSICO
LOS CABOS - Primi segnali dai Grandi a margine del G20 messicano. Il presidente americano Obama rinnova il lamento di un "mondo molto preoccupato per una crescita economica troppo lenta", anche se il risultato delle elezioni greche rappresenta una "prospettiva positiva". Angela Merkel si affretta a chiarire che Atene non deve attendersi alcuno sconto rispetto al piano di rientro concordato con la Trojika. E il presidente del Consiglio Mario Monti fotografa il voto con cui i greci hanno detto "sì" all’euro come "importante ma non sufficiente per i mercati".
"I mercati non sono convinti che basti solo il voto in Grecia - spiega il premier italiano -, ma che serva una maggiore integrazione. Tutti dobbiamo andare avanti in questa direzione per superare i ’vizi di origine’ sulla costruzione dell’euro che i mercati hanno in mente. E che è compito degli europei sanare". Ma Monti ha voluto sottolineare anche che la moneta comune europea è comunque molto solida "perché è durata tanti anni".
Dal canto suo, la cancelliera Angela Merkel, auspicando che Atene formi "presto" un nuovo governo, respinge qualsiasi ammorbidimento degli accordi presi con la Grecia. "Il nuovo governo greco deve pienamente rispettare gli impegni presi con i creditori internazionali - dice la leader tedesca -. Le elezioni non possono rimettere in discussione gli impegni che la Grecia ha preso. Noi non possiamo
scendere a compromessi sul cammino concordato per le riforme".
Monti, Merkel e gli altri leader della Ue incontreranno il presidente americano Obama in serata, dopo la cena dei 20 capi di Stato. A Los Cabos, Monti ha intanto tenuto tre distinti bilaterali con il presidente messicano Felipe Calderon, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos e la presidente brasiliana Dilma Rousseff. Ed è prossimo a una colazione di lavoro con il presidente della Commissione Ue José Barroso, per poi ritirarsi in hotel prima di prendere parte ai lavori del pomeriggio.
Ma prima di tutto, il presidente del Consiglio ha voluto parlare del voto con cui la Grecia ha scelto di restare nell’euro rispettando gli accordi con la Ue. Monti ha raccontato di aver chiamato il vincitore Samaras, leader di Nea Dimokratia, e di aver "sentito" anche Venizelos, il leader del Pasok, "per incoraggiarlo a entrare in un governo di corresponsabilità nazionale" con i conservatori pro-euro.
Sulle cause della crisi, Monti ha tenuto a dire che "nessuno pensa che l’Unione europea sia l’unica sua fonte. La crisi ha avuto origine da squilibri in altri Paesi, tra cui gli Usa, che sono stati tra i protagonisti". E ancora: "Non abbiamo problemi a confrontarci sui problemi europei in ambito più ampio, come il G20, ma sentiamo il diritto e la responsabilità di risolverli all’interno dell’Ue. Ed è importante focalizzare l’attenzione anche ai compiti a casa degli altri paesi".
Sulla riunione dei leader mondiali in corso: "Il G20 capita in un momento difficile e importante". Per il premier i lavori saranno tesi all’eliminazione delle "turbolenze finanziarie", e il focus "sarà sulla crescita e la riduzione degli squilibri". Poi l’invito, in vista del Consiglio europeo: "Bisogna mettere a punto una road map per l’euro".
Per il premier, il governo italiano "ha preso importanti impegni e li ha rispettati". Un anno fa, all’epoca del G20 di Cannes, "il Paese si trovava in un momento difficile", e doveva riuscire a "darsi credibilità". Sfida vinta, secondo un rapporto presentato nei giorni scorsi in vista del G20 che mostra come "l’Italia sia al terzo posto dopo Gran bretagna e Unione europea con il 90% degli impegni rispettati".
Inevitabile, anche a Los Cabos, chiedere a Monti se seguirà la partita dell’Italia. "Non so se ci riuscirò - la risposta del premier -. Anche la Merkel, d’altronde, ha dovuto rinunciare all’incontro della Germania perché impegnata in un vertice: si tratta del ’guarding sharing’ delle responsabilità...", ha concluso Monti sorridendo.
(18 giugno 2012)

CORRIERE.IT
I mercati non sono convinti dell’esito del voto in Grecia: «Serve l’ unione politica». Mario Monti commenta così la frenata delle Borse dopo la falsa partenza in rialzo sulla scia della vittorio ad Atene dei conservatori europeisti di Nuova Democrazia. Mentre Fitch avverte i Paesi dell’area dell’ euro: «Il baratro si allontana - dice l’agenzia americana - ma la crisi non è risolta».
MONTI TELEFONA AI LEADER GRECI - «Vediamo che i mercati non sono convinti che basti solo il voto in Grecia. Serve una maggiore integrazione: tutti dobbiamo andare avanti in questa direzione per superare i "vizi di origine" della formazione europea»- ha detto il presidente del Consiglio giunti in Messico per il G20, da dove ha parlato al telefono con il leader di Nuova Democrazia Antonis Samaras e il numero uno del Pasok, il socialista Evangelos Venizelos per incoraggiare quest’ultimo «a entrare in un governo di corresponsabilità nazionale». Com’era prevedibile, almeno secondo quanto già prospettato nella serata di domenica da commentatori e analisti, l’Europa monetaria non risolve con questa tornata elettorale le sue fragilità politiche.
BANCHE IN PICCHIATA E BANCHIERI A COLAZIONE CON VISCO - In picchiata la Borsa di Milano. Il Ftse mib perde il 2,85% in chiusura zavorrato dalle banche. Nella sede milanese di Bloomberg, ospiti del presidente del gruppo Peter Grauer, i banchieri hanno pranzato lunedì con il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Al «lunch» erano presenti, tra gli altri, Alberto Nagel (Mediobanca), Enrico Cucchiani (Intesa Sanpaolo), Roberto Nicastro (Unicredit), Alessandro Profumo (Mps), Victor Massiah (Ubi), Gerardo Braggiotti (Banca Leonardo), Andrea Guerra (Luxottica), Rodolfo De Benedetti (Cir) e Maurizio Tamagnini (Fondo Strategico Italiano).
SPREAD A 464 - Torna a salire intanto lo spread tra Btp e Bund: dopo un massimo a 478 il differenziale si è portato a 464 in chiusura. Lo spread calcolato sui Bonos spagnoli è a quota 573 punti.
REPUBBLICA.IT - LE BORSE E I MERCATI
MILANO - Il sospiro di sollievo sui mercati dura poco, così come l’effetto del voto di Atene. La Grecia vira a destra 1 e sceglie i conservatori di Antonis Samaras che promette un governo di unità nazionale, il rispetto dei patti con i creditori istituzionali e le riforme. Le Borse brindano solo il tempo di consentire a Tokyo di chiudere a +1,77%. L’euro allunga e balza a 1,2740 dollari e a 100,54 yen, poi però ritraccia e chiude in calo sotto quota 1,26 dollari a 1,2570. L’entusiasmo dei mercati si spegne in fretta, dunque, non appena gli investitori decidono che, archiviata la Grecia, il vero problema in realtà resta la Spagna.
Così a Milano la seduta ha due volti: in avvio Piazza Affari recupera fino all’1% poi vira in territorio negativo e a fine seduta sprofonda perdendo il 2,85% dopo aver lasciato sul parterre anche oltre il 3%. Marginale anche l’effetto del pagamento delle cedole che pesano per l’1,2% dell’intero listino. Nel resto del Vecchio continente brinda solo Atene che avanza del 4,29%, Madrid è la peggiore, in calo del 2,96%, a Parigi il Cac 40 arretra dello 0,69%. Si salvano solo Francoforte e Londra che salgono dello 0,3% e dello 0,22%. Debole anche Wall Street, in attesa che domani la Fed annunci nuove misure di sostegno all’economia: il Dow Jones cede lo 0,3%, l’S&P 500 lo o,2%, mentre il Nasdaq recupera lo 0,2%. Il voto in Grecia non allenta dunque la tensione sui debiti pubblici periferici: lo spread torna ad allargarsi e sale a quota 465 punti base. I Btp volano oltre il 6% e i Bonos spagnoli sfondano il muro del 7% e per la prima volta i titoli spagnoli rendono più di quelli irlandesi. A dimostrazione che per i mercati è Madrid il vero problema dell’Eurozona. In rialzo anche i tassi dei bund tedeschi vicini a quota 1,5%.
Dal Giappone la Bank of Japan (BoJ) ha migliorato a giugno il suo giudizio complessivo sull’economia nipponica in scia alla "ripresa moderata" del post sisma/tsunami del 2011. "L’attività economica del Giappone ha iniziato la risalita poichè si conferma la domanda interna sostenuta soprattutto dal fattore ricostruzione", ha spiegato l’istituto centrale nel rapporto mensile diffuso oggi. A maggio, invece, la BoJ aveva rilevato che l’economia si stava "spostando sempre più verso l’alto", ma che l’attività era "più o meno piatta". E sempre dal Giappone arriva l’esortazione all’Europa di rafforzare con urgenza il suo sistema bancario.
Intanto in India, la banca Centrale delude gli analisti, che si attendevano un taglio dei tassi di interesse per stimolare economia e investimenti, e sceglie il mantenimento dello status quo. Nella riunione di questa mattina la Reserve bank of India ha deciso di mantenere all’8% il Repo, il tasso a cui presta alle banche commerciali, e al 7% il Reverse Repo, il tasso ricevuto dagli istituti per i depositi presso la banca centrale. Ad aprile la Reserve bank era intervenuta per la prima volta in tre anni per ridurre i tassi di 50 punti base e gli analisti ritenevano che ci fossero i margini per un nuovo intervento.
Petrolio in calo sulle due sponde dell’Atlantico dopo l’esito del voto in Grecia e le tensioni in Spagna. Le quotazioni del greggio a New York perdono il 2% a 82,34 dollari al barile. Il Brent cede il 2% a 95,67 dollari al barile. I timori che la Grecia esca dell’euro si sono allentati subito dopo il voto, con il petrolio che ha registrato un rally di breve durata, con gli investitori preoccupati della Spagna e dei costi di finanziamento di Madrid, saliti sopra il 7%, un livello considerato non sostenibile nel lungo termine.
(18 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT - DALLA GRECIA
ATENE - Il leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, ha ricevuto oggi l’incarico di formare il nuovo esecutivo greco. "Cercherò di formare un governo di unità nazionale a lungo termine", ha dichiarato dopo aver ricevuto l’incarico dal presidente Karolos Papoulias. Il partito conservatore è risultato primo alle elezioni di ieri 1, ma ha bisogno di allearsi con altre forse per raggiungere la maggioranza. In base alla legge, Samaras avrà tre giorni di tempo per formare il governo.
"Comincerò a incontrare i leader degli altri partiti e credo che ci sia il margine per arrivare" ad avere un governo di coalizione, ha aggiunto samaras. Al presidente Papoulias ha dichiarato che tenterà di "formare un governo di salvezza nazionale con i partiti che credono nell’orientamento europeo del paese e credono nell’euro". Da parte sua il presidente ha sottolineato la "grande necessità di formare un governo", perché "il paese non può restare senza esecutivo" e "spero prevalga l’interesse nazionale".
Al termine dell’incontro con il premier incaricato Antonis Samaras, il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha confermato che "Syriza non entrerà a far parte del governo di coalizione".
Il successo di misura - il 29,6% delle preferenze rispetto al 26,8% della sinistra radicale di Syriza
- dovrebbe essere sufficiente a garantire allo schieramento filo-europeo il premio di maggioranza di 50 deputati necessario per poter formare una coalizione di unità, e far tirare almeno per il momento un sospiro di sollievo all’intera eurozona. Le prime reazioni 2 ai risultati dello scrutinio, a cominciare da quelle del premier italiano Mario Monti, sono state improntate all’ottimismo, anche se non è ancora chiaro come e quanto Atene potrà contare sulla disponibilità dei partner europei - e in particolare della Germania - a rivedere i piani di salvataggio economico.
Parlando dal Messico, dove è in corso il G20, Monti ha rivelato anche di aver chiamato sia Samaras, sia il leader dei socialisti del Pasok Evangelos Venizelos "per incoraggiarlo ad entrare in un governo di corresponsabilità nazionale".
(18 giugno 2012)

CORRIERE.IT
MILANO- L’idea è quella di «fare un governo di unità nazionale a lungo termine». Ma i numeri usciti dalle elezioni greche potrebbero far tramontare il sogno di Antonis Samaras. Il leader di Nea Dimokratia, il partito che ha preso più voti, è stato incaricato di formare un nuovo esecutivo dal presidente Karolos Papoulias. Tre giorni di tempo per trovare alleanze e intese. Perché nonostante l’asse con il Pasok, i seggi in Parlamento non sarebbero comunque abbastanza per la certezza di stabilità per un lungo periodo. Così mentre in Grecia si cerca l’intesa, dal G20, Angela Merkel avverte: «Le elezioni non possono rimettere in discussione gli impegni».
IL RIFIUTO DI SYRIZA- E il primo a voler ridiscutere i pacchetto è proprio Syriza che non vuole scendere a compromessi. Tantomeno per governare. Per Alexis Tsipras non c’è altra scelta: «Rimarremo all’opposizione». E a scanso di equivoci ribadisce: «Continueremo ad essere avversari».
L’ASSE CON IL PASOK- A stretto giro Samaras replica: «Il popolo greco ci chiede una politica europeista. Manterremo i nostri impegni. E il signor Tsipras non desidera partecipare ad un governo di questo tipo». Nel pomeriggio vedrà Evangelos Venizelos, a capo del Pasok. Con lui la consultazione è pura formalità. L’intesa dovrebbe essere già stata trovata, tanto che il premier Mario Monti ha già telefonato a entrambi. Venizelos in serata ha sottolineato ma il leader del Pasok spiega che «il Paese ha bisogno di un governo subito, quindi i negoziati per una coalizione devono giungere a conclusione entro domani sera (martedì ndr)». Conservatori e socialisti insieme avrebbero una maggioranza di 162 dei 300 seggi. E conta quindi sul premio di maggioranza di 50 deputati.
GLI ALTRI PARTITI- In ogni caso il possibile neo premier vorrebbe includere molti più partiti. E le consultazioni servono proprio a questo. Anche perché la Grecia ha «un immediato» bisogno di essere governata per risolvere la crisi del debito. Per cui sì alle consultazioni con tutti, a cominciare da Panos Kammenos, leader dei Greci Indipendenti. Di certo non dovrebbe essere incluso Alba Dorata che nel voto di domenica ha riconfermato il suo successo. Il partito neonazista si è aggiudicato 18 seggi con quasi il 7 per cento. Un risultato che continua a sorprendere, viste anche le uscite razziste e violente, di alcuni esponenti di partito. Per ora si pensa a trovare un’intesa per un nuovo governo.
IL G20- Ma come sottolinea Angela Merkel da Los Cabos, in Messico, non ci sarà una nuova discussione sui due pacchetti di aiuti. «Noi non possiamo scendere a compromessi sul cammino per le riforme concordato», spiega la cancelliera tedesca.
B. Arg.